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| Schieramento1 = [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[Francia nell'età moderna|Regno di Francia]] <br /> [[File:Kingdom of Savoy.svg|20px|border]] [[Regno di Sardegna]] <br /> {{simbolo|Flag of the Duchy of Parma.svg|22}} [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato di Parma]]
| Schieramento2 = [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Sacro Romano Impero]]
| Comandante1 = [[File:Kingdom of Savoy.svg|20px|border]] [[Carlo Emanuele III di Savoia]] <br /> {{simbolo|Flag of the Duchy of Parma.svg|22}} [[Carlo III di Spagna|Carlo I di Borbone]] <br /> [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[François-Marie de Broglie (1671-1745)|François-Marie de Broglie]] <br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[François de Franquetot de Coigny]] <br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[Claude Louis Hector de Villars]]<br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[Noël Jourda]] <br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[Jean-Baptiste Desmarets]] <br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[Louis Georges Érasme de Contades]] <br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] François d'Harcourt <br />[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] Aimery de Cassagnet de Tilladet <br /> [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] Louis de Clermont-Tonnerren <br /> [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] François d'Affry <br /> [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] Georges-Jacques Clermont-Gallerande d'Amboise † <br /> [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] Alexandre de Gilbert de Salieres † <br /> [[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] Charles-René Armand du Tremoille
| Comandante2 = [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Claudio Florimondo di Mercy|Claudio Florimondo d'Argenteau, conte di Mercy]] <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Federico Luigi di Württemberg-Winnental]] <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Friedrich Heinrich von Seckendorff]] <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] Johann Andreas Graf von Hamilton <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] [[Léopold Marc du Ligneville]] † <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] Franz Hector de Vins <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] Franz Rudolph von Hohenems <br /> [[File:Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg|20px|border]] Heinrich Wilhelm von Wilczek
| Effettivi1 = 60.000 uomini circa <br /> Insorti colornesi
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[[File:Carlo Emanuele III Venaria.jpg|thumb|left|upright=0.7|Carlo Emanuele III di Savoia, [[Regno di Sardegna|Re di Sardegna]]]]
Gli austriaci erano sotto il comando di un altro duo, il maresciallo [[Claudio Florimondo di Mercy]] e [[Federico Luigi di Württemberg-Winnental]]. I preparativi per la battaglia furono molto lenti, a causa delle divergenze di opinione tra i due comandanti, e tra febbraio e aprile 1734 gli eserciti austro-tedeschi, che, secondo le gazzette dell'epoca, ammontavano a sessantamilacinquantamila uomini, furono radunati a [[Mantova]]. Si spostarono verso [[Parma]], attraversando il fiume [[Po]] il 2 maggio con due ponti improvvisati, a Portole e Monte di San Benedetto, occupando [[Mirandola]], [[Guastalla]] e [[Novellara]] e stanziandosi con il grosso delle unità a [[Sorbolo a Levante|Ponte Sorbolo]] e a [[Serraglio mantovano]].
 
Il [[maresciallo di Francia|maresciallo]] [[Claude Louis Hector de Villars| Villars]], dopo aver attraversato il Po all'altezza di [[Casalmaggiore]], pose il suo quartier generale nel centro dell'armata formando una linea difensiva fortificata forte di circa ventimila soldati scelti, posizionandosi all'altezza di Sacca località a nord di Colorno, territori del [[Ducato di Parma e Piacenza|ducato di Parma]] di [[Carlo III di Spagna|Carlo I]], già alleato dei francesi ed impegnato nella guerra contro gli austriaci nelle due Sicilie.
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Il 24 Maggio, [[Sacro Romano Impero|truppe Imperiali]] stanziate a [[Sorbolo a Levante|Ponte Sorbolo]] che avevano come obiettivo d'impossessarsi dei territori del [[Provincia di Parma|parmense]], fecero avanzare ai di là dell'[[Enza]] un corpo di quattordicimila uomini posizionandosi a Frassinara località di campagna del parmense verso Colorno. Le rimanenti unità erano rimaste accampate al presidio di Ponte di Sorbolo, inoltre avevano un distaccamento di seimila uomini a Guastalla, uno di sette-ottomila a [[San Benedetto Po]] ed il rimanente della loro armata era stanziata nel [[Serraglio mantovano|Serraglio]].
 
