Eraclito: differenze tra le versioni

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Quando il [[Impero achemenide|re di Persia]] [[Dario I di Persia|Dario]], dopo aver letto il suo libro ''Sulla natura'', lo invitò a corte promettendogli grandi onori<ref>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', IX 13.</ref>, Eraclito rifiutò la sua proposta, rispondendogli che, mentre "tutti quelli che vivono sulla terra sono condannati a restare lontani dalla verità a causa della loro miserabile follia" (che per Eraclito consiste nel "placare l'insaziabilità dei sensi" e nell'ambizione al potere), lui invece è immune dal desiderio e rifugge ogni privilegio, fonte d'invidia, restando a casa sua e accontentandosi di quel poco che ha. Per il suo distacco dai beni materiali e il disprezzo per il potere e per la ricchezza, Eraclito non piaceva molto agli Efesini, che erano esattamente l'opposto; per questo venne criticato dagli Efesini quando riuscì a convincere il tiranno [[Melancoma]] ad abdicare e ad andare a vivere nei boschi, ad aperto contatto con la natura<ref>Clemente Alessandrino, ''Stromata'', 1, 65.</ref>. Visse in solitudine nel [[Tempio di Artemide (Efeso)|tempio di Artemide]] ove, stando a quanto dice [[Diogene Laerzio]], depose il suo libro, «avendo deciso intenzionalmente, secondo alcuni, di scriverlo in forma oscura, affinché ad esso si accostassero quelli che ne avessero la capacità e affinché non fosse dispregiato per il fatto di essere alla portata del volgo»<ref name=era>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', IX 6. Tratto da ''I Presocratici. Testimonianze e frammenti''</ref>. Mentre [[Teofrasto]] sostiene che, a causa del temperamento [[melanconia|melanconico]] di Eraclito, esso non fu mai portato a termine e fu scritto in modo discontinuo<ref>«Teofrasto sostiene che, a causa del suo temperamento melanconico, egli compose il suo scritto per un verso senza portarlo a termine e per l'altro in modo discontinuo». Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', IX 6. Tratto da ''I Presocratici. Testimonianze e frammenti''</ref>. Il testo sempre a quanto presentato da Diogene Laerzio «godette di una tale fama che alcuni se ne fecero seguaci e furono chiamati Eraclitei»<ref name=qua>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', IX 4. Tratto da ''I Presocratici. Testimonianze e frammenti''</ref>. La deposizione del libro nel tempio conferma peraltro il suo temperamento aristocratico, essendo un gesto volto a proteggerlo dalla massa degli umani.<ref>[http://www.filosofico.net/eracli.html Eraclito su ''filosofico.net''].</ref> Vivendo per lo più isolato, Eraclito trascorse gli ultimi anni prima della morte sui monti, cibandosi di sole piante, adottando una dieta strettamente [[vegetariana]].<ref>[[Indro Montanelli]], ''Storia dei Greci'', capitolo XI, Eraclito, BUR, 2010 (prima ed. 1959)</ref>
 
Durante l'eremitaggio sui monti, si ammalò di [[idropisia]] e quindi «tornò in città e, in forma di enigma, chiese ai medici se fossero capaci di far sì che dall'inondazione venisse la siccità; e poiché quelli non lo comprendevano, si seppellì in una stalla sotto il calore dello [[sterco]] animale, sperando che l'umore evaporasse». Da qui si raccontano cinque versioni leggermente diverse. Nella prima, «non avendone, neppure così, alcun giovamento, morì dopo essere vissuto sessant'anni.»<ref>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', IX 3. Tratto da ''I Presocratici. Testimonianze e frammenti''</ref>. [[Ermippo di Smirne|Ermippo]] presenta invece «ch'egli chiese ai medici se qualcuno fosse capace di essiccare l'umore vuotando gli intestini; alla loro risposta negativa, si distese al sole e ordinò ai ragazzi di ricoprirlo di sterco animale. Stando così disteso, il secondo giorno morì e fu seppellito nella piazza»<ref name="qua"/>. Mentre [[Neante di Cizico]] «dice che era rimasto lì non essendo più riuscito a staccarsi lo sterco di dosso, e che, divenuto irriconoscibile per la deformazione, fu divorato dai cani»<ref name=qua />. È possibile che la causa di morte di Eraclito sia stata proprio l'annegamento nello sterco di mucca<ref>[[Focus (periodico 1992)|Focus]], ''Morte e immortalità n° 41'', p. 64.</ref><ref>Francesco Rende, ''Come la filosofia può salvarti la vita'', 2013, [httphttps://books.google.it/books?id=BSe1hV_U6ykC&pg=PP16&lpg=PP16&dq=eraclito+annegamento&source=bl&ots=gkp39jdz_l&sig=rU9a51WlHpKLkWGbsBVuVwAiyJQ&hl=it&sa=X&ei=whW3UrvzK4PpygOY94HADQ&ved=0CHEQ6AEwCQ#v=onepage&q=eraclito%20annegamento&f=false estratto]</ref>, anche se «[[Aristotene]] nell'opera ''Su Eraclito'' dice che era guarito dall'idropisia e che era morto per un'altra malattia; questo lo afferma anche [[Ippoboto]]»<ref>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', IX 5. Tratto da ''I Presocratici. Testimonianze e frammenti''</ref>.
 
== Il pensiero ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|httphttps://asteroidi.wordpress.com|Eraclito, raccolta dei frammenti tradotti in italiano completi di testo greco}}
* {{cita web|http://archive.org/details/eraclitotestimon00bodruoft|Eraclito, "Testimonianze e frammenti", a cura di E. Bodrero, Torino 1910}}
* {{cita pubblicazione | autore =Lucia Saudelli | data =2011 | titolo =Les fleuves d'Héraclite. Un couple d'aphorismes? | rivista =Elenchos. Rivista di studi sul pensiero antico fondata da Gabriele Giannantoni | editore =[[Bibliopolis]] | numero =anno XXXII, fascicolo 1 | pp =79-94 | url =httphttpa://www.academia.edu/1223754/Les_fleuves_dHeraclite | lingua =fr }}
* [http://art-museum-online.blogspot.it/2013/11/busto-di-eraclito.html Busto 3D di Eraclito] conservato al Victoria and Albert museum di Londra