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Il Seminario di Castello ospitava sia seminaristi che convittori e esterni per le scuole pubbliche minori: si parla di 130 alunni nel [[1811]].
 
Sappiamo che tea le mura si formarono uomini illustri quali [[Carlo Cattaneo]], [[Tommaso Grossi]], [[Giuseppe Sirtori]], [[Antonio Stoppani]] e [[Antonio Ghislanzoni]].
 
Nel [[1839]] fu chiuso dato che vi rimase fino al [[1842]] un collegio privato di Vito Pellizzari. Fu nel frattempo venduto all'asta nel [[1841]] a Giovanni Battista Sala, interessato alle attrezzature lignee per filatoi.
 
Il territorio lecchese divenne per l'appunto in questo periodo il maggiore polo della regione specializzato nella produzione di [[seta]]. Le ragioni della notevole evoluzione dell'industria della serica nel Lecchese sono da ricercarsi nel precoce sviluppo conosciuto dal nostro territorio nel passaggio da lavoro domestico a industriale rispetto al resto della regione, cosa che determinò la necessità di una produzione sempre più alta rispetto a quella degli altri distretti serici lombardi.
 
Nel [[1845]] divenne per l'appunto un filatoio e fu successivamente adibito a [[filanda]] con diversi rialzi, in particolar modo sui lati lunghi. Al nucleo in questione furono in seguito aggiunti l'antico molino, una bottega ed una trafileria, mentre si ricavò una [[segheria]] per il legname negli edifici adiacenti al Seminario. Nel frattempo la Ditta Sala si avviava a diventare uno dei maggiori complessi industriali di Lecco, ed il Seminario rimase il luogo della seta, al cui interno erano impiegate ben 186 operaie per la trattura e la torcitura, dal [[1893]] al [[1933]] circa. Ma se nel [[1965]] le fonti ce lo presentano come il "più importante complesso architettonico del territorio", al giorno d'oggi non ci appare alla vista altro che il vasto cortile erboso porticato.
 
Sulla parte esterna dell'edificio monastico fu invece riaperta e ripristinata al culto nel [[1869]] la chiesetta di Santa Maria Maddalena, il cui campanile risale al [[1845]].
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== Descrizione ==
 
Il fabbricato subí adattamenti a disegno da parte dell'architetto Leopoldo Pollach, che ne modificó il prospetto nel seguente modo: tre piani con [[bugnato]] e arconi al terreno, una serie di finestre centinate al terzo, quest'ultimo rialzato dai Sala per installarvi una [[filanda]]. <ref>{{cita libro|autore=Angelo Borghi|titolo=Il lago di Lecco e le valli|p=}}</ref>
 
Dal lato che dava sulla valle la facciata presentava fenestrature più o meno regolari, più fitte nel settore sud per la presenza del filatoio Sala, mentre al centro permaneva il portale precedente datato al 1768.
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Sopra i porticati un tempo correvano delle gallerie su cui si aprivano cameroni e celle.
 
La chiesetta di Santa Maria Maddalena presenta una luminosa navatella suddivisa in tre [[campate]] con [[volte a botte]] e vele, risalente probabilmente alla seconda metà del [[1600]] da come si evince dallo stile. La [[facciata]], sobria e dalle partiture classicheggianti, è forse del [[1713]], ed esibisce un [[frontone]] con [[lesene]] e [[capitelli]] compositi in [[arenaria]], allo stesso modo della decorazione del [[portale]] e della grande finestra mistilinea sovrastante. La [[cappella]] laterale collocata ad ovest appartiene al primo 1700: a questo periodo sembra risalire anche la tela dell'[[Annunciazione]], mente pare del tardo [[1600]] la pala dell'altare maggiore sulla quale è raffigurato [[Carlo Borromeo|san Carlo Borromeo]] orante il [[Crocifisso]], proveniente per certo dalla cappella dedicata ai seminaristi e dedicata all'Addolorata e a [[Carlo Borromeo|san Carlo Borromeo]].
 
Il [[presbiterio]] ospita poi due piccole tele settecentesche, tondi di vescovi e affreschi riportati dal [[convento]] di San Giacomo. In una nicchia della parete della [[navata]] è infine posto un [[Crocifisso]] scolpito sempre risalente al [[1700]], originariamente collocato nella [[cappella]] laterale.
 
 
 
]]. <ref>{{cita libro
|autore=
|p=
}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
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== Collegamenti esterni ==
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* {{}}
 
{{Portale|architettura|cattolicesimo}}
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[[Categoria:Lecco]]
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==Note ==
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