Leonardo Ximenes: differenze tra le versioni

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Nato a Trapani da un'antica famiglia di [[Spagna|origini spagnole]]<ref>[http://www.provincia.grosseto.it/cultura/bonifica/cap_06.html I Protagonisti]</ref>, studiò presso il locale collegio dei [[Gesuiti]] che sorge ad appena un isolato dalla sua casa natale. Vestì poi l'abito della compagnia di Gesù che lo destinò alla provincia toscana nel 1731. Dopo il noviziato nel 1736 venne trasferito nella Provincia Romana e destinato all'insegnamento delle lettere presso il Collegio di S.GIovannino a Firenze. Venne successivamente incaricato di istruire i figli del marchese Vincenzo Riccardi. Dope le sue prime pubblicazioni in ambito scientifico gli venne affidata la cattedra di Geografia e affidato l'incarico di redigere la cartografia della Toscana per comando di Francesco I<ref>{{Cita web|url=http://www.beic.it/sites/default/files/attachments/Idraulici%20italiani_0.pdf|titolo=Idraulici italiani|autore=Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi|editore=Fondazione BEIC|data=2014|p=237|accesso=}}</ref>.
 
Mente eclettica, fu ingegnere idraulico e civile. Come ingegnere idraulico avviò nel 1757 la bonifica del lago di Bientina, oggetto di controversie secolari tra Lucca e Firenze. Fece costruire un grande canale emissario dal lago all'Arno, un polo viario per facilitare commercio e comunicazioni tra l'interno e il mare. Due fabbriche imponenti di cateratte regolamentavano il flusso delle acque tra il fiume e il lago, veri e propri caselli autostradali dell'epoca. Sola testimonianza rimasta oggi la Fabbrica delle Cateratte a via due ponti a San Giovanni alla Vena di Vicopisano, ma in degrado e abbandono: all'interno marchingegni di ingegneria idraulica del ‘700, in legno di quercia, unici in Italia.
Nel 1765 Ximenes si occupò della bonifica della Maremma Grossetana. Una Fabbrica di Cateratte, la Casa Rossa, simile a quella Pisana, ma isolata, è stata recuperata e valorizzata a osservatorio dell'ambiente palustre.
Come ingegnere civile, successivamente, realizzò la strada tra Pistoia e Modena sul versante toscano: la via regia modenese, oggi strada regionale 66. Due piramidi ai lati del passo dell'Abetone ricordano ancora oggi l'imponente lavoro.
Come astronomo si occupò dello studio dell'obliquità dell'eclittica e restaurò lo gnomone di Santa Maria del Fiore, scoprì l'influenza della luna sulle maree in un'epoca, 1755, ancora restia a riconoscere il valore delle osservazioni scientifiche, come era stato per Galileo.
 
Mentre come [[professore]] nell'[[università di Firenze]] tenne corsi di ingegneria idraulica. Come scienziato idraulico Ximenes si occupò di strumenti per misurare la velocità delle acque, dimostrando fin da giovane grandi doti d'inventore. Gli strumenti più noti da lui inventati furono la ventola e la valvola idraulica, che gli consentirono di misurare la velocità puntuale della corrente.<ref name="idraulica.beic.it">{{Cita web|autore = |url = http://idraulica.beic.it/protagonisti/leonardo-ximenes/|titolo = Biblioteca Idraulica Italiana|accesso = |data = }}</ref>
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Nel [[1756]] fondò a Firenze l'osservatorio astronomico di "[[Chiesa di San Giovannino degli Scolopi|San Giovannino]]" (o [[Osservatorio Ximeniano]]), cui dedicò gli ultimi anni della sua vita e che oggi, pertanto, porta il suo nome. È ancora oggi uno dei più importanti a livello europeo e vi è conservata la biblioteca di Ximenes.
 
Il suo spessore scientifico e intellettuale era riconosciuto dai grandi del suo tempo, tant'è che il [[granduca di Toscana]] lo scelse come suo geografo e ingegnere.In particolare, nel biennio 1763-64 egli dedicò quattro perizie alla famosa questione del [[Reno (Italia)|Reno]], dove si confrontò e prevalse sui due matematici francesi dell'Ordine dei Minimi, padri Tommaso Le Seur e Francesco Jacquier.<ref name="idraulica.beic.it"/> Leonardo Ximenes morì il 3 maggio 1786 di un [[Ictus|colpo apoplettico]]. Nel suo testamento destinò la biblioteca, gli strumenti e le rendite dei suoi beni immobili siciliani alla costituzione delle cattedre di [[astronomia]] e di [[idraulica]], da affidare ai padri scolopi Stanislao Canovai e Gaetano del Ricco. Le due cattedre rimarranno attive fino alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. In segno di gratitudine i fiorentini gli erigeranno un busto marmoreo, collocato nell'osservatorio di S. Giovannino.<ref name="idraulica.beic.it"/>
 
==Opere scelte==