Emilio Castelar: differenze tra le versioni

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|immagine = Castelar by Josep Nin i Tudó.jpg
|didascalia = Ritratto di Emilio Castelar
|carica = 4°º [[Prima Repubblica spagnola|Presidente della Repubblica Spagnola]]
|mandatoinizio = 7 settembre [[1873]]
|mandatofine = 4 gennaio [[1874]]
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== Biografia ==
[[File:Emilio Castelar Ripoll 1901 Joaquín Sorolla y Bastida.jpg|thumb|left|upright=0.7|Castelar in un ritratto ad opera di [[Joaquín Sorolla]]]]
Emilio Castelar y Ripoll rimasto orfano a sette anni - il padre Manuel si era rifugiato a [[Gibilterra]] per sfuggire alla condanna a morte con l'accusa di filo-francesismo durante la restaurazione borbonica di [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]] - fu cresciuto dalla madre che gli ispirò l'amore per la lettura. Studiò Diritto e Filosofia a [[Madrid]] e nel [[1857]] ottenne la cattedra di Storia filosofica e Storia spagnola. Nello stesso anno fece il suo primo intervento durante un congresso del Partito Democratico e subito fu riconosciuto anche dalla stampa madrilena come un oratore eccezionale e un paladino della libertà e della democrazia.
 
Si dedicò alla politica prima scrivendo sulla stampa periodica e poi fondando nel [[1864]] il suo giornale: ''La Democrazia'' tramite il quale propugnava la sua idea di una democrazia repubblicana liberale in contrapposizione con quella di [[Francisco Pi y Margall|Pi y Margall]] più estremista e federalista. Tutti gli eventi che vanno sotto il nome di [[sessennio democratico]] lo videro in prima linea in difesa degli ideali di libertà, giustizia come base di una repubblica democratica e liberale. Memorabile fu il suo discorso alle ''"Cortes"'' nel [[1870]] in favore dell'[[Abolizionismo|abolizione]] della [[Schiavismo|schiavitù]] nelle colonie spagnole in cui disse: ''"Dopo diciannove secoli di cristianesimo ancora esistono schiavi, ma solo nei cattolicissimi paesi di [[Spagna]] e di [[Brasile]]. Mentre, dopo un secolo di lotte rivoluzionarie, non ci sono più schiavi in quei paesi dove la rivoluzione ha trionfato”.''
 
Tra i molti incarichi politico-istituzionali ricoperti in quel periodo tormentato della storia di Spagna ricordiamo la sua elezione a Presidente della [[Prima Repubblica spagnola]], seguite alle dimissioni di [[Nicolás Salmerón]] il 7 settembre [[1873]]. Castelar nel tentativo di salvare il salvabile, data la situazione drammatica del Paese, sospese i poteri del Parlamento, e affidò a militari di professione, non sempre fedeli alla Repubblica, il compito di riportare l'ordine nel paese sull'orlo dell'anarchia. Il 3 gennaio [[1874]] rassegnò le dimissioni dopo che al Parlamento fu votato Eduardo Palanca Asensi. Durante questa votazione avvenne il colpo di Stato militare del generale [[Manuel Pavía]] che sciolse definitivamente il Parlamento, offrendo a Castelar di nuovo la Presidenza della Repubblica che ricusò e che invece fu accettata dal generale [[Francisco Serrano|Serrano]].
 
La Prima Repubblica era praticamente morta e presto ci sarebbe stata la [[Restaurazione borbonica in Spagna|restaurazione borbonica]] in cui Castelar, dopo un breve esilio in [[Francia]], fece ritorno in Spagna e fu accolto nella reale Accademia spagnola, continuando la sua attività politica di impronta però riformista nel tentativo di influire in senso democratico dall'interno del sistema monarchico. Dopo che negli anni novanta furono approvati il [[suffragio universale]] e le giurie popolari Castelar si ritirò dalla vita politica consigliando ai suoi seguaci di aderire al Partito liberale di [[Práxedes Mateo Sagasta|Sagasta]].
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|carica = {{simbolo|Flag of the First Spanish Republic.svg}} [[Re di Spagna#Prima repubblica spagnola|Presidenti della Repubblica di Spagna]]
|periodo = dal 7 settembre [[1873]] al 3 gennaio [[1874]]
|precedente = [[Nicolás Salmerón]]
|successivo = [[Francisco Serrano]]
}}