Fractional Orbital Bombardment System: differenze tra le versioni

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==Sviluppo==
L'esigenza per le [[forze armate sovietiche]] di disporre di un sistema missilistico a lunghissimo raggio emerse nei primi anni 60. Infatti, all'epoca la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] disponeva di basi di lancio missilistiche in [[Turchia]] ed [[Europa]], che gli consentivano di colpire il territorio sovietico con un preavviso minimo. Nel tentativo di porre rimedio a questa situazione di svantaggio, i vertici sovietici decisero di sviluppare un sistema d'attacco orbitale: in pratica, si trattava di mettere in orbita alcune testate nucleari, che potessero essere fatte rientrare sulla [[Terra]] in caso di conflitto armato.<br />
Nel [[1961]], fu quindi emesso il requisito '''GR-1''' (Razzo Globale 1), che in pratica richiedeva lo sviluppo di un sistema in grado di mettere una testata nucleare del peso di 1.500&nbsp;kg in una [[orbita terrestre bassa]] di 150&nbsp;km. La testata avrebbe dovuto essere in grado di rientrare ed attaccare gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] continentali in ogni direzione, prima che questa fosse individuata dai radar d'allerta missilistico della difesa americana<ref name="GR-1">[http://www.astronautix.com/lvs/gr1.htm GR-1] {{webarchive|url=https://www.webcitation.org/6JOELCkoQ?url=http://www.astronautix.com/lvs/gr1.htm |data=4 settembre 2013 }}.</ref>.<br />
Le proposte furono tre.
*'''R-36O''': proposto da [[Michail Kuz'mič Jangel']], si trattava di una versione per impiego orbitale del missile balistico intercontinentale '''R-36''' ([[nome in codice NATO]]: [[R-36|SS-9 Scarp]]). Si trattò poi della proposta che venne effettivamente portata avanti.
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Il momento ideale per il lancio era il tardo pomeriggio: in questo modo, infatti, i sovietici avrebbero potuto seguire tutto il “viaggio” della testata. Questa avrebbe dovuto essere posta in un'orbita bassa ellittica, vicina al polo. Dopo il lancio, l'unità manovrabile orientava la navetta spaziale nell'orbita e determinava in modo autonomo il momento ideale per interrompere le manovre e far rientrare il veicolo sulla [[Terra]], verso l'obiettivo. Per evitare di violare i trattati internazionali, i veicoli rientravano sempre prima di completare l'orbita: da qui il nome di “orbita frazionata”.<br />
I pregi di questo sistema erano evidenti. Infatti, con il sistema delle “testate orbitanti”, era possibile non solo attaccare qualunque obiettivo, ma anche farlo di sorpresa. Infatti, i sovietici erano in grado di colpire gli Stati Uniti continentali senza che le loro testate fossero intercettate dai radar d'allerta. In particolare, era possibile distruggere tutte le principali installazioni di comando americane, nonché i radar [[Missile anti-balistico|ABM]] con i relativi impianti di difesa antimissile.<br />
Tuttavia, i limiti erano molteplici. Intanto, si trattava di un sistema molto complesso. Inoltre, le esigenze “orbitali” ridussero il payload massimo caricabile, e quindi le testate erano relativamente poco potenti in confronto a quelle dei normali ICBM. Vi era poi il problema della scarsa precisione, tanto che alcuni esperti americani misero in dubbio la reale efficacia del sistema, visto il CEP molto elevato. A questo occorre infine aggiungere che il vantaggio della sorpresa venne completamente annullato negli [[anni 1970|anni settanta]], quando gli americani misero in orbita dei [[satellite artificiale|satelliti]] d'allerta all'infrarosso<ref name="OGCh">[http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm OGCh] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091130012922/http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm |data=30 novembre 2009 }}.</ref>.
 
==Utilizzo==