Il 25 maggio avvenne un primo tentativo di occupare il [[Palazzo Ducale (Colorno)|Palazzo di Colorno]]: [[Federico Luigi di Württemberg-Winnental]], venne erroneamente informato che il paese era sprovvisto di guarnigioni a difesa, ed inviò un distaccamento di circa duecento Usseri e Dragoni austro-tedeschi ad occuparlo, ma furono respinti dalle milizie francesi comandate da [[Jean-Baptiste Desmarets]], marchese di Maillebois, che difese il palazzo con quattro compagnie di granatieri, che nella carica uccisero una trentina tra Dragoni e Ussari.
 
Il giorno seguente, il marchese di Maillebois fece rinforzare la guarnigione con ulteriori quattrocento uomini, lasciando al comando Aimery de Cassagnet de Tilladet, Marchese di Fimarçon e Colonnello del Reggimento di Borbone, mentre dall'altra parte il generale tedesco marchese Leopold Marc du Ligneville, alla testa di circa ottocento granatieri e altrettanti corazzieri, si mobilitò per il secondo tentativo di occupazione di Colorno.
 
L'avanguardia del distaccamento Imperiale, che era di cento uomini di cavalleria, fu attaccata nella sua marcia verso Colorno da una squadra di trenta Dragoni e trenta Ussari, sotto il comando del Signor Daniel Capitano d’ Ussari il quale li respinse e costringendo gli Imperiali a ritirarsi, ma dopo aver perso non meno di una ventina di Dragoni. Il resto delle truppe Imperiali che arrivarono in Colorno, faticarono non poco per potervi entrare ed impiegandovi più di due ore: i Granatieri francesi che erano posti dietro le mura dei terrapieni dei giardini, fecero due cariche contro i Corazzieri tedeschi, uccidendone non meno di dodici e respingendo il secondo attacco.
 
Già dal 28 di maggio, truppe franco-sardedi rinforzo francesi si mobilitarono per passare il Po, accampandosiportandosi nel campo di Sacca, ea Sanguigna,ridosso localitàdel fiume Po nelle vicinanzecampagne di Colorno.
 
Il 1 giugno, con un corpo di circa quattordicimila uomini di Fanteria e milleduecento di Cavalleria, truppe Imperiali si ripresentarono in Colorno con l'intenzione di prendere il paese e il suo castello. Il Signor [[Louis Georges Érasme de Contades]] che si trovava con quattrocento uomini a difenderlo, combatté con tenacia respingendo per più di un ora gli attacchi degli invasori, e riuscendo anche a mantenere la posizione dopo il fuoco di tre scariche di artiglieria.
 
Il Marchese di Mallebois appresa la notizia dell'attacco Imperiale, avanzò dal campo di Sacca con dieci compagnie di Granatieri in soccorso del Signor Contades, ma giunto in paese, vide che esso era in procinto di cadere in mani nemiche, e che il ponte che dava l'accesso alla piazza era già stato occupato. Si limitò solamente a favorire la ritirata di Contades e dei suoi reduci.
 
Il Signor Darsy, Capitano di reggimento di Picardie, assicurata la fuga di Contades, rimase a difendere del [[Palazzo Ducale (Colorno)|Palazzo]]: si barricò dentro una torre con una trentina di uomini e si difese fino alla capitolazione. Le vittime imperiali di quel giorno furono più di trecento tra cui il generale marchese Leopold Marc du Ligneville, che uscì allo scoperto per guidare l'assalto del Palazzo il suo reggimento: fu colpito da piùnumerosi colpi di fucile e precipitoprecipitò nel greto del torrente nelnelle fasi del primo attacco al paese. Il corpo di Ligneville verrà sepolto a Colorno il 3 giugno dopo aver ricevuto gli onori militari.
 
