Utente:Teresa1997/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 35:
Lungo la valle di Candalla si possono ammirare i ruderi e le rovine di [[Opificio|opifici]], mulini, frantoi, pastifici, polverifici sorti in prossimità del torrente Lombricese per sfruttarne l'energia; I più antichi risalgono addirittura al [[XV secolo]].
 
Questi ruderi sono importanti per più aspetti: intanto molti di essi conservano oltre alle mura, le prese d'acqua, le macine di pietra e vari manufatti delle antiche tecnologie di lavorazione, ma la cosa più interessante è il modo in cui le rovine interagiscono con la natura divenuta selvaggia e si arrampica sui resti degli antichi mulini, pastifici, frantoi ecc...creando un effetto particolare come un museo a cielo aperto.
 
Tra tutti i resti di questi antichi laboratori che costeggiano il torrente Lombricese, più degli altri sono importanti quelli del pastificio Bertagna, detto così dal nome del propietario Luigi Bertagna che oltre a questo pastificio possedeva sempre lungo il Lombricese un frantoio ed un molinomulino.
 
La prima notizia del pastificio Bertagna risale all'anno 1854 come documentano le tasse sugli edifici relative a quell'anno,le sue macchine di ferro venivano mosse da una ruota verticale molto grande situata all'esterno dell'edificio.
Riga 45:
Al primo piano vi erano quattro stanze anch'esse coperte a palco di cui una grande per magazzino,una centrale contenente la porta d'ingresso,una adibita a studio e la quarta aveva al suo interno un molino con una sola macina.
 
Al secondo piano a tetto c'era una grande stanza ad uso di magazzino,una stanza centrale con il focolare ed una terza stanza con un meccanismo detto DI"di BIELLAbiella" per tritare il grano per i vari tipi di pasta.
 
L'attività del pastificio terminò probabilmente verso la fine dell'Ottocento dato che agli inizi del Novecento vi era una cartiera al suo posto.
Vicino al grande fabbricato ce n'era uno più piccolo costituito dal pianterreno con una stanza coperta a palco per stalla,da un primo piano con una stanza adibita a cucina ed una stanza adibita a camera e all'ultimo piano vi era un'unica stanza per usi diversi.
 
L'attività del pastificio terminò verso la fine dell' [[ottocento]].
 
Un molino, invece, che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua interezza e maestosità si trova proprio in prossimità della prima pozza formata dal torrente Lombricese, nella parte centrale della valle di Candalla, dove finisce la strada percorribile in auto e inizia il sentiero a piedi per inoltrarsi proprio all'interno della valle. Questo complesso costituisce, si può dire, l'ingresso vero e proprio alla valle.
 
La prima notizia di questo opificio si trova in un [[estimo catastale]] del [[1513]] dove risultava di proprietà del Comune di Camaiore.
 
Successivamente viene privatizzato e nei secoli si alternano diverse famiglie fino ai giorni nostri quando per ironia della sorte il Comune di Camaiore lo riacquista dagli eredi dell'ultimo proprietario Giuseppe Marchetti, detto "Taccone", deceduto solo un decennio fa, per farne un museo. Taccone, particolarmente legato a questo molino, con sua grande passione, riuscì a mantenerlo attivo fino alla fine del secolo scorso nonostante le difficoltà burocratiche.
 
Si tratta di un edificio a tre piani: al piano terra vi sono tre stanze con tre ingressi indipendenti, due lato nord ed uno lato ovest, in una di queste stanze sono collocate due macine.
Riga 65 ⟶ 63:
Dai documenti ritrovati questa ferriera risale al 1820 ed apparteneva alla famiglia Cerù, una famiglia nobile lucchese legata al commercio; è costituita da un pianterreno dove si trovano due stanze sterrate ed una a tetto ad uso di ferriera con tre fucine.
 
Anche per quanto riguarda la ferriera nel tempo si sono succeduti diversi proprietari finché nel [[1910]] fu sottoposta a sequestro e venduta all'asta a causa di difficoltà economiche da parte degli ultimi proprietari.
Al primo piano si trovano tre stanze:una cucina,una camera,ed una stanza per usi diversi coperta a palco con pavimento di mattoni.
 
Anche per quanto riguarda la ferriera nel tempo si sono succeduti diversi proprietari finché nel 1910 fu sottoposta a sequestro e venduta all'asta.
 
Jacopo Barsi lesse sul giornale di questa cosa e con l'aiuto di uno zio ritornato dall'[[America|' America]] partecipò all'asta aggiudicandosi la ferriera per la somma di 6.000 lire.
 
La famiglia Barsi non era sprovveduta in quanto aveva già posseduto una ferriera ai piedi del monte Matanna perciò misero anima e corpo in questa nuova avventura.
 
Jacopo insegnò il mestiere al figlio Nilo che a sua volta lo insegnò ai suoi due figli, unoDelio deie quali,Giuseppe. Giuseppe,Quest'ultimo è l'attuale proprietario della ferriera.
 
In questo laboratorio venivano realizzati, soprattutto, strumenti utili per lavorare la terra quali zappe, e vanghe,ecc.
 
La gestione Barsi diede i suoi frutti tanto che riuscirono ad insediarsi sul mercato della ferramenta con una vasta clientela.
Oggi la ferriera, grazie alla famiglia Barsi, è diventata anche un'attrattiva turistica versiliese e molti vengono ad ammirare, oltre al laboratorio in cui tutto viene realizzato, il "museo alternativo" che Giuseppe Barsi ha creato lungo Lombrici, ovvero enormi zappe e utensili di vario generi messi in mostra lungo la strada.
 
Oggi la ferriera, grazie alla famiglia Barsi, è diventata anche un'attrattiva turistica versiliese e molti vengono ad ammirare, oltre al laboratorio in cui tutto viene realizzato, il "museo alternativo" che Giuseppe Barsi ha creato lungo Lombrici, ovvero enormi zappe e utensili di vario generi messi in mostra lungo la strada.<ref>{{Cita libro|nome=Barsaglini,|cognome=Alberto.|titolo=Gli opifici del torrente Lombricese e fiume di Camaiore|url=https://www.worldcat.org/oclc/955649855|data=2008|editore=Massarosa|OