Guerre dei cloni: differenze tra le versioni

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== Esito ==
Dopo la decisiva [[Battaglia di Coruscant]] il Senato conferisce al [[Palpatine|Cancelliere Palpatine]] ulteriori poteri decisionali, nel disperato tentativo di velocizzare la risoluzione del conflitto, ma che di fatto lo rendono dittatore. Verso la fine della guerra, l'approvazione pubblica verso i [[Jedi]] è diminuita, mentre Palpatine rimane una figura popolare. Solo ora Palpatine si rivela essere il misterioso Darth Sidious, il Signore dei Sith, mortale nemico dei Jedi. La guerra dei cloni appare essere stata scatenata proprio da Darth Sidious che ha abilmente manipolato la Federazione dei mercanti, predisponendo al tempo stesso l'imponente armata dei cloni: lo scopo, pienamente raggiunto, è stato di mettere in crisi la Repubblica e imporre così una propria dittatura militare. A questo punto Palpatine, emanando l'[[Ordine 66]], ordina alle truppe di cloni di uccidere i loro stessi generali, fedeli alla Repubblica , mentre il [[Tempio Jedi]] viene distrutto da [[Dart Fener]], aiutato dalla Legione 501. Nel frattempo il [[Generale Grievous]] viene sconfitto e ucciso da [[Obi-Wan Kenobi]], che riesce a fuggire appena in tempo dalle sue stesse truppe mentre cercavano di ucciderlo.
Le Guerre dei Cloni si concludono ufficialmente con la seduta straordinaria del Senato, nella quale Palpatine si autoproclama Imperatore della Galassia, trasformando la Repubblica nel [[Impero Galattico (Guerre stellari)|Primo Impero Galattico]], il tutto mentre i capi separatisti vengono uccisi da Dart Fener.