Teresa Raquin (romanzo): differenze tra le versioni

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[[File:Hippolyte taine.jpg|thumb|left|160px|Hippolyte Taine]]
Rifuggendo dalla polemica che va inscenandosi pubblicamente, Taine scrive all'autore in privato, il 2 dicembre. Ha molto apprezzato il libro, «interamente costruito su un'idea giusta; [...] fa trasparire un vero artista, un osservatore serio che non cerca consensi ma la verità».<ref name="Taine">In E. Zola, ''Correspondance'', cit., p. 533.</ref> Taine accosta addirittura il giovane romanziere a [[William Shakespeare|Shakespeare]] e [[Charles Dickens|Dickens]], vedendo in lui un autore molto valido, oltre che l'artista capace di incarnare, a livello letterario, le sue posizioni filosofiche. Tuttavia, preferirebbe un soggetto di più ampio respiro; anziché limitarsi ad analizzare un contesto ristretto, la letteratura dovrebbe, secondo lui, abbracciare più vasti orizzonti, descrivendo la società nel suo complesso, per metterne in luce le dinamiche e le interazioni profonde. «Ci vogliono, a destra e a sinistra, delle biografie, dei personaggi, degli indizi che rivelino il grande insieme, le antitesi di ogni sorta, le compensazioni; in breve, ciò che va al di là del vostro soggetto», scrive.<ref name="Taine"/>
 
Sainte-Beuve attende l'uscita della seconda edizione per far conoscere le proprie considerazioni a Zola, cui le invia il 10 giugno 1868. L'opera è a suo dire «notevole», e «per certi versi» potrebbe addirittura «fare epoca nella storia del romanzo contemporaneo».<ref>In E. Zola, ''Œuvres complètes'', cit., p. 680.</ref> Tuttavia, il passaggio del Pont-Neuf, che Sainte-Beuve conosce bene, non è descritto in maniera verosimile, gli viene attribuita una cupezza eccessiva, frutto dell'invenzione dell'autore. Non lo convince nemmeno il rimorso puramente fisiologico che cerca di attribuire ai protagonisti, poiché nel romanzo il rimorso non è altro che «la trasposizione del rimorso morale ordinario».
 
''Thérèse Raquin'' esce ad aprile in una seconda edizione. Dopo aver sostenuto per anni, sui giornali, il nascente naturalismo di derivazione tainiana, Zola premette al volume un testo che canonizza una volta di più la sua estetica e la sua poetica. Il problema morale è per lui un finto problema, quando si parla di letteratura, perché la letteratura è una scienza, e «il rimprovero d'immoralità, in materia di scienza, non significa assolutamente nulla». La descrizione dei fatti - anche i più scabrosi - e dei personaggi è stata condotta «con la sola curiosità dello studioso».<ref>E. Zola, ''Œuvres complètes'', cit., p. 521.</ref> In qualità di "scrittore-chirurgo" ha cercato unicamente la verità, senza risparmiarsi, compiendo un'indagine fisiologica e psicologica. ''Thérèse Raquin'' si avvale del «metodo moderno», che non è altro che «lo studio del temperamento e delle modifiche profonde cui va incontro un organismo, sotto la pressione dei ''milieu'' e delle circostanze».<ref>E. Zola, ''Œuvres complètes'', cit., p. 522.</ref> Non il gusto delle corruzioni umane l'ha guidato, ma l'amore per l'analisi scientifica e onesta, per la descrizione della realtà.