Carlo Scognamiglio: differenze tra le versioni
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Nel [[1992]] viene eletto senatore nelle liste del [[Partito Liberale Italiano]], collegio senatoriale Milano 1 e lascia l'insegnamento attivo. Nella XI legislatura è presidente della [[Commissione parlamentare|Commissione senatoriale per gli Affari europei]]. Nella XII legislatura ([[1994]]) è rieletto senatore nelle liste di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] come esponente dell'[[Unione di Centro (1993)|Unione di Centro]] (liberali) e, a 49 anni di età, diviene [[Presidente del Senato]] della Repubblica con i voti del centro-destra, battendo per una sola preferenza [[Giovanni Spadolini]], sostenuto dal [[centro-sinistra]].
Nella successiva legislatura (1996-2001) viene rieletto senatore ancora nelle liste di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]. Tuttavia, nel [[1998]] aderisce alla compagine politica [[Unione Democratica per la Repubblica]] (UDR) creata da [[Francesco Cossiga]] che si proponeva la costituzione di un terzo polo alternativo al centro-destra e al centro-sinistra. Pochi mesi dopo la sua nascita l'UDR, allo scopo di evitare lo scioglimento anticipato delle Camere, accorderà la fiducia al governo presieduto da [[Massimo D'Alema]]. In questo governo ricopre l'incarico di [[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|Ministro della difesa]], promuovendo, fra l'altro, la legge sull'abolizione dell'obbligo del [[servizio militare di leva in Italia]], l'ammissione delle donne al servizio nelle forze armate<ref>[http://english.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/pdf/6433.pdf Disegno di legge n. 6433 "Delega al Governo per la riforma del servizio militare, presentato alla [[Camera dei deputati]] l'8 ottobre 1999] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131019191214/http://english.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/pdf/6433.pdf |data=19 ottobre 2013 }}</ref>, e l'elevazione dell'Arma dei Carabinieri al rango di quarta forza armata dello Stato.
Dopo l'avvio della moneta unica europea e conclusa la crisi che aveva portato alla [[guerra del Kosovo]], cioè superati i motivi politici che avevano portato l'UDR a formare la coalizione che sosteneva il [[governo D'Alema I]], non entra a fare parte del [[governo D'Alema II|secondo governo D'Alema]].
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