Van der Graaf Generator: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
refusi1
refusi2
Riga 9:
Sempre nel [[1969]], durante le registrazioni di quello che avrebbe dovuto essere un album solista di Hammill, i Van der Graaf Generator si ricostituiscono come gruppo. La nuova formazione comprende Hammill (voce, [[pianoforte]] e [[chitarra]]), [[Keith Ellis]] ([[basso elettrico|basso]]), [[Hugh Banton]] ([[Tastiera (strumento)|tastiere]]) e [[Guy Evans]] (batteria). ''The aerosol grey machine'' viene inzialmente pubblicato (a nome dell'intero gruppo) solo negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
 
La formazione muta subito dopo il debutto: Ellis abbandona e viene rimpiazzato da [[David Jackson]] ([[sassofono]] e [[flauto]]) e [[Nic Potter]] (basso). Questa formazione crea un nuovo sound, che abbandona i toni [[rock psichedelico|psichedelici]] del primo album per un sonosuono più strutturato e cupo, con evidenti influenze [[musica classica|classiche]] e [[jazz]]. Il risultato è l'album ''[[The least we can do is wave to each other]]'', seguito dopo breve tempo da ''[[H to He who am the only one]]''. Durante le registrazioni di ''H to He'', Potter lascia il gruppo, che decide di fare a meno del basso, sostituito dai pedali bassi dell'organo. [[Robert Fripp]] dei [[King Crimson]] contribuisce con una sezione di [[chitarra]] nel brano ''The Emperor in his war-room''.
 
Il quartetto Hammill/Banton/Jackson/Evans di ''H to He'' viene oggi identificato come la "formazione classica" del gruppo. Si tratta di una formazione assolutamente atipica nel panorama rock, che riusciva a ottenere sonorità paragonabili, per potenza e aggressività dei suoni, a quelle dei veri e propri gruppi [[hard rock]], senza usare né la [[chitarra elettrica]] né il basso. Il loro successivo album, ''Pawn Hearts'' ([[1971]]), è da alcuni considerato l'album meglio riuscito della loro intera discografia. Secondo un formato piuttosto diffuso all'epoca, contiene appena tre brani, di cui uno occupa con i suoi 20 minuti circa un intero lato del vinile. L'album ha un notevole successo, e registra il più grande numero di vendite in [[Italia]], dove rimane nelle top-ten per 12 settimane. La band si impegna in un lungo in tour fra il [[1970]] e il [[1972]], ma difficoltà economiche ne causano l'implosione e Hammill abbandona per iniziare la sua lunga e prolifica [[Peter Hammill|carriera solista]].
 
Con il nome di ''The Longlong Hellohello'', il trio rimasto registra un album strumentale omonimo con Potter, [[Ced Curtis]] e [[Piero Messina]] ([[1973]]).
 
Hammill rimane in ottimi rapporti con i suoi ex compagni, etanto che Banton, Jackson e Evans contribuiscono più volte ai suoi lavori solisti (un brano in pieno stile Van Der Graaf è per esempio ''In the black room'' nelldall'album ''[[Chameleon in the shadow of the night]]'', che è stato riproposto anche nei concerti che i Van der Graaf hanno tenuto nel [[2005]], durante la temporanea riunione del gruppo). Nel [[1975]], i Van Der Graaf Generator tornano a suonare come tali e incidono tre album in dodici mesi. In tutti e tre, sono gli stessi membri del gruppo a curare registrazione e suono (per i precedenti album la supervisione era stata di [[John Anthony]] dei [[Trident Studios]]); le sonorità risultano più essenziali ma anche cariche di una cupa violenza, in netto contrasto con le complessità sonore un po' barocche dei primi lavori. ''Godbluff'', il primo dei tre, è sicuramente il più cupo di tutta la discografia del gruppo: è un album sulla perdita della speranza. ''Still Life'' è, invece, in netta antitesi con il precedente: ha infatti un suono meno teso e nei testi si sente spesso aleggiare un clima di ritrovata speranza.
 
A ''Still Life'' segue un forse meno ispirato ''World Record'', album che contiente comunque ottimi momenti, percome ad esempio il brano ''Meurglys III'', canzone dedicata da Hammill alla propria chitarra, dove nella lunga coda il leader dei Van Der Graaf Generator improvvisa alcuni brevi passaggi proprio con la chitarra. Dopo questo album furonosono Banton e Jackson ad abbandonare. TornòTorna invece Nic Potter e, con una mossa tipica dell'eccentrismo della band, Banton viene sostituito da un violinista, [[Graham Smith]]. La band decide anche di abbreviare il proprio nome in '''Van der Graaf''' per sottolineare l'assenza di una parte del gruppo. Questa nuova formazione incide solo due album, di cui uno dal vivo, per sciogliersi poi nel [[1978]], dopo un magnificamente "oscuro" album quale ''Vital'', caratterizzato dalle sonorità più violente mai prodotte dai Van Der Graaf Generator (in particolare, il cantato di Hammill risulta un vero e proprio ruggito primordiale). Viene registrato dal vivo il [[16 gennaio]] [[1978]] al [[Marquee Club]], durante un concerto "a sorpresa" con pochissime persone ma con un eccellente rendimento sonoro (un esempio è il brano ''Door'', pieno di energia e vitalità).
 
Dopo lo scioglimento viene pubblicato un altro album di materiale "nuovo": ''Time vaults'' è una raccolta di brani inediti e registrazioni che vanno dal [[1972]] al [[1975]]. La qualità del suono va da un livello [[demo]] a pessima: evidentemente si tratta di una pubblicazione dedicata esclusivamente ai fan più affezionati.
 
La formazione classica suona ancora insieme occasionalmente. Nel [[1991]], suonano alcuni brani del loro repertorio alla festa del quarantesimo compleanno della moglie di David Jackson. Nel [[1996]], salgono sul palco durante un concerto di Hammill e Evans alla [[Union Chapel]] ed eseguono ''Lemmings'' (da ''Pawn hearts''). Nel [[2003]], Banton, Jackson e Evans suonano ''Still life'' con Hammill alla [[Queen Elizabeth Hall]] di [[Londra]].