Letteratura cristiana: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Eusebio di Cesarea}}
[[File:Meister der Konkordanztafeln des Eusebius von Ceasarea 001.jpg|thumb|Tavole di concordanza. Il sistema delle tavole di concordanza fu messo a punto da Eusebio.]]
Eusebio fu il vescovo più erudito della sua epoca: oratore, esegeta, apologista, teologo e storico, tipografo e bibliofilo. Va ricordata anche la sua attività di reperimento e collezione di fonti letterarie ed archivistiche.<ref>{{cita web|url=http://www.capurromrctreccani.it/cristoenciclopedia/eusebio.htm-di-cesarea_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Eusebio di Cesarea|accesso=1213 agostonovembre 20132017}}</ref>
 
Della sua vastissima produzione letteraria si ricordano la ''Cronaca'' ([[Chronicon (Eusebio)|Chronicon]]), che venne considerata un archetipo per tutte le opere cronologiche seguenti, e la ''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Storia ecclesiastica]],'' che tratta dei primi secoli dello sviluppo del [[Cristianesimo]], dalla costituzione della Chiesa sino alla vittoria di Costantino su Licinio (324). Nella stesura della Cronaca utilizzò, per quanto riguarda la [[storia dell'Egitto]], le opere di [[Manetone]] ora perdute.
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Questo schema viene poi affiancato da un'ulteriore suddivisione delle epoche storiche, stavolta tripartita: nella prima non lottano contro le tentazioni del mondo, in quanto senza leggi; nella seconda tentano di vincere i beni materiali, ma invano; nella terza riescono finalmente a lottare contro i beni mondani, uscendone poi vittoriosi.
 
In particolare, nel pre-epilogo de ''La città di Dio'', XXII, 30, 5, Agostino scrive:<ref>[http://www.primociarlantini.it/Analitico.aspx?CitChiave=CD----022-030005000 ''XX, 30, 5''] bilingue. URL consultato il 1º maggio 2011.</ref>
{{Citazione|La settima epoca e il sabato senza fine.
Se anche il numero delle epoche, confrontato ai giorni, si calcola secondo i periodi di tempo che sembrano espressi dalla sacra Scrittura, questo sabatismo acquisterebbe maggiore evidenza dal fatto che è al settimo posto. La prima epoca, in relazione al primo giorno, sarebbe da Adamo fino al diluvio, la seconda dal diluvio fino ad Abramo, non per parità di tempo ma per numero di generazioni, perché si riscontra che ne hanno dieci ciascuna. Da quel tempo, come delimita il Vangelo di Matteo, si susseguono fino alla venuta di Cristo tre epoche, che si svolgono con quattordici generazioni ciascuna: la prima da Abramo fino a Davide, la seconda da lui fino alla deportazione in Babilonia, la terza fino alla nascita di Cristo ([[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] {{passo biblico|Matteo|1, 17}}). Sono dunque in tutto cinque epoche. La sesta è in atto, da non misurarsi con il numero delle generazioni per quel che è stato detto: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere ([[Atti]] {{passo biblico|Atti|1, 7}}). Dopo questa epoca, quasi fosse al settimo giorno, Dio riposerà quando farà riposare in se stesso, come Dio, il settimo giorno, che saremo noi. Sarebbe lungo a questo punto discutere accuratamente di ciascuna di queste epoche; tuttavia la settima sarà il nostro sabato, la cui fine non sarà un tramonto, ma il giorno del Signore, quasi ottavo dell'eternità, che è stato reso sacro dalla risurrezione di Cristo perché è allegoria profetica dell'eterno riposo non solo dello spirito ma anche del corpo. Lì riposeremo e vedremo, vedremo e ameremo, ameremo e loderemo. Ecco quel che si avrà senza fine alla fine. Infatti quale altro sarà il nostro fine, che giungere al regno che non avrà fine?||Septima erit aetas in sabbato sine fine.