Discussione:Cazzo/2010-06-05: differenze tra le versioni
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A me sembra che questo passo è chiaramente fuori luogo, non facendo riferimento alla parola 'cazzo', sarebbe da spostare. E poi dell'originale non ci si dice niente?
<sup>L'organo genitale maschile diventa protagonista - fino a parlare in prima persona e a cambiare la vita del protagonista - nel film di coproduzione USA-Germania, "Lei ... io & lui" (uscito nelle sale cinematografiche nel 1989, con il titolo originale di "Me and Him" sul mercato statunitense, e come "Ich Und Er" su quello germanico). Diretto da Doris Dorrie e remake di una pellicola di Luciano Salce del 1973 ("Io e lui") il film è tratto dal romanzo omonimo scritto da Alberto Moravia nel 1971, appunto Io e lui.</sup>
<sup>Nel plot filmico di Dorrie, è un architetto-yuppie di New York, tale Bert - sposato e con prole - a vedere cambiare la sua vita il giorno del suo trentacinquesimo compleanno, quando inizia a sentire una voce - la voce di lui - provenire dall'interno della sua patta dei pantaloni per incitarlo alle più sfrenate imprese per dare vita ad una scalata al successo professionale (ma anche ad una vita sessuale sfrenata).</sup>
<sup>Buona parte della critica - a dirla tutta - non fu benevola con questo film, tacciato di grevità e volgarità. E uguale sorte era stata riservata a suo tempo all'originale di Salce, che - in maniera più aderente al testo originale, e non solo nello sviluppo dei dialoghi - visualizzava il sesso maschile pene attraverso i topos più comuni, quali alberi, colonne, pompe di benzina, dirigibili, zampilli, e financo statue del Foro Italico). Neanche il romanzo dello stesso Moravia - pure centrato su un tema serio, come quello della contrapposizione (talvolta conflittuale), tra ragione e istinto, fu accolto benevolmente, a differenza di molti altri suoi scritti.</sup>
<sup>Lo stesso Moravia, voyeur del mondo e del costume, e che sulla sessualità non aveva timore di esprimersi, in una intervista a "Magazine littéraire" parlando a proposito del romanzo "Io e lui" e del suo successivo, "L'uomo che guarda", ebbe occasione di esplicitare in maniera (si direbbe, definitiva), il suo pensiero in proposito: " ... il sesso dell'uomo faceva parte degli studi accademici", a differenza ad esempio "del colore del pube". E: "Nel Rinascimento si scolpiva l'uomo con i suoi testicoli e la donna con il suo triangolo", ma "abolendo il vello".</sup>
<sup>Intervista ad Alberto Moravia, "Magazine littéraire"</sup>
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