La zattera della Medusa: differenze tra le versioni

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{{lionel messi
{{Opera d'arte
| immagine= non pago affitto
| immagine=JEAN LOUIS THÉODORE GÉRICAULT - La Balsa de la Medusa (Museo del Louvre, 1818-19).jpg
| grandezza immagine=300px
| titolo=La zattera della Medusa
| titolo alfabetico = Zattera della Medusa, La
| artista=[[Théodore Géricault]]
| data = [[1819]]
| opera = dipinto
| tecnica = [[pittura a olio|olio]] su [[pittura su tela|tela]]
| altezza=491
| larghezza=716
| città=[[Parigi]]
| ubicazione=[[Museo del Louvre]]
}}
'''''La zattera della Medusa''''' (''Le Radeau de la Méduse'') è un dipinto a [[pittura a olio|olio]] [[pittura su tela|su tela]] (491x716 cm) di [[Théodore Géricault]], realizzato nel 1818-19 e conservato nel [[Museo del Louvre]] di [[Parigi]].
 
Completato quando l'artista aveva soltanto 27 anni, il dipinto rappresenta un momento degli avvenimenti successivi al naufragio della [[fregata (nave)|fregata]] francese ''[[Méduse]]'', avvenuto il 2 luglio 1816 davanti alle coste dell'attuale [[Mauritania]], a causa di negligenze e decisioni affrettate da parte del comandante Hugues Duroy de Chaumareys che, oltre a non navigare da circa venticinque anni, non aveva una buona conoscenza di quelle acque, cosa che portò la fregata ad incagliarsi sul fondale sabbioso. Oltre 250 persone si salvarono grazie alle scialuppe, le rimanenti 150, la ciurma, dovettero essere imbarcate su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7,<ref name=machine>{{cita news|url=http://leretabledemadmeg.blogspot.com/2008/05/du-retable-la-machine.html|titolo=Le naufrage de la frégate La Méduse|lingua=fr|giorno=10|mese=agosto|anno=2008|accesso=16 febbraio 2012|pubblicazione=LeMachinedeMadMeg.com}}</ref> e di queste soltanto 15 fecero ritorno a casa.<ref name=Borias/>
 
Géricault scelse accuratamente il soggetto del suo primo grande lavoro, una tragedia che stava avendo risonanza internazionale, per alimentare l'interesse di un pubblico quanto più vasto possibile e per lanciare la sua carriera.<ref name="Louvre">{{cita web|url=http://www.louvre.fr/en/oeuvre-notices/raft-medusa|titolo=The Raft of the Medusa|lingua=en|accesso=6 marzo 2012}}</ref> Scrupoloso e attento ai dettagli, l'artista si sottopose ad un intenso periodo di studio sul corpo umano e sulla luce, producendo moltissimi disegni preparatori, intervistando due dei sopravvissuti e costruendo un modellino del naufragio.<ref name=Miles/> Come aveva previsto, il dipinto una volta esposto al [[Salon (mostra)|Salon di Parigi]] del 1819 generò diverse controversie, attirando in misura uguale commenti positivi e feroci condanne.<ref name=Miles/> Solo in seguito venne rivalutato dalla critica, che lo riconobbe come uno dei lavori destinati ad incidere di più sulle tendenze romantiche all'interno della pittura francese.<ref name=Miles/>
 
Acquistata dal Louvre subito dopo la prematura morte dell'autore a trentatré anni, ''La zattera della Medusa'', nelle sue scelte formali (la teatralità e l'intesa emotività della scena) e di contenuto (l'episodio vicino ai contemporanei dell'autore) rappresenta uno spartiacque e un punto di rottura con l'allora preponderante scuola [[neoclassicismo|neoclassica]], tesa al perseguimento dell'ideale di emotività contenuta e catalizzata dall'[[arte greca]], e un'icona del [[Romanticismo]],<ref>{{cita|Berger}}.</ref> arrivando a influenzare i lavori di artisti come [[Eugène Delacroix]], [[William Turner]], [[Gustave Courbet]] e [[Édouard Manet]].<ref name="Louvre"/>
 
== Storia ==
=== Contesto storico ===
[[File:Medusa-contemporary engraving.jpg|thumb|upright|140px|Pianta della ''Zattera della Medusa'' al momento del salvataggio da parte della ''Argus''.<ref>{{cita|Grigsby|p. 177}}.</ref>]]
{{vedi anche|Méduse}}
{{Citazione|La zattera condusse i sopravvissuti alle frontiere dell'esperienza umana. Impazziti, assetati e affamati, scannarono gli ammutinati, mangiarono i loro compagni morti e uccisero i più deboli.|Jonathan Miles<ref name=Miles>{{cita news|autore=Jonathan Miles|url=http://entertainment.timesonline.co.uk/tol/arts_and_entertainment/visual_arts/article1543209.ece|titolo=Death and the masterpiece|pubblicazione=[[The Times]]|giorno=24|mese=marzo|anno=2007|accesso=3 settembre 2011}}</ref>|lingua=en|lingua2=it|The raft carried the survivors to the frontiers of human experience. Crazed, parched and starved, they slaughtered mutineers, ate their dead companions and killed the weakest.}}
 
Nel giugno del 1816, la [[Fregata (nave)|fregata]] francese ''[[Méduse]]'' partì da [[Rochefort (Nuova Aquitania)|Rochefort]] in direzione del porto di [[Saint-Louis (Senegal)|Saint-Louis]], sulle coste del [[Senegal]]; con essa viaggiavano altre tre navi, la ''Loire'', la ''Argus'' e la [[corvetta]] ''Écho''. [[Hugues Duroy de Chaumareys]] era stato nominato capitano della fregata nonostante la scarsa esperienza di navigazione.<ref name=Zarzeczny>{{cita|Zarzeczny}}.</ref><ref name=Zarzeczny2>{{cita|Zarzeczny, M.}}.</ref> La missione della fregata era quella di accertarsi che l'Inghilterra avesse tenuto fede al [[Trattato di Parigi (1814)|trattato di Parigi]] e avesse abbandonato la colonia del Senegal restituendola alla Francia. Julien-Désiré Schmaltz, insieme alla moglie Reine, era tra i passeggeri della fregata, in qualità di governatore della colonia.<ref name=Zarzeczny/><ref>{{cita web|url=http://commune-vars-roseix.mairie.pagespro-orange.fr/perso-24017.htm|titolo=Hugues DUROY DE CHAUMAREY|lingua=fr|sito=CommuneVarsRoseix.fr|accesso=7 settembre 2011}}</ref>
 