Per Colorno segui una serie di devastazioni da parte delle occupanti truppe imperiali: non vennero risparmiati i luoghi sacri, gli archivi della comunità del paese come quelli parrocchiali vennero in parte depredati e parte bruciati, stessa sorte per quel che restava degli arredi del palazzo e dei giardini, in parte saccheggiati e in parte distrutti, anche se in realtà il [[Ducato di Parma e Piacenza|duca di Parma]] [[Carlo III di Spagna|Carlo Idi Borbone]], prima della partenza per la [[conquista borbonica delle Due Sicilie|conquista delle Due Sicilie]] e visto l'avvicinarsi delle truppe imperiali nel nord Italia, mise in sicurezza a Genova parte dei suoi averi della [[Collezione Farnese]] custoditi nel Palazzo di Colorno e a Parma, in attesa di rientrare in momenti di più sicuri.
 
===La ripresa franco-piemontese di Colorno===
Tra il 2 eIl 3 giugno, ventimila soldati di Francia a cui si aggiunsero circa ventimila soldati del Regno di Sardegna sotto il comando di Carlo Emanuele III di Savoia, passarono il Po stanziandosi negliaccampandosi accampamenti di Sacca ea Sanguigna, mentre gli austriaci rinforzarono le difese richiamando verso Colorno l'armata Imperiale comandata da Maggiore Generale Conte d'Hennin, con l'ordine di portarvi pezzi d'artiglieria e i pontoni sotto la scorta di cento cavalieri e di settecento fanti del Reggimento di Bareith.
 
IlLo 3stesso di giugno alcunegiorno, ronde delle truppe imperiali si portarono in ricognizione nei dintorni di Colorno, al fine di studiare i movimenti nemici: alcuni di esse marciarono fino a ridosso delle prime trincee difensive dell'accampamento di Sacca. Nel ritirarsi alle prime schermaglie francesi, notarono un grosso corpo di cavalleria che avanzava verso Colorno, valutato come il preludio di un'attacco imminente sulattacco al paese. Le truppe di Württemberg vennero schierate in difesa e venne ordinato all'artiglieria di accelerare la marcia, che arrivarono il giorno dopo al campo.
 
IlAll'alba del 4 giugno, il Marchese di Maillebois, unitamente al Maresciallo di campo Signor d’Affres Marchese dell’Isle, il Signor di Thomè Brigadiere, ilCharles-René Armand Duca di TrimouilleTremoille e Colonnello del Reggimento di Champagne e il Signor di SovillacSouillac Tenente Colonnello del Reggimento di PiccardiePicardie, avanzò verso Colorno alla testa di venti compagnie di granatieri e di altrettante di picchetti, suddivisi in quattro colonne. Queste truppe entrarono da tre differenti posizioni in quella parte del paese che rimane al di là della [[Parma (torrente)|Parma]] verso nord, penetrando di casa in casa e cacciando i nemici. I colornesi rimasero fedeli al Duca di Parma, [[Carlo III di Spagna|Don Carlo]], legittimo discendente di casa Farnese: vi è prova che Preti e paesani del luogo combatterono contro gli invasori austro-tedeschi.
 
PoiLe truppe franco-sarde si disposero in ordine di battaglia lungo la destra e la sinistra del ponte di Colorno per tenerlo coperto da eventuali attacchi Imperiali, e poter attaccare con più sicurezza l'altro ponte di pietra che era sulla foce al torrente [[Lorno]] poiché era ancora sotto il controllo di un presidio austriaco.
 
Questo ponte, fu attaccato dal Signor Thomè che alla testa del suo distaccamento mise in rotta i nemici, i quali in ritirandosi vennero ulteriormente decimati dal fuoco dei granatieri che erano nel centro della linee di battaglia agli ordini del Marchese di Maillebois.
 
