Chiesa e convento di San Matteo: differenze tra le versioni
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Inizialmente rurale quindi, il territorio subì molte trasformazioni dovute all’incremento edilizio iniziato con la costruzione del monastero.
Inizialmente denominata con il fitotoponimo Spina Alba, in breve tempo prese anche la denominazione di Fossabandi, per indicare il luogo dei primi acquisti terreni del cenobio. <ref>C. Violante, ''Economia, società, istituzioni a Pisa nel medioevo: saggi e ricerche'', Edizioni Dedalo, Bari, 1980, pp.26-27.</ref>
== Il monastero ==
La prima badessa du Ermingarda, forse figlia di Ildeberto Albizo e Teuta, mentre la seconda fu Teuta II, probabilmente nipote dei fondatori.
La cronologia delle madri superiori si può evincere dai documenti sulle attività del patrimonio fondiario del monastero.
A Teuta succedette Mingarda, attestata in un documento del [[1116]]: è a lei che [[Papa Pasquale II]] indirizzò il diritto di sepoltura concesso al monastero.
Nei secoli XI-XIV il patrimonio del monastero aumentò molto, grazie ai lasciti dei coniugi fondatori e alle donazioni di privati, che erano per lo più terreni.
Le badesse, tramite il compra e vendita, cercavano di accentrare i loro bene terrieri nella zona intorno al monastero.
Pietro, prete della chiesa del del monastero di San Matteo dal [[1111]] al [[1120]], effettuò i primi acquisti da parte del monastero.
Le badesse erano affiancate nella gestione economica da laici, chiamati gastaldi. Il [[gastaldo]] veniva eletto dalla badessa, con la presenza dei gudici pubblici, di un console di giustizia e delle monache.
La principale fonte di sostentamento del monastero si doveva ai prodotti coltivati nei terreni, quindi vino, olio e frutta. Il pesce non mancava, vista la vicinanza delle proprietà ai fiumi principali: Arno, Serchio ed Era.
Presto le monache riuscirono ad acquistare sempre più terreni intorno al cenobio, cedendo quelle più lontane e difficilmente controllabili.
Così venne a costituirsi il monastero di San Matteo. <ref>O. Niglio, M. Alessio, Il convento di San Matteo in Pisa. Storia e restauri. Edizioni Plus - Università di Pisa, Pisa, 2007 pag. 41-44.</ref>
==Il complesso edilizio==
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