Per ammortizzare i tempi e i costi, la ''Medusa'' distaccò le navi compagne e aumentò la sua velocità. A causa di ciò, il 2 luglio, si incagliò su un [[banco di sabbia]], 160 chilometri al largo della attuale [[Mauritania]].<ref name="Darcy">{{cita|Grigsby|pp. 174–78}}.</ref><ref name="Eitner2">{{cita|Eitner|pp. 191-192}}.</ref> Furono fatti dei tentativi per disincagliare la nave, ma nessuno andò a buon fine e così, il 5 luglio, i quattrocento superstiti iniziarono il viaggio verso la costa sulle sei scialuppe della fregata. Alcuni ufficiali rimasero sulla nave,<ref name=Borias/> tuttavia le restanti 147 persone, eccedendo in numero, dovettero essere dirottate su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7.<ref name=machine/><ref name=Borias/> Il capitano e gli altri passeggeri sulle scialuppe decisero inizialmente di trascinare la zattera, ma dopo pochi chilometri l'imbarcazione affondò parzialmente a causa del peso degli uomini, la cima si ruppe e fu abbandonata al proprio destino.<ref name=Miles/> Sulla zattera, 20 persone morirono già la prima notte. Al nono giorno i sopravvissuti si diedero al [[cannibalismo]]. Il tredicesimo giorno, il 17 luglio, dopo che molti erano morti di fame o si erano gettati in mare in preda alla disperazione, i superstiti vennero salvati dal battello ''Argus''; cinque morirono la notte seguente.<ref name="Darcy" />
 
Lo scandalo scoppiò il 13 settembre seguente, allorché il foglio ''[[Journal des débats]]'' pubblicò una relazione del chirurgo Henry Savigny, sopravvissuto della zattera: egli raccontava del clima di violenza e sopraffazione fra i sopravvissuti. Gli avversari del governo sottolinearono la discriminazione sofferta dai non-privilegiati e la nomina del comandante de Chaumaray, la cui negligenza è considerata la causa principale del naufragio, arrivando a generare un affare politico che coinvolse e mise in imbarazzo la monarchia francese, recentemente [[restaurazione|restaurata]] dopo la [[cento giorni|disfatta del 1815]] subita da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]].<ref name="Darcy" /><ref name="Brandt">{{Cita|Brandt}}.</ref>
 
=== Ricerca e studi preparatori ===
[[File:Medusa study 1.jpg|left|thumb|Studio per ''La zattera della Medusa'', conservato al [[Palais des Beaux-Arts de Lille|Musee des Beaux-Arts]], [[Lilla]]. Uno dei tanti schizzi preparatori dell'artista.]]
[[File:Théodore Géricault - Head of a Drowned Man.jpg|thumb|upright=0.6|Studio di testa di un uomo affogato, utile per stabilire il colore delle pelle rimasta a lungo a contatto con l'acqua.]]
[[File:Géricault-Etude-Fabre.jpg|thumb|upright=0.6|Dipinto di arti amputati, usati come modello per la resa realistica del tono muscolare dei morti.]]
 
Géricault fu affascinato dai resoconti del naufragio e capì ben presto come la messa su tela dell'avvenimento avrebbe potuto costituire l'opportunità di affermare la sua reputazione come pittore.<ref name="M169">{{cita|Miles|p. 169}}.</ref> All'inizio del 1818, incontrò i sopravvissuti Henri Savigny e Alexandre Corréard, i quali fornirono la descrizione emotiva della loro esperienza, ispirando l'intenso tono tragico del dipinto.<ref name="Christine">{{cita|Riding}}.</ref> Lavorò a fianco di Corréard, Savigny e il falegname della Medusa, Lavillette, per costruire un dettagliato modello in scala della zattera, usata come modello dal vero nella fase finale.<ref name=christiansen/> Nonostante soffrisse di forti febbri, riuscì a compiere diversi viaggi sulla costa francese, in particolare a [[Le Havre]], per assistere a tempeste e maremoti.<ref name=christiansen/> Colse inoltre l'occasione di un viaggio in [[Inghilterra]], attraverso [[la Manica]], per studiare il movimento delle onde.<ref name="Miles, 180"/>
 
Ossessionato dall'accuratezza storica e con l'obbiettivo di una resa verosimile della [[Rigor mortis|rigidità cadaverica]] dei marinai deceduti sulla zattera,<ref name="Louvre" /> visitò l'obitorio dell'ospedale Beaujon di Parigi,<ref name="M169"/> per studiare la rappresentazione del tono muscolare dei morti, arrivando a portare nel suo studio una testa, concessagli in prestito per due settimane da un manicomio,<ref name=christiansen/> e diversi arti amputati per studiarne il processo di decomposizione e per prendere dimestichezza con il disegno dei morti.<ref name="M169" /><ref name=christiansen/>
 
L'ideazione del dipinto si dimostrò più lenta e difficoltosa di quanto il pittore avesse immaginato e, in particolare, la scelta del preciso momento da immortalare sulla tela fu il frutto di numerosi ripensamenti e altrettanti disegni e schizzi preparatori.<ref name="Hagen & Hagen, 376">{{cita|Hagen & Hagen|p. 376}}.</ref> Tra i momenti presi in considerazione ci fu l'ammutinamento contro gli ufficiali il secondo giorno sulla zattera, le scene di cannibalismo e il salvataggio finale.<ref name="R77">{{cita|Riding|pp. 75–77}}.</ref> Infine, Géricault scelse di rappresentare l'episodio finale, in cui i sopravvissuti vedono all'orizzonte una nave.
 
=== Influenze ===
Dal punto di vista stilistico, ''La zattera della Medusa'' fonde svariate influenze, assorbite da Géricault nei suoi numerosi viaggi in [[Italia]] e all'estero. Tra i punti di riferimento più evidenti appaiono il ''[[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio universale]]'', la [[volta della Cappella Sistina]], entrambi di [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], e la ''[[Trasfigurazione (Raffaello)|Trasfigurazione]]'' di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]],<ref name="Clark">{{cita|Clark|p. 269}}.</ref> mentre l'approccio monumentale verso avvenimenti contemporanei e la maniera composta in cui è descritto l'avvistamento della nave è mutuato da [[Jacques-Louis David]] e [[Antoine-Jean Gros]].<ref name="Nov85">{{Cita|Novotny|p. 85}}.</ref> L'illuminazione del quadro venne descritta come [[caravaggisti|caravaggesca]],<ref name="Nov85" /> la tensione scultorea dei corpi costituisce un retaggio [[Classicismo (arte)|classicista]],<ref name="M226" /> così come lo è l'assenza di vestiti sui loro corpi, motivata dal desiderio di evitare «costumi non pittorici».<ref name="M226" /> Lo storico Richard Muther osservò: «C'è ancora qualcosa di accademico nelle figure, che non sembrano sufficientemente indebolite dalle privazioni, dalle malattie e dalla lotta contro la morte».<ref name="M226" /> Géricault aveva eseguito molte copie dei lavori di [[Pierre Paul Prud'hon]], tra cui la sua opera più importante, ''La Giustizia e la Vendetta divina perseguitano il crimine'', le cui scelte compositive influenzarono fortemente il pittore francese.<ref name=gayford>{{cita news|autore=Martin Gayford|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_qa3724/is_/ai_n8767295?tag=untagged|titolo=Distinctive power|pubblicazione=The Spectator|giorno=1°|mese=novembre|anno=1997|lingua=en|accesso=6 settembre 2011}}</ref>
 
David fu una fonte d'ispirazione anche per ciò che riguarda i contenuti dell'opera. Nel [[1793]], David aveva dipinto un importante evento contemporaneo, in ''[[Morte di Marat]]'', che aveva avuto un forte impatto politico durante la [[rivoluzione francese]] e servì come precedente a Géricault per dipingere un recente fatto storico. Fu colpito in uguale misura da [[Antoine-Jean Gros]], allievo di David, il cui ''Napoleone visita i feriti a Jaffa'' (1804) concedeva importanza tanto a Napoleone quanto alle anonime figure dei soldati in agonia.<ref name="R77" />
 