[[File:Torre delle acque.jpg|thumb|left|upright=0.7|La [[Torre delle Acque|Torre delle acque]] oggi: sui muri sono ancora visibili i segni lasciati dalla artiglieria Imperiale nello scontro del 4 giugno]]
Occupando la vicina [[Torre delle Acque|Torre]], gli uomini di Thomè riuscirono ad avere il controllo di un punto strategico, che dava a loro la possibilità di controllare meglio i movimenti nemici dal Palazzo e dalla piazza del paese.
 
L'armata Imperiale si dispose in ordine di battaglia al di qua della Parma, e rinforzata la guarnigione di Colorno con dieci compagnie di granatieri un centinaio di uomini di picchetto, sotto il comando del Maggiore Generale Conte de Sins, e verso le otto di mattina, occupate le case limitrofe e dai giardini, aprirono un intenso fuoco sui nemici dallache testadurò dello pontespazio di tre ore. I francesi non riuscendo a superarlosuperare il ponte della piazza, ripiegarono inizialmente nelle vicine case, dalle quali riuscirono comunque a tenere sotto fuoco continuo gli imperiali, e solo sul calar della notte vennero drizzate le batterie tenendo il tiro delle artiglierie in un solo punto per aprire una breccia sulla linea franceseImperiale austro-tedesca.
 
Gli imperiali in risposta disposero in linea di battaglia tutta la fanteria che si trovava in Colorno, lungo l'altra parte che sta al di qua del fiume Parma e occupate le case limitrofe e dai giardini iniziarono un massiccio fuoco che durò lo spazio di tre ore contro le truppe francesi, che erano già in ordine di battaglia dall'altra sponda del fiume. Ma essendoEssendo di gran lunga superiore quelloil fuoco dei franco-sardi, che riuscirono poi a passare il ponte e riuscirono ad occupareoccuparono i primi appartamenti e le prime case, costringendo le truppe Imperiali a ritirarsi nel Palazzo ed in particolare nei giardini che divenne la dritta della linea di battaglia, da cui continuarono a far fuoco tutta quella notte. I colornesi rimasero fedeli al Duca di Parma, [[Carlo III di Spagna|Don Carlo]], legittimo discendente di casa Farnese: vi è prova che Preti e paesani del luogo combatterono contro le truppe invasori austro-tedesche.
 
Il Marchese di Maillebois fece fabbricare due ponti sul Lorno non lontani dal paese e il palazzo, su dei quali passarono la fanteria e la cavalleria , e si accamparono dovenelle s'incontravicinanze ladella foce del fiume Lorno con [[Parma (torrente)|la Parma]], ed estendendosi verso S. Andrea in direzione Parma. Quella notte le ronde austriache notarono intensi movimenti di truppe franco-sarde altra parte del fiume, intenti marciare allalentamente volta diverso Parma che, i Generali Imperiali interpretarono come manovre d'aggiramento delle linee e si comincio a meditare una possibile ritirata.
 
La mattina del 5 giugno duemila soldati delle truppe Imperiali si presentarono fuori le loro trincee posizionandosi di fronte i due ponti che erano sul torrente Lorno, mantenedo lail linealetto della Parma tra loro e i francesi, che erano posti dall'altra parte del fiume. Essendo però sotto il tiro continuo continuo delle truppe franco-piemontesi, lisi costrinse a ritirarsiritirarono e smobilitaresmobilitarono in fretta e furia tutta l'artiglieria facendola defilare dalle linee. Ne approfittarono i francesi che avanzarono con dieci compagnie dì granatieri, dieci di picchetti e altrettanti di cavalleria e fanteria, passarono in massa la Parma e liberarono definitivamente Colorno dalla presenza austriaca.
 
Il Maresciallo di campo Marchese di Pezè si staccò dalle armate assieme al Signor di Valcourt Comandante di una brigata di carabinieri, con al seguito duecento granatieri e cinquecento cavalieri, all'inseguimento dei i nemici in ritirata. Ma non riusci a raggiungerli: riferì solo di aver visto la loro ultima colonna incamminarsi alla volta di [[Sorbolo a Levante|Ponte Sorbolo]].