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==Storia==
===Sabino===
La tradizione locale afferma che il vescovo Sabino fu arrestato ad [[Assisi]] insieme ad altri ecclesiastici, venne imprigionato e gli furono amputate le mani<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=bYdNAAAAcAAJ&pg=PA395&lpg=PA395&dq=gregorio+magno+Sabino+di+spoleto&source=bl&ots=cRtiqMtLAa&sig=ni9UlMX28QwJVpi2sar84RYcfko&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjnh6uFuP3WAhVGUhQKHWHlC6sQ6AEIRTAG#v=onepage&q=gregorio%20magno%20Sabino%20di%20spoleto&f=false|autore=Alban Butler|titolo=San Sabino, vescovo d'Assisi|opera=Vite dei padri, dei martiri e degli altri principali santi|editore=Giuseppe Battaggia|città=Venezia|anno=1825|p=395|accesso=18 ottobre 2017}}</ref>. Nonostante avesse miracolato e guarito il proprio aguzzino, venne trasferito a Spoleto e qui ucciso a bastonate<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=AQQ-AQAAMAAJ&pg=RA1-PA488&dq=vita+di+san+sabino+di+spoleto&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjnora3lI_XAhVUF8AKHZ9wDJEQ6AEILDAB#v=onepage&q=san%20sabino%20di%20spoleto&f=false|autore=Domenico di Sant'Eusanio|titolo=L'Abruzzo-Aquilano-Santo: o sia vite de'santi, beati, ed altri servi insigni|anno=1849|editore=Tipografia Gran Sasso d'Italia|pp=485-493|accesso=26 ottobre 2017}}</ref>. Fu seppellito a un [[Miglio (unità di misura)|miglio]] dalla città, in un punto intorno al quale si estese poi un'area cemeteriale, secondo la modalità ''ad sanctum'', sepolture che per devozione si concentravano intorno alla tomba di un martire. La diffusione del culto seguì le peripezie delle [[reliquie]] del corpo che, secondo tradizione, furono suddivise e trasportate in
Scrissero di lui storici come [[Gregorio Magno]], [[Procopio di Cesarea]] e [[Paolo Diacono]]; quest'ultimo in [[Historia Langobardorum]] raccontò di quanto Sabino fosse venerato dai [[longobardi]] lungo tutto l'[[alto medioevo]], e di come il duca [[Ariulfo]] iniziò a considerarlo suo protettore quando nel 601, visitando la chiesa, in un'immagine di Sabino dipinta all'interno, riconobbe il valoroso soldato che lo aveva aiutato e difeso in battaglia contro i [[bizantini]]. Riferendosi all'edificio, il duca lo definì una ''"tam ampla domus"'', un ampio e maestoso palazzo. Lo stesso Diacono intorno al 787 menzionò "''la basilica del beato martire Sabino vescovo... in cui riposa il suo corpo venerabile''"<ref>{{cita libro|autore=Paolo Diacono|url=https://books.google.it/books?id=lpFDBJHGUMwC&printsec=frontcover&dq=paolo+diacono+storia+dei+longobardi+testo+pdf&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiA_4jQ2_jWAhUBXRQKHYS-ACsQ6AEILDAB#v=onepage&q=sabino&f=false|titolo=Vita dei Longobardi|edizione=Edizioni Studio Tesi|curatore=Italo Pin|città=Pordenone|anno=1990|p=93}}</ref>.
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