Zelda Sayre Fitzgerald: differenze tra le versioni

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=== Influenza culturale ===
In seguito alla morte di Scott e Zelda, la loro produzione letteraria fu oggetto di una grande riscoperta. Fondamentale è stato il ruolo dello scenografo [[Budd Schulberg]], che nel 1950 diresse ''I disincantati'', dove Scott viene dipinto come un mito degli anni venti, prigioniero della sua stessa leggenda. Contemporaneamente, il professore [[Arthur Mizener]] (docente all'università di Cornell) scrisse ''The Far Side of Paradise'', biografia di Francis Scott che fu altrettanto fondamentale nel ravvivamento del culto dei due coniugi «belli e dannati». Grazie alla penna di Mizener, il fallimento di Scott e Zelda non venne più condannato, in favore di una visione più «affascinante» della loro vita.
[[File:Copy of Last Flapper Act 1 10-8 132 0001.jpg|thumb|Lance Adell come Scott e Lauren Bloom comenei panni di Zelda in ''The Last Flapper'', drammatizzazione scenica della vita di Zelda Sayre]]
''I disincantati'' fece il proprio debutto a [[Broadway]] nel 1958. Sempre nello stesso anno una delle vecchie fiamme di Scott, [[Sheilah Graham]], pubblicò le proprie memorie sugli ultimi anni trascorsi con l'uomo in un libro denominato ''Adorabile infedele''. ''Adorabile infedele'' fu un best-seller, e venne addirittura realizzata una [[Adorabile infedele|trasposizione cinematografica]], alla quale presero parte [[Gregory Peck]] nelle vesti di Scott e [[Deborah Kerr]] come Graham. L'affresco umano e drammatico della vita dei due, tuttavia, emerse definitivamente solo con il lavoro di [[Nancy Milford]], scrittrice di ''Zelda: A Biography'', prima trattazione della vita di Zelda dal sapore esclusivamente biografico. Finalista per il [[premio Pulitzer]] e il [[National Book Award]], l'opera della Milford fu in vetta alle classifiche dei best-seller per moltissime settimane. Il libro realizza uno dei desideri più profondi di Zelda, quella di esser considerata una scrittrice a sé stante: viene finalmente sottolineato, inoltre, quanto i talenti della donna fossero sminuiti a causa del marito. Fu proprio così tra l'altro che Zelda, donna dal potenziale inespresso a causa di una società patriarcale, divenne un simbolo del [[Femminismo|movimento femminista]] degli anni 70.