Ars et Labor Ferrara: differenze tra le versioni

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Il nucleo originale di quella che sarebbe poi divenuta la S.P.A.L. vide la luce nel marzo 1907<ref name=Cent'annidiSPAL/> per iniziativa del sacerdote salesiano Pietro Acerbis, all'epoca direttore dell'oratorio ferrarese di via Coperta: questi fondò un circolo religioso-culturale denominato ''Ars et Labor'' (in [[Lingua latina|latino]] "Arte e Lavoro") che nel giro di un paio d'anni divenne ''Circolo Ars et Labor'', dando mandato al padre catechista del seminario don Pastorino di aggiungere alle attività artistiche anche quelle sportive, inizialmente limitate ad [[atletica leggera|atletica]], [[ginnastica]] e [[ciclismo]]. I colori sociali adottati furono il [[bianco]] e l'[[azzurro]], mutuati dallo stemma della [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco]].<ref name=Malaguti-Piffanelli1>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 3-4}}.</ref>
 
Il ramo sportivo del ''Circolo Ars et Labor'' divenne indipendente da quello artistico nel 1912, costituendosi autonomamente come ''Società Polisportiva Ars et Labor''. La sezione calcistica fu istituita nei primi mesi del 1913:<ref name="F.B.C."/><ref>{{cita web|url=http://www.valderrama.it/dalloratorio-alla-serie-a/|titolo=La SPAL, dall’oratorio alla Serie A|accesso=19 settembre 2016}}</ref> inizialmente la squadra di calcio assunse tuttavia la denominazione di ''FerrarFerrara F.B.C.'', abbandonandola nel 1919 con la fine della [[prima guerra mondiale]], allorché anche la sezione calcistica uniformò il suo nome a quello della polisportiva. Il debutto della denominazione S.P.A.L. avvenne in occasione di una partita interna disputata contro la {{Calcio Triestina|N}} il 16 giugno 1919; la prima vittoria della formazione estense giunse il 18 agosto del medesimo anno, a spese della stessa Triestina, per 1-0.<ref>{{cita|Fontanelli, Negri|pp. 26-27}}.</ref>
 
La società disputò il suo primo campionato sotto l'egida della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] nella stagione [[Promozione 1919-1920|1919-1920]], venendo inserita nel girone emiliano della Promozione (secondo livello calcistico dell'epoca) e riuscendo a qualificarsi nella massima divisione per la stagione successiva.<ref name=Malaguti-Piffanelli1/>