Il Marzocco: differenze tra le versioni
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==Storia==
Nata un anno dopo la rivista ''[[Convito (rivista)|Convito]]'', il settimanale ''Il Marzocco''
Nella sua prima fase di vita ([[1896]]-[[1899]]), il periodico si dimostra anti-[[positivista]] e [[simbolista]], votato al culto dell<nowiki>'</nowiki>''arte per l'arte''. Il ''Manifesto'' della rivista, steso da Saverio Garano e Gabriele D'Annunzio, denota chiari ideali di [[estetismo]] antipositivista. ''Il Marzocco'' dimostra subito il suo entusiasmo per l'opera di [[Giovanni Pascoli]], che accoglie e difende. Negli anni che vanno dal 1896 al '99 la polemica del ''Marzocco'' contro l'accademismo erudito procede di pari passo con le tendenze di carattere estetizzante che vogliono ridare vita alla letteratura e alle arti figurative. Nei numeri del 17 febbraio, 7 marzo e 11 aprile [[1897]], compaiono molte liriche del poeta [[San Mauro Pascoli|forlivese]] insieme alla prosa ''Il fanciullino'' che enuncia la [[Giovanni_Pascoli#Il_poeta_e_il_fanciullino|poetica pascoliana]] di poesia come invenzione pura, al di fuori della storia e del tempo.
Nel [[1900]] la direzione della rivista passa ad [[Adolfo Orvieto]]. Avviene allora un'inversione di tendenza. Il nuovo motto è: ''"Fare guerra spietata a tutto ciò che è pura arte e pura bellezza perché il tempo della letteratura decorativa è passato"''. Collaborano
Negli anni dal [[1911]] al [[1914]] si infittiscono sulle pagine della rivista articoli di irrazionalismo politico e riscossa nazionale. Dopo l'annuncio dello scoppio della guerra dato da [[Luciano Zuccoli]] nel n. 31 del 2 agosto [[1914]], ''Marzocco'' si schiera a favore dell'[[interventismo]] italiano, riducendo così sulle sue pagine gli spazi per le attività letterarie. Nel periodo bellico ''Il Marzocco'' conduce un'aspra battaglia contro la "barbarie germanica" coinvolgendo così tutta la cultura. La rivista si fa dunque portavoce di una fazione che sostiene la necessità del conflitto.
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