Francesco Cucca: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
'''Francesco Cucca''', nacque a Nuoro nel 1882. Fu narratore e poeta mercante che seppe conciliare le esigenze per gli affari col gusto per la letteratura e per la poesia. Uomo eclettico e raffinato, egli fu animato da un incontenibile spirito d'avventura. Dopo aver svolto il lavoro di servo pastore, nel 1896 all'età di 14 anni, dalla Barbagia partì per Iglesias e lì lavorò come garzone di cantina, e più tardi andò in miniera. La sera leggeva e studiava. Cominciò la raccolta di libri, di riviste, di giornali e raccolte antologiche degli autori della letteratura del periodo: [[Satta]], [[Carducci]], [[Pascoli]], [[D'Annunzio]], [[Stecchetti]]. Passò poi alle dipendenze di un'impresa di Livorno che importava legname dall'Africa e fu mandato in Tunisia, come rappresentante, procuratore e amministratore all'età di vent'anni. Andò in Africa nel 1902 e vi rimase fino al 1939. Viaggiò per città e per villaggi; conobbe popoli, usi e costumi diversi, li studiò e ne assimilò la cultura al punto di essere considerato e trattato dagli arabi come uno di loro. Studiava molto ed alle letture dedicava non poche delle ore che riusciva a strappare al suo quotidiano lavoro. Parlava e scriveva correttamente diverse lingue ed era informato sui più importanti avvenimenti letterari. In terra maghrebina cominciò la sua produzione in prosa e in versi: ''I racconti del gorbino'' (1909); le ''Veglie beduine'' (1912), le ''Galoppate nell'Islam'' (1922), e il romanzo ''Muni Rosa del Suf'' (pubblicato postumo nel 1996). Aderì al socialismo rivoluzionario e all'anarchismo. Anticlericale, anticolonialista, anti interventista, preferì vivere da uomo libero. Strinse rapporti con [[Sebastiano Satta]], con i fratelli Deffenu, con [[Grazia Deledda]], con [[Paolo Orano]], con [[Giuseppe Lipparini]], con [[Mario Puccini]], con [[Ezio Bartalini]], con tutto il movimento anarchico e socialista italiano negli anni dal 1906. Collaborò a "L'Unione di Tunisi" diretta dal rivoluzionario [[Ettore Sottovia]]. Nel 1939, lasciò l'Africa definitivamente, risiedendo prima a Roma, poi a Napoli, dove morì nel 1947.<ref>
== Opere ==
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*Attilio Deffenu, ''Un poeta sardo arabo'', in «Sardegna!», vol. 1, n. 2, 1914.
*Raimondo Carta Raspi, ''Francesco Cucca'', in «Il Nuraghe», vol. 1, n. 3, 1923.
*Giuseppe Marci, ''Narrativa sarda del Novecento. Immagini e sentimento dell'identità'', Cagliari, Cuec, 1991, pp.
*Dino Manca, ''F. Cucca: poeta sardo-arabo'', in «La Grotta della vipera», XVIII, 60-61 (1992), pp.
*Dino Manca, ''Dall'isola natale al maghreb: profilo di Francesco Cucca'', in «Sardegna fieristica», n. 32, 1993.
*Dino Manca, ''Voglia d'Africa. La personalità e l'opera di un poeta errante'', Nuoro, Il Maestrale, 1996.
*M. Brigaglia, ''La Sardegna dall'età giolittiana al fascismo'', in ''Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità a oggi. La Sardegna'', Torino, Einaudi, 1998.
*G. Rimondi, ''Paesaggi sonori. Lo Spazio della musica nell'opera di Francesco Cucca'', in “La Grotta della vipera”, XXV, 87, 1999, pp.
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