Dodona: differenze tra le versioni
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→Culti e storia del santuario: Culto e Note |
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Nel [[III secolo a.C.]], [[Pirro]], re dell'Epiro, fece ricostruire il santuario di Zeus in maniera grandiosa, e aggiunse molti altri edifici, con festeggiamenti che prevedevano giochi atletici, agoni musicali e tragedie da rappresentarsi nel teatro. Furono costruite delle mura che circondavano l'oracolo e gli alberi sacri, così come vennero edificati i templi di [[Eracle]] e Dione.
{{cn|Nel [[219 a.C.]], gli [[Etolia|Etoli]] invasero la regione e bruciarono il tempio fino alle fondamenta. Nonostante [[Filippo V di Macedonia]] avesse fatto ricostruire tutti gli edifici più grandi e belli di quanto fossero mai stati, e avesse aggiunto al complesso uno stadio per i giochi annuali, l'oracolo di Dodona non si riprese mai completamente. Nel [[167 a.C.]] il centro fu nuovamente distrutto e riedificato, per poi essere saccheggiato dalla tribù Trace dei [[Maedi]]. Fu poi ancora riedificato, per l'ultima volta, nel [[31 a.C.]] grazie all'[[imperatore Augusto]]. Quando il geografo e viaggiatore [[Pausania il Periegeta|Pausania]] vi sostò nel [[167]] d.C., Dodona era ridotta ad una singola quercia (''Descrizione della Grecia'', libro I, cap. XVIII). I pellegrini ad ogni modo continuarono a consultare l'oracolo fino al [[391]] d.C., quando i [[cristiani]] abbatterono l'albero. Anche se ciò che rimaneva della città era un insignificante agglomerato di casupole, il vecchio sito pagano dovette sembrare di una certa importanza alla comunità cristiana, visto che il vescovo di Dodona partecipò al [[Concilio di Efeso]] nel [[431]].}}
Scavi archeologici durati ben più di un secolo hanno riportato alla luce diversi manufatti, molti dei quali sono ora conservati al [[Museo Archeologico Nazionale di Atene]], altri al museo archeologico sito vicino a [[Ioannina]].
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