Nuova oggettività: differenze tra le versioni
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[[Piel Jutzi]] ad esempio mescolò scene vere di [[documentario]] con scene di finzione (''[[Il viaggio di mamma Krausens verso la felicità]]'', [[1929]], o ''[[Nostro pane quotidiano]]'', [[1929]]), con comparse non professioniste assieme ad attori, luoghi originali e scene di vera vita quotidiana. Oppure ''[[Kühle Wampe]]'', girato nel [[1932]] da [[Slatan Dudow]] e [[Bertolt Brecht]], mostra la storia di finzione di un operaio che si uccide, ma mostra anche lunghe riprese di Berlino e del campeggio che ospitava i cittadini rimasti senza casa chiamato appunto "Kühle Wampe".
Un grande tema della Nuova oggettività fu quello della strada, intesa come luogo di perdizione e divoratrice di vite umane (''[[La strada (film 1923)|La strada]]'' di [[Karl Grune]], [[1923]], ''[[Tragedia
Aderente al realismo, ma di stampo più teatrale, è l'opera del grande regista [[Georg Wilhelm Pabst]], artefice di alcuni ritratti femminili tra più affascinanti della storia del cinema, con la "trilogia della donna perduta" (''[[La via senza gioia]]'', [[1925]], ''[[Il vaso di Pandora (film 1929)|Il vaso di Pandora]]'', [[1929]], e ''[[Diario di una donna perduta]]'', [[1929]]), che ebbe come protagoniste [[Asta Nielsen]], una giovane [[Greta Garbo]] e [[Louise Brooks]], entrata col suo caschetto nero nell'immaginario collettivo come donna-icona della sua epoca.
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