Gesù nell'arte: differenze tra le versioni
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Dal II al IV secolo le testimonianze scritte descrivono Gesù in maniera contrastante. In particolare nel III secolo viene ritratto in ambienti [[gnosi|gnostici]] e [[sincretismo|sincretisti]] assieme ad altri filosofi.
Nei primi secoli del Cristianesimo non si hanno rappresentazioni dirette di Gesù, ma piuttosto simboli o immagini allegoriche, come il [[Pescatore]] (l'[[Ictus (disambigua)|acronimo del pesce]] in greco aveva un significato
Nel periodo tardo antico, con la secolarizzazione del culto cristiano e il distacco dalla tradizione ebraica, si diffondono rappresentazioni dirette di Gesù, raffigurato come giovane imberbe fino al [[VI secolo]]; entro il [[IV secolo]] compare anche il Gesù barbuto e con i capelli lunghi, che diventerà la sua raffigurazione canonica (ad es. miniature dell'Evangeliario siriaco di Rãbulã, [[Firenze]], [[Laurenziana]]; mosaici di [[S. Apollinare Nuovo]] a [[Ravenna]]).
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Successivamente il Gesù imberbe scompare dall'oriente mentre appare talvolta nell'arte [[carolingia]] e [[Arte romanica|romanica]]. L'affermarsi dell'immagine barbuta venne influenzata dall'affermarsi di immagini ritenute autentiche come il [[Mandylion]] e la Sacra Sindone. In età bizantina l'iconografia di Gesù viene codificata rigorosamente, anche a seguito della disputa sull'[[iconoclastia]].
Dal [[Rinascimento]] si ha in Occidente un'evoluzione, rompendo la fissità delle raffigurazioni [[Impero bizantino|bizantine]]. In quest'epoca la figura di Gesù si laicizza e diventa il prototipo dell'uomo perfetto, come nelle rappresentazioni coeve del ''[[Salvator mundi]]''. Tale visione avrà il suo massimo esponente in [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] che nel Giudizio universale recupera l'immagine paleocristiana del Cristo imberbe.
==Musica==
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