Nel [[XVIII secolo]] la trattazione pittorica dei naufragi e degli incidenti marini era diventata un vero e proprio filone artistico, accogliendo tra le proprie fila artisti come [[Claude Joseph Vernet]],<ref>{{cita news|autore=Richard Lacayo|url=http://lookingaround.blogs.time.com/2007/01/08/more_fear_of_flying/|titolo=More fear of flying|pubblicazione=[[TIME]]|giorno=8|mese=gennaio|anno=2007|lingua=en|accesso=6 settembre 2011}}</ref> in grado di ottenere una resa realistica dei colori attraverso l'osservazione diretta dell'ambiente, anticipando una delle caratteristiche dell'[[Impressionismo]], anche attraverso metodi poco ortodossi, come farsi legare all'albero maestro di una nave per assistere a una tempesta.<ref>{{cita web|http://www.nga.gov/feature/artnation/vernet/index.shtm|titolo=Claude Joseph Vernet: The Shipwreck|sito=[[National Gallery of Art]]|lingua=en|accesso=6 settembre 2011}}</ref> Il pittore [[John Singleton Copley]] aveva già creato un precedente per quanto riguardava sia i soggetti di storia contemporanea sia gli incidenti in mare, come testimoniano ''Watson e lo squalo'' (1778), in cui un uomo di colore è al centro dell'azione e il dramma è concentrato sulle figure più che sul paesaggio, e ''Scena di un naufragio'', che ricorda la ''Medusa'' per tematica e composizione.<ref name="R77"/><ref name="Nicholson">{{cita|Nicholson|pp. 241-248}}.</ref> La componente politica era stata sviscerata anche da [[Francisco Goya]] in una delle sue opere più famose, ''[[3 maggio 1808]]''.<ref name="Nicholson"/>
 
Il vecchio affranto in primo piano, infine, presenta delle analogie con il personaggio di [[Ugolino della Gherardesca]] così come è presentato da [[Dante Alighieri|Dante]] nell'''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'' e sembra alludere in special modo alla versione di [[Johann Heinrich Füssli]]. Una diffusa interpretazione ottocentesca del dramma di Ugolino narrata nella ''[[Divina Commedia]]'' di Dante Alighieri, infatti, lo voleva macchiato di [[cannibalismo]] verso i figli, proprio uno degli aspetti più scioccanti della tragedia della Medusa, che lo stesso Géricault aveva edulcorato attraverso vari studi preparatori molto più espliciti sulla questione rispetto al risultato finale.<ref name="R73">{{cita|Riding|p. 73}}.</ref>
[[File:LastjudgementCharon.jpg|thumb|Dettaglio del ''[[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio Universale]]'' di Michelangelo, nella Cappella Sistina. Géricault disse a proposito: «Michelangelo mi fece venire i brividi alla schiena, quelle anime perse che si distruggono tra di loro vanno a formare il senso di grandiosità della Cappella Sistina».<ref name=Borias>{{cita|Borias}}.</ref>]]
 
=== Stesura finale ===
Géricault iniziò la stesura finale del dipinto nel novembre del 1818, dopo aver interrotto una relazione incestuosa con la moglie dello zio, da cui nascerà un figlio, ed essersi rasato la testa a zero. Il lavoro, che si sarebbe protratto fino al luglio dell'anno seguente, fu svolto nello studio del pittore, situato nel quartiere Faubourg du Roule, attraverso una disciplina monastica: i pasti venivano portati dalla portinaia e l'autore si concesse raramente una serata di riposo.<ref name=christiansen/> Lui e il suo assistente, il diciottenne Louis-Alexis Jamar, con il quale ebbe un rapporto conflittuale, dormivano in una piccola stanza adiacente allo studio. Nel suo atelier ordinato, l'artista lavorava in una maniera così metodica, nel più completo silenzio, che scoprì come anche lo squittio di un topo fosse sufficiente a rompere la sua concentrazione.<ref name=christiansen/> Trent'anni dopo il completamento dell'opera, l'amico pittore Antoine-Alphonse Montfort descrisse il periodo di stesura finale come un vero esercizio di rigore:
 
{{Citazione|Il metodo di Géricault mi colpì tanto quanto la sua intensa laboriosità. Dipingeva direttamente sulla tela bianca, senza un disegno preliminare o preparazioni di sorta, ad eccezione dei contorti del quadro, e nonostante tutto la solidità del lavoro non ne risentì. Ero ammaliato dall'attenzione con cui esaminava il modello prima di toccare la tela con il pennello. Sembrava procedere molto lentamente, quando in realtà lavorava veloce, piazzando una pennellata dopo l'altra al suo posto, dovendo di rado ritoccare il lavoro più di una volta. C'era pochissima percezione di movimento nel suo corpo o nelle sue braccia. La sua espressione era perfettamente calma.|Antoine-Alphonse Montfort<ref name=christiansen/><ref>«Géricault's method astonished me as much as his intense industry. He painted directly on the white canvas, without rough sketch or any preparation of any sort, except for the firmly traced contours, and yet the solidity of the work was none the worse for it. I was struck by the keen attention with which he examined the model before touching brush to canvas. He seemed to proceed slowly, when in reality he executed very rapidly, placing one touch after the other in its place, rarely having to go over his work more than once. There was very little perceptible movement of his body or arms. His expression was perfectly calm.», {{cita|Eitner|p. 102}}.</ref>}}
 
[[File:Medusa Study 2.jpg|thumb|left|''Cannibalismo sulla zattera della Medusa''. Studio preparatorio in cui l'artista sperimentò una colorazione più scura e un diverso momento della tragedia rispetto a quello scelto alla fine.]]
 
Come riferimenti dal vero usò conoscenti e amici, incluso il contemporaneo [[Eugène Delacroix]] (1798–1863), sul quale modellò la figura in primo piano con il volto puntato verso il basso. Due dei sopravvissuti si intravedono in penombra ai piedi dell'albero, mentre tre naufraghi furono dipinti dal vero.<ref name="Hagen & Hagen, 376"/> Jamar posò nudo per il giovane morto in procinto di scivolare in acqua, ai piedi del quadro, e fu la base per altri due corpi.<ref name=christiansen/>
 
Nonostante l'estrema fedeltà ai fatti e il lungo periodo di ricerca svolto, Géricault commise intenzionalmente degli errori, giustificati da una sorta di licenza artistica. Secondo le registrazioni ufficiali, il numero dei passeggeri al momento del salvataggio è inferiore a quello ritratto nell'opera e invece della mattinata soleggiata e delle acque calme riportate dalle cronache il giorno del salvataggio, l'autore optò per un'atmosfera di tempesta per rinforzare il dramma emotivo.<ref name=christiansen/>
 
Lavorando senza sosta, l'artista completò il dipinto in otto mesi.<ref name=Miles/><ref name="Miles, 180"/> L'intero progetto, dalle prime fasi di ricerca fino alla stesura definitiva, arrivò a occupare tre anni di gestazione.<ref name=christiansen/>
 
=== Accoglienza ===
[[File:The Medusa shown at the Louvre, in color.jpg|left|thumb|Nicolas Sebastien Maillot, ''La zattera della Medusa mostrata nel Salon Carré del Louvre'' (1831), Louvre. Il dipinto mostra l'opera di Géricault, insieme a lavori di [[Nicolas Poussin|Poussin]], [[Claude Lorrain|Lorrain]], [[Rembrandt Harmenszoon van Rijn|Rembrandt]] e [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.terraamericanart.org/exhibitions/index.asp?key=33&subkey=254|titolo=Morse’s Gallery of the Louvre: A Transatlantic Mission|sito=Terra Foundation for American Art|accesso=7 settembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120330112036/http://www.terraamericanart.org/exhibitions/index.asp?key=33&subkey=254|dataarchivio=30 marzo 2012}}</ref>]]
 
''La zattera della Medusa'' fu mostrato al pubblico per la prima volta al [[Salon (mostra)|Salon di Parigi]] del 1819, sotto il generico titolo di ''Scène de Naufrage'' (''Scena di un naufragio''). L'argomento trattato era tuttavia facilmente riconoscibile dagli spettatori dell'epoca.<ref name=christiansen>{{cita news|autore=Rupert Christiansen|url=http://www.nytimes.com/books/first/c/christiansen-01victorian.html|titolo=The Victorian Visitors: Culture Shock in Nineteenth-Century Britain|pubblicazione=[[New York Times]]|giorno=3|mese=giugno|anno=2001|lingua=en|accesso=4 settembre 2011}}</ref> L'esposizione, sponsorizzata da Luigi XVIII, presentava circa 1.300 dipinti, 208 sculture e numerosi oggetti di design. Luigi XVIII stesso visitò il salone tre giorni prima della sua apertura e, dando un giudizio al dipinto, affermò: «{{lang|fr|Monsieur, vous venez de faire un naufrage qui n'en est pas un pour vous}}» ("Signor Géricault, avete fatto un naufragio, ma non lo è di certo per voi").<ref name=wrigley>{{cita|Wrigley|p. 76}}.</ref><ref name=barnes>{{cita|Barnes|p. 126}}.</ref>
 
I critici si divisero in due: chi rimase affascinato dall'orrore e dalla disperazione del quadro e chi espresse il proprio scontento per una tale presa di distanze dal neoclassicismo, il cui precetto di bellezza idealizzata veniva ribaltato dal crudo realismo di Géricault. Il pittore metteva in dubbio tutte le istanze dell'epoca, gli artisti iniziarono a chiedersi come potesse una materia del genere essere trasposta in un dipinto suggestivo e come potesse l'autore riconciliare arte e realtà. Marie-Philippe Coupin de la Couperie, una pittrice francese presente alla mostra, fu categorica: «Sembra che Géricault si stia sbagliando. Lo scopo di dipingere è parlare all'anima e agli occhi, non di respingerli».<ref name="Louvre" /> Non mancarono i ferventi ammiratori, tra cui lo scrittore e critico d'arte Auguste Jal, il quale apprezzò i temi politici introdotti, le sue posizioni liberali e la sua modernità. Per lo storico [[Jules Michelet]] «Tutta la nostra società è a bordo di quella zattera».<ref name="Louvre" /> Secondo il critico Karen Wilkin il quadro rappresenta «Un'accusa cinica dei malaffari della burocrazia francese post-napoleonica, molta della quale è stata reclutata pescando dalle famiglie superstiti dell'''[[Ancien Régime]]''»,<ref name="Wilkin">{{cita|Wilkin|p. 37}}.</ref> mentre [[Kenneth Clark]], storico dell'arte britannico, disse che «''La zattera della Medusa'' resta l'esempio più importante di un pathos romantico espresso attraverso il nudo. E l'ossessione della morte dona verità alle figure morenti e ai morti. Le premesse possono essere state ispirate dai classici, ma sono state riviste con il forte desiderio di un'esperienza violenta».<ref name="Clark"/>
 
[[File:Raft-of-the-Medusa-copy.jpg|thumb|Copia ad opera di Pierre-Désiré Guillemet e Étienne-Antoine-Eugène Ronjat, 1859–60, [[Amiens]].<ref name=smith/>]]
 
Géricault cercò deliberatamente il confronto politico e artistico e i critici risposero al suo approccio a seconda delle proprie simpatie politiche verso i [[Borbone|Borboni]] o verso l'ala liberale. Il punto di vista dell'artista apparve chiaro ai recensori: il quadro mostra empatia verso i naufraghi, e di conseguenza sembra schierarsi contro l'impero, facendo propria la causa anti-[[Bonapartismo|bonapartista]] dei sopravvissuti Savigny e Correard.<ref name="Christine" /> La scelta di mettere in risalto, all'apice della composizione, l'uomo di colore fu anch'essa vista come l'espressione di una simpatia verso l'[[abolizionismo]].<ref>{{cita|Riding|p. 71}}.</ref> Le polemiche furono controproducenti per l'artista, speranzoso di una unanime acclamazione popolare.<ref name=christiansen/> Conclusasi l'esposizione, la giuria assegnò una medaglia d'oro al dipinto, ma non lo selezionò per la collezione stabile del Louvre. Géricault vinse invece una commissione sul soggetto del [[Sacro Cuore di Gesù]], che l'autore offrì a Delacroix,<ref name=christiansen/> preferendo ritirarsi in campagna, dove trascorse parte del suo tempo a riprendersi dalle fatiche e dallo stress. La ''Medusa'', non avendo trovato un compratore, fu impacchettata e conservata nello studio di un collega.<ref>{{cita|Miles|p. 186}}.</ref>
 
Nel [[1820]] Géricault si accordò affinché il dipinto venisse esposto alla mostra londinese di William Bullock, a [[Piccadilly]], dove fu visto da più di 40.000 visitatori.<ref name="R72" /> L'accoglienza a Londra fu molto più calorosa rispetto a quella di Parigi: il quadro fu acclamato come l'emblema di una nuova direzione all'interno dell'arte francese.<ref name="R72">{{cita|Riding|p. 72}}.</ref><ref>{{cita news|autore=Adrian Searle|url=http://www.guardian.co.uk/culture/2003/feb/11/artsfeatures.tatebritain|titolo=A beautiful friendship|pubblicazione=[[The Guardian]]|giorno=11|mese=febbraio|anno=2003|lingua=en|accesso=7 settembre 2011}}</ref> Tra i motivi di questo successo ci fu il più felice posizionamento della ''Medusa'', che nel Salone Carré di Parigi era stata appesa in alto, mentre a Londra la distanza ravvicinata al suolo enfatizzò l'impatto monumentale. In Inghilterra l'opera venne sfruttata anche nell'ambito dell'intrattenimento:<ref name="Riding2">{{cita|Riding|pp. 68–73}}.</ref> vennero messe in scena due rappresentazioni teatrali basate sugli eventi narrati dal quadro, che di conseguenza ampliarono la fama di Géricault e del suo lavoro.<ref>{{cita|Riding|1–26}}.</ref> Dall'esposizione di Londra Géricault guadagnò una cifra vicina ai 20.000 [[Franco francese|franchi]], come percentuale sui biglietti d'entrata, una somma maggiore di quella che il governo francese gli avrebbe corrisposto se avesse venduto il dipinto.<ref>{{cita|Miles|p. 197}}.</ref> Dopo l'esperienza londinese, nel 1821 Géricault esibì la ''Medusa'' a [[Dublino]], dove fu però accolta tiepidamente, a causa di un'esposizione rivale in cui era mostrato un panorama in movimento intitolato ''Il naufragio della Medusa'', che all'epoca sembrava fosse stato creato sotto la supervisione di uno dei sopravvissuti al disastro.<ref>{{cita|Crary|pp. 16-17}}.</ref>
 
''La zattera della Medusa'' fu in seguito scelta dal curatore del Louvre Louis Nicolas Philippe Auguste de Forbin che l'acquistò nel [[1824]], lo stesso anno della morte di Géricault, in una vendita postuma attraverso l'intermediazione di Pierre-Joseph Dedreux-Dorcy, amico dell'artista, per conservarla nel museo parigino, dove è esposta nella sala dei dipinti francesi di grande dimensione.<ref name="Louvre"/><ref name="Brandt" /> Nell'estate del 1939, ''Medusa'' fu spostato dal Louvre in previsione dell'imminente guerra. L'opera trovò dapprima una temporanea sede nelle stanze di [[Versailles]], per poi essere custodito nel [[castello di Chambord]], dove rimase fino alla fine della seconda guerra mondiale.<ref>Nicholas, Lynn H. "The Rape of Europa: The Fate of Europe's Treasures in the Third Reich and the Second World War ". Vintage, 1994. 55-56 ISBN 0-679-75686-8.</ref> A causa del deterioramento del quadro, nel 1859 il Louvre commissionò a due artisti francesi, Pierre-Désiré Guillemet e Étienne-Antoine-Eugène Ronjat, una copia da utilizzare in caso il dipinto venisse chiesto in prestito da altri musei.<ref name="smith">{{cita news|autore=Roberta Smith|url=http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9A02EEDF173FF933A25753C1A9659C8B63&sec=&spon=&pagewanted=all|titolo=Art Review; Oui, Art Tips From Perfidious Albion|pubblicazione=[[The New York Times]]|giorno=10|mese=ottobre|anno=2003|lingua=en|accesso=1º settembre 2011}}</ref>
 
== Descrizione e stile ==
L'opera, interamente originale, è in buono stato di conservazione. Tuttavia, a causa della sperimentazione dell'autore con il [[bitume]], una sostanza che decade rapidamente diventando una melassa nera e creando una superficie lucida e grinzosa che non può essere rinnovata o restaurata,<ref name=gayford/> i dettagli nelle aree più grandi dell'opera sono difficilmente individuabili e sono andati persi nel tempo.<ref name=banham>{{cita news|autore=Joanna Banham|lingua=en|url=http://www.tes.co.uk/article.aspx?storycode=375817|titolo=Shipwreck!|pubblicazione=Times Educational Supplement|giorno=21|mese=febbraio|anno=2003|accesso=4 settembre 2011}}</ref>
 
[[File:Théodore Géricault "The raft of the Medusa".jpg|thumb|left|Dettaglio dei due cadaveri nell'angolo in basso a sinistra della tela.]]
''La zattera della Medusa'' rappresenta il momento in cui, dopo tredici giorni alla deriva, i quindici sopravvissuti scorgono una nave, la ''Argus'', giungere dall'orizzonte. Secondo una recensione dell'epoca, l'opera coglie «Il momento in cui la rovina della zattera può dirsi completa».<ref name="Christine" /> Le dimensioni del dipinto, 491 x 716&nbsp;cm, furono scelte in modo che la maggior parte delle figure fossero in scala reale,<ref name="Boime142">{{cita|Boime|p. 142}}.</ref> mentre quelle in primissimo piano fossero il doppio della loro grandezza naturale, dando quindi il senso di spinta verso l'esterno e verso lo spettatore, che viene trascinato di peso direttamente nell'azione.<ref name=banham/> La didascalia sulla cornice recita: «L'unico eroe in questa toccante storia è l'umanità».<ref name="Louvre"/>
 
[[File:Medusa Palette realistic.png|thumb|upright=0.7|I sedici colori principali usati da Géricault.<ref name=christiansen/>]]
La zattera è popolata dai sopravvissuti al tragico incidente. Un vecchio in primo piano regge sulle ginocchia le spoglie del figlio deceduto, un altro irrompe in lacrime di frustrazione e sgomento. Un ammasso di corpi occupa la parte inferiore del dipinto, in attesa di essere trasportati via dalla corrente. Gli uomini al centro, invece, hanno appena scorto la ''Argus'' e uno di loro, l'africano Jean Charles,<ref>{{cita|Hagen & Hagen|p. 378}}.</ref> si erge su una botte vuota, sventolando freneticamente il suo fazzoletto nel tentativo di attirare l'attenzione della nave.<ref>{{cita|Muther|p. 224}}.</ref>
 
La composizione pittorica del quadro è costruita su due strutture piramidali. Il perimetro della prima e più larga piramide, a sinistra, è costituito dalla base stessa della zattera, mentre la seconda, di misura minore, si sviluppa dal gruppo di sagome morte in primo piano, che formano anche la base da cui emergono i sopravvissuti, intenti a stagliarsi il più alti possibile per richiamare la nave, convogliano verso il picco emotivo costituito dalla figura centrale che sventola il panno. L'attenzione dell'osservatore è dapprima catturata dal centro della tela, per poi seguire il flusso dei corpi dei sopravvissuti, inquadrati di schiena e tendenti verso destra.<ref name="Boime142" /> Come ebbe a dire lo storico dell'arte Justin Wintle: «Un ritmo lineare ci conduce dai morti nell'angolo sinistro del quadro ai vivi del vertice destro».<ref name="Wintle246">{{cita|Wintle|p. 246}}.</ref> Altre due linee diagonali furono usate per aumentare la tensione drammatica. Una, infatti, segue l'albero maestro e i tiranti, spostando l'attenzione dell'osservatore verso le minacciose onde della tempesta, l'altra, composta dai corpi dei naufraghi ancora vivi, si protrae verso la silhouette della ''Argus''.<ref name="Louvre" />
 
La tavolozza di Géricault, composta da toni pallidi per i corpi dei naufraghi, colori fangosi e scuri per i loro vestiti, il mare e il cielo,<ref name="Wilkin" /> comprende [[vermiglione]], bianco, [[giallo Napoli]], quattro diversi tipi di [[ocra]], due sfumature di [[terra di Siena]], [[carminio]], [[blu di Prussia]], [[pesca-arancio]], [[terra di Cassel]] e [[bitume]].<ref name=christiansen/> Nel complesso, il dipinto è dominato da una tonalità scura e tetra, affidata all'uso di pigmenti tendenti al marrone, che secondo l'autore erano efficaci nel suggerire il sentimento di dolore e tragedia.<ref name="Miles, 180">{{cita|Miles|p. 180}}.</ref> All'orizzonte la ''Argus'', la nave che trarrà in salvo i superstiti, è illuminata da una luce più chiara e questo fornisce all'intera scena una luminosità che rinvigorisce e accende l'occhio dello spettatore, altrimenti offuscato dai vari toni del marrone.<ref name="M226"/> A questo contribuisce anche il mare, realizzato in un verde intenso, invece del tradizionale blu scuro, che avrebbe sminuito il contrasto con la zattera e i suoi passeggeri.<ref name="M226">{{cita|Muther|pp. 225–226}}.</ref>
 
== Tecnica ==
Géricault dipinse con pennelli molto piccoli e con colori a olio particolarmente viscosi, che si asciugavano in una notte, dandogli pochissimo tempo per effettuare modifiche o ripensamenti. Per mantenere le tonalità di colore il più pure possibile tenne i colori fisicamente separati l'uno dall'altro. La tavolozza consiste in tonalità intense, fortemente espressive, per la maggior parte scure; è presente, oltre ai colori, anche del [[bitume]], che fu una sorta di esperimento per il pittore, il quale lo adoperò per la consistenza sulla tela simile al velluto. Rifiutando la tradizionale maniera di messa su tela di un dipinto, che prevede un lavoro globale sull'intera composizione, preferì posizionare i modelli e le figure una alla volta, disegnarla, dipingerla e, soltanto dopo averla ultimata, passare alla successiva. La concentrazione sui singoli elementi individuali diede così al lavoro un senso di teatralità e una fisicità scioccante.<ref name="Wintle246" />
 
== Retaggio ==
[[File:Eugène Delacroix - Le Massacre de Scio.jpg|thumb|left|upright|[[Eugène Delacroix]], ''Il massacro di Scio'' (1824). Il dipinto presenta forti debiti nei confronti di Géricault e fu completato nel 1824, l'anno della sua morte.<ref>{{cita|Wellington|pp. 19–49}}.</ref>]]
 
{{Citazione|Géricault mi permise di vedere ''La zattera della Medusa'' quando ancora ci stava lavorando. Fece una tremenda impressione su di me tanto che quando uscii dal suo studio cominciai a correre come un pazzo e non mi fermai finché non raggiunsi la mia stanza.|[[Eugène Delacroix]]<ref name="Wellingtonxi">{{cita|Wellington}}.</ref><ref>«Géricault allowed me to see his ''Raft of Medusa'' while he was still working on it. It made so tremendous an impression on me that when I came out of the studio I started running like a madman and did not stop till I reached my own room», {{cita|Miles|pp. 175–176}}.</ref>}}
 
[[File:1822 delacroix debt to gericault.png|thumb|Le influenze di Géricault su Delacroix sono visibili in questo particolare de ''La barca di Dante'', che riprende lo stile fortemente emotivo della ''Medusa''.<ref name="N14" />]]
Nel mostrare una spiacevole e dolorosa verità, ''La zattera della Medusa'' segnò l'inizio dell'[[arte romantica]] e gettò le fondamenta per una rivoluzione estetica contro l'allora predominante stile neoclassico.<ref name="N14">{{cita|Néret|pp. 14–16}}.</ref> Nonostante la resa dei corpi e le grandi dimensioni rimandino alla scuola neoclassica e ai dipinti a soggetto storico, il soggetto, l'illuminazione, e la forte emotività contrastante infusa nel dipinto rappresentarono un significativo cambio di tendenze artistiche, creando una netta separazione da tutto ciò che l'aveva preceduto.<ref>{{cita web|url=http://www.getty.edu/art/exhibitions/david/|titolo=Jacques-Louis David: Empire to Exile|sito=[[Getty Museum]]|lingua=en|accesso=6 settembre 2011}}</ref> Il quadro manca volutamente di un eroe, qui rimpiazzato da persone comuni, e l'unica motivazione che muove i naufraghi è la sopravvivenza.<ref name="Boime141">{{cita|Boime|p. 141}}.</ref> Per Christine Riding, il lavoro mostra «la fallacia della speranza e della sofferenza inutile, e nel peggiore dei casi, l'istinto umano basilare di sopravvivere, che aveva soppiantato tutte le considerazioni morali e gettato l'uomo civilizzato nel barbarismo».<ref name="Christine"/> Secondo Hubert Wellington, autore di ''The Journal of Eugène Delacroix'', la parabola del neoclassicismo era da tempo giunta al termine e con [[Jacques-Louis David]], il suo principale interprete locale, costretto all'esilio in Belgio, erano rimasti soltanto i suoi allievi a portare avanti la tradizione neoclassica, producendo immagini di incredibile freddezza.<ref name="Wilkin"/><ref name="Wellingtonxi" />
La drammatica composizione di Géricault, con i suoi toni contrastanti e i gesti non convenzionali, stimolarono Delacroix a seguire il primo impulso creativo, sperimentando le novità introdotte dall'amico e collega nel dipinto del 1822 ''[[La barca di Dante]]'',<ref name="N14" /> e successivamente in ''[[La Libertà che guida il popolo]]'' e ''[[Il massacro di Scio]]'', che riprendono entrambi la struttura piramidale e i temi della ''Medusa''.<ref name="N14" /> Lo storico dell'arte Albert Elsen scrisse che ''Medusa'' e ''Il massacro di Scio'' fornirono dei riferimenti per la monumentale scultura ''[[La porta dell'inferno (Rodin)|La porta dell'inferno]]'' di [[Auguste Rodin]]: «''Medusa'' fu una delle opere che obbligarono Rodin a confrontarsi con un lavoro di grande misura su delle vittime innocenti di tragedie politiche. Rodin era stato ispirato a rivaleggiare con il ''Giudizio Universale'' di Michelangelo, ma aveva sicuramente la ''Zattera'' di Géricault davanti a lui ad incoraggiarlo».<ref>{{cita|Elsen|p. 226}}.</ref> Perfino [[Gustave Courbet]], appartenente alla corrente del [[Realismo (arte)|Realismo]], citò la ''Medusa'' attraverso l'uso di tele di grandi dimensioni e nel desiderio di rappresentare gente comune, eventi politici e luoghi appartenenti alla vita di ogni giorno.<ref>{{cita|Clark, T.|p. 21}}.</ref><ref>{{cita web|autore=Charles Giuliano|url=http://www.maverick-arts.com/cgi-bin/MAVERICK?action=article&issue=148|titolo=Courbet at the Clark|sito=Maverick Arts Magazine|lingua=en|accesso=7 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita|Fried|p. 92}}.</ref>
 
[[File:Joseph Mallord William Turner - A Disaster at Sea - Google Art Project.jpg|thumb|left|Molte delle opere di William Turner riprendono il tema del naufragio, declinandolo attraverso il solo uso del colore e della luce.]]
[[File:Perelachaise-Gericault-p1000404.jpg|thumb|La tomba di Géricault, a Parigi, ritraente ''La zattera della Medusa''.]]
''La zattera della Medusa'' influenzò anche molti pittori al di fuori della Francia. Francis Danby, un artista inglese nato in Irlanda, definì l'opera di Géricault «La più bella immagine e il dipinto storico più grande che io abbia mai visto»,<ref>{{cita|Noon|p. 85}}.</ref> mentre [[William Turner]] si ispirò al tema del disastro in mare per molte delle sue opere in cui sperimentò l'uso del colore e della luce. Turner riprese anche la tematica abolizionista in ''The Slave Ship'' (1840).<ref name="r89">{{cita|Riding|p. 89}}.</ref><ref>{{cita news|url=http://www.artsmia.org/crossing-the-channel/historical.html|titolo=Crossing the Channel|pubblicazione=Minneapolis Institute of the Arts|anno=2003|lingua=en|accesso=6 settembre 2011}}</ref> Tra il 1826 e il 1830 l'artista statunitense George Cooke creò una copia di dimensioni ridotte del dipinto, che fu mostrata in varie città della nazione, tra cui [[Boston]], [[Filadelfia]], [[New York]] e [[Washington]], D.C., tra lo scalpore generale. I critici applaudirono l'opera, che ispirò canzoni, rappresentazioni teatrali e libri per bambini.<ref>{{cita news|autore=Nina Athanassoglou-Kallmyer, Marybeth De Filippis|url=http://www.19thc-artworldwide.org/spring_07/articles/newd_atha_print.html|titolo=New Discoveries: An American Copy of Géricault's Raft of the Medusa?|pubblicazione=New York Historical Society|lingua=en|accesso=4 settembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090315065618/http://www.19thc-artworldwide.org/spring_07/articles/newd_atha_print.html|dataarchivio=15 marzo 2009}}</ref> Dopo essere stata comprata dall'ammiraglio Uriah Phillips, venne donata da quest'ultimo nel 1862 alla New York Historical Society, dove fu erroneamente attribuita a [[Gilbert Stuart]]. L'errore fu corretto soltanto nel 2006, quando un'indagine a cura della storica dell'arte Nina Athanassoglou-Kallmyer, insegnante all'università del [[Delaware]], rivelò la cattiva catalogazione del dipinto.<ref name=moncure>{{cita news|autore=Sue Moncure|url=http://www.udel.edu/PR/UDaily/2007/nov/medusa111406.html|titolo=The case of the missing masterpiece|pubblicazione=University of Delaware|giorno=14|mese=novembre|anno=2006|lingua=en|accesso=1º settembre 2011}}</ref> ''The Gulf Stream'' (1899), conservato nel [[Metropolitan Museum of Art]], dello statunitense [[Winslow Homer]], fa uso della stessa composizione de ''La zattera della Medusa'': un vascello danneggiato circondato da pericoli e minacce, un uomo di colore al centro della scena e una nave all'orizzonte che riecheggia la ''Argus'' di Géricault. Anche vari artisti del Novecento hanno mostrato interesse per l'opera di Géricault, come lo scultore americano [[John Connell]], che, coadiuvato dal pittore Eugene Newmann, realizzò negli [[anni 1990|anni novanta]] il ''Raft Project'', ricreando lo scenario di Géricault con sculture in scala 1:1 di legno, carta e catrame, sistemati su una larga zattera di legno.
 
Oltre all'arte, anche la letteratura e il cinema si sono più volte ispirate alla ''Medusa'': ne ''[[L'ammazzatoio]]'', [[Émile Zola]] cita più volte il dipinto e ne fornisce una concisa analisi, [[Alessandro Baricco]] lo racconta, in modo romanzato, nel libro ''[[Oceano mare]]'' ([[1993]]), mentre una delle [[Le avventure di Tintin|avventure di Tintin]] di [[Hergé]], ''Coke in Stock'' (''Coke en stock''), del [[1958]], richiama nel corso della storia il quadro francese. Tra le opere cinematografiche che attingono alla ''Medusa'', vi sono il film del 1994 di Iradj Azimi, ''[[Zattera della Medusa]]'' e la commedia d'avventura ''[[Asterix e Obelix - Missione Cleopatra]]'' (2002), in cui i personaggi citano il dipinto di Géricault. Diventato ben presto un'immagine iconica, il dipinto è stato utilizzato dalla band irlandese [[The Pogues]] come copertina per il disco ''[[Rum, Sodomy, and the Lash]]'', solo che i volti sono stati sostituiti dai componenti del gruppo musicale mentre i tedeschi [[Ahab]], band [[funeral doom metal]], l'hanno usata per il loro disco ''[[The Divinity of Oceans]]'' e i [[Great White]] l'hanno invece scelta come front cover per ''[[Sail Away (Great White)|Sail Away]]'' ([[1994]]). Un [[bassorilievo]] in bronzo dell'opera forgiato da Antoine Étex, infine, adorna la tomba di Géricault al [[cimitero di Père-Lachaise]] a Parigi.<ref>{{cita|Miles|p. 249}}.</ref>
La cantante rock italiana [[Alteria]] ha usato questo quadro per la realizzazione del videoclip di "Protection".
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{|width="100%"
| width="50%" valign="top"|
* {{cita libro|cognome= Barnes|nome= Julian|wkautore=Julian Barnes|titolo=A History of the World in 10½ Chapters|città=Londra|capitolo=Shipwreck|data=7 ottobre 1989|editore=Jonathan Cape|lingua=inglese|isbn=978-0-679-73137-5|cid=Barnes}}
* {{cita libro|cognome= Berger|nome= Klaus|coautori= Théodore Géricault|titolo=Gericault: Drawings & Watercolors|data=1º gennaio 1946|città=New York|editore=H. Bittner and Company|lingua=inglese}}
* {{cita libro|cognome= Berger|nome= Klaus|altri=W. Ames (traduzione)|titolo=Géricault and His Work|data=1978|editore=Hacker Art Books|lingua=inglese|isbn=978-0-87817-198-9|cid=Berger}}
* {{cita libro|cognome= Boime|nome= Albert|titolo=Art in an Age of Counterrevolution 1815–1848|data=18 agosto 2004|editore=University of Chicago Press|città=Chicago|lingua=inglese|isbn=978-0-226-06337-9|cid=Boime}}
* {{cita libro|cognome= Borias|nome= Georges-Antoine|titolo=Géricault: The Raft of the 'Medusa'|data=1968|editore=The Roland Collection of Films on Art|lingua=inglese|cid=Borias}}
* {{cita pubblicazione|autore=Anthony Brandt|titolo=Swept Away: When Gericault Painted the Raft of the Medusa, He Immersed Himself in His Subject's Horrors|rivista=American Scholar|anno=2007|lingua=inglese|cid=Brandt}}
* {{cita libro|cognome=Charpentier |nome=Jean-Michel |titolo= Le radeau de la Méduse |lingua=francese|editore=Elytis |data=2010|isbn=978-2-35639-052-3}}
* {{cita libro|cognome=Christiansen|nome=Rupert|titolo=The Victorian Visitors: Culture Shock in Nineteenth-Century Britain|lingua=inglese|città=Londra|editore=Atlantic Monthly Press|data=2001|isbn=978-0-87113-790-6|cid=Christiansen}}
* {{cita libro|cognome= Clark|nome= Kenneth|titolo=The Nude: A Study in Ideal Form|data=1990|editore=Princeton University Press|lingua=inglese|isbn=0-691-01788-3|cid=Clark}}
* {{cita libro|cognome= Clark|nome= T.J.|titolo=Farewell to an Idea|data=2001|editore=Yale University Press|lingua=inglese|isbn=0-300-08910-4|cid=Clark, T.}}
* {{cita pubblicazione|autore=Jonathan Crary|titolo=Géricault, the Panorama, and Sites of Reality in the Early Nineteenth Century|anno=2002 |rivista=Grey Room|lingua=inglese|numero=9 |pp=16-17|cid=Crary}}
* {{cita libro|cognome= De Paz|nome= Alfredo|titolo=Géricault. La febbre dell'arte e della vita|data=1997|editore=Liguori |isbn=978-88-207-2705-5}}
* {{cita pubblicazione|autore=Lorenz Eitner|titolo=Gericault's 'Raft of the Medusa' |anno=1976 |rivista=The Art Bulletin |lingua=inglese |volume=58|numero=1 |isbn=978-0-7148-1517-6|città=New York|cid=Eitner}}
* {{cita libro|cognome= Eitner|nome= Lorenz|titolo=19th Century European Painting: David to Cézanne|data=2002|editore=Westview Press|lingua=inglese|isbn=978-0-8133-6570-1}}
* {{cita libro|cognome= Fried|nome= Michael|titolo=Manet's Modernism: Or, the Face of Painting in the 1860s|data=1998|editore=University of Chicago Press|città=Chicago|isbn=0-226-26217-0|lingua=inglese|cid=Fried}}
* {{cita libro|cognome=Grigsby|nome=Darcy Grimaldo|titolo=Extremities: Painting Empire in Post-Revolutionary France|editore=Yale University Press|data=2002|lingua=inglese|isbn=0-300-08887-6|cid=Grigsby}}
* {{cita libro|cognome=Hagen|nome=Rose-Marie|coautori=Rainer Hagen|titolo=What Great Paintings Say. Vol. 1|lingua=inglese|editore=Taschen|data=2007|pp=374–377|isbn=3-8228-4790-9|cid=Hagen & Hagen}}
| width="50%" valign="top"|
* {{cita libro|cognome=Hanniet|nome=Michel|titolo=Le Naufrage de La Méduse, paroles de rescapés|lingua=francese|editore=L'Ancre de Marine|data=2006|isbn=978-2-84141-210-5}}
* {{cita libro|cognome=Miles|nome=Jonathan|titolo=The Wreck of the Medusa: The Most Famous Sea Disaster of the Nineteenth Century|data=2008|editore=Atlantic Monthly Press|isbn=978-0-8021-4392-1|lingua=inglese|cid=Miles}}
* {{cita libro|cognome=Muther|nome=Richard|titolo=The History of Modern Painting Vol. 1|data=1907|città=Londra|editore=J.M. Dent|isbn=978-1-143-16017-2|lingua=inglese|url=http://www.archive.org/stream/historyofmodernp01muth#page/n7/mode/2up|accesso=7 settembre 2011|cid=Muther}}
* {{cita libro|cognome= Néret|nome= Gilles|titolo=Eugène Delacroix: The Prince of Romanticism|data=2000|editore=[[Taschen]]|lingua=inglese|isbn=3-8228-5988-5|cid=Néret}}
* {{cita pubblicazione|autore=Benedict Nicholson|titolo=The Raft of the Medusa from the Point of View of the Subject-Matter|anno=1954 |rivista=[[The Burlington Magazine]] |lingua=inglese |volume=96|pp=241-248|cid=Nicholson}}
* {{cita libro|cognome= Noon|nome= Patrick|coautori= Stephen Bann|titolo=Crossing the Channel: British and French Painting in the Age of Romanticism|data=2003|città=Londra|editore=Tate Publishing|lingua=inglese|isbn=1-85437-513-X|cid=Noon}}
* {{cita libro|cognome= Novotny|nome= Fritz|titolo=Painting and Sculpture in Europe, 1780 to 1880|città=Baltimora|data=1960|editore=Penguin Books|lingua=inglese|id=ISBN |cid=Novotny}}
* {{cita libro|cognome= Perrier |nome=Pascale |coautori=Hélène Masson-Bouty |titolo=Tempête dans l'atelier de Géricault: Le radeau de la méduse|lingua=francese|editore=Oskar Editions |data=2010|isbn=978-2-35000-599-7}}
* {{cita libro|cognome= Price|nome= Munro|titolo=The Perilous Crown: France between Revolutions|data=2007|editore=Macmillan|città=Londra|lingua=inglese|isbn=978-0-330-42638-1|cid=Prince}}
* {{cita libro|cognome= Riding|nome= Christine|titolo=Crossing the Channel: British and French Painting in the Age of Romanticism|capitolo=The Raft of the Medusa in Britain|città=Londra|curatore=Patrick Noon|curatore2=Stephen Bann|data=giugno 2003|editore=Tate Publishing|lingua=inglese|isbn=1-85437-513-X|cid=Riding}}
* {{cita libro|cognome= Wellington|nome= Hubert|titolo=The Journal of Eugène Delacroix|data=1980|editore=Cornell University Press|lingua=inglese|isbn=978-0-7148-3359-0|cid=Wellington}}
* {{cita pubblicazione|autore=Karen Wilkin|titolo=Romanticism at the Met|mese=dicembre|anno=2003 |rivista=The New Criterion |lingua=inglese |volume=22|numero=4 |p=37|cid=Wilkin}}
* {{cita libro|cognome=Wintle|nome=Justin|titolo=Makers of Nineteenth Century Culture|lingua=inglese|città=Londra|editore=Routledge|data=2001|isbn=0-415-26584-3|cid=Wintle}}
* {{cita libro|cognome=Wrigley|nome=Richard|titolo=The origins of French art criticism: from the Ancien Régime to the Restoration|data=1995|editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=inglese|isbn=978-0-19-817409-7|url=http://books.google.com/books?ei=211CTsblEc7Hsgbh0rXhBw|accesso=6 settembre 2011|cid=Wrigley}}
* {{cita libro|cognome= Zarzeczny|nome= Matthew|titolo=Member’s Bulletin of The Napoleonic Society of America|capitolo=Theodore Géricault’s 'The Raft of the Méduse' Part I|data=2001|editore=Fondation Napoléon|lingua=inglese|cid=Zarzeczny}}
* {{cita libro|cognome= Zarzeczny|nome= Matthew|titolo=Member’s Bulletin of The Napoleonic Society of America|capitolo=Theodore Géricault’s 'The Raft of the Méduse' Part II|data=2002|editore=Fondation Napoléon|lingua=inglese|cid=Zarzeczny, M.}}
|}
 
== Voci correlate ==
* [[Méduse (nave)]]
* [[Théodore Géricault]]
* [[Luigi XVIII di Francia]]
* [[Neoclassicismo]]
* [[Romanticismo]]
* [[Arte romantica]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=''La zattera della Medusa''|commons=Category:The Raft of the Medusa}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web |url=http://www.louvre.fr/llv/oeuvres/detail_notice.jsp?CONTENT%3C%3Ecnt_id=10134198673236500&CURRENT_LLV_NOTICE%3C%3Ecnt_id=10134198673236500&FOLDER%3C%3Efolder_id=9852723696500815|titolo=La zattera della Medusa|lingua=fr}}
 
{{Romanticismo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|pittura}}
 
{{vetrina|20|3|2012|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/La zattera della Medusa|arg=arte}}
 
[[Categoria:Dipinti di Théodore Géricault]]
[[Categoria:Dipinti nel Louvre]]
[[Categoria:Cannibalismo]]
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