Andrea Charvaz: differenze tra le versioni
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Il 20 gennaio [[1834]] fu nominato [[diocesi di Pinerolo|vescovo di Pinerolo]]; consacrato [[vescovo]] il successivo 9 marzo, prese possesso della diocesi il 31 marzo. Un terzo della popolazione della sua diocesi era allora [[valdismo|valdese]] e monsignor Charvaz si confrontò con questa realtà (che otterrà libertà religiosa solo pochi anni dopo, nel [[1848]]) riprendendo e sostenendo in due pubblicazioni le tesi di [[Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet]] secondo cui i valdesi avrebbero aderito alla [[Riforma protestante|riforma]] solo dopo essersi ribellati all'autorità della Chiesa cattolica. Allo stesso tempo contrastò le teorie del protestante [[Alexis Muston]] che sosteneva la tesi secondo cui i valdesi avrebbero avuto un'origine più antica, in [[Apostolo|età apostolica]]. Muston, che fu ospite del vescovo ed ebbe quindi modo di confrontarsi direttamente con lui, sostenne che le opere di Charvaz fossero tra le migliori scritte contro i valdesi.
Charvaz, che nelle sue lettere pastorali continuava a contrastare il protestantesimo e la diffusione da parte dei valdesi di [[Bibbia|Bibbie]] a suo dire distribuite ai cattolici per confonderli, predicò la conversione dei valdesi al cattolicesimo fondando, tra l'altro, a [[Torre Pellice]] il Priorato dell'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]], al quale apparteneva
Il mancato accoglimento di una sua proposta di modifica alla legge del 30 ottobre [[1847]] che introdusse la [[censura]] statale sui testi [[Liturgia cattolica|liturgici]], [[teologia|teologici]] e [[Catechismo|catechistici]], da lui ritenuta una limitazione all'insegnamento dei vescovi imposta da chi dai vescovi avrebbe dovuto apprendere, lo portò a rassegnare le sue dimissioni il 9 maggio [[1848]]. Gli fu assegnata la [[sede titolare]] di [[Arcidiocesi di Sebastea|Sebaste di Armenia]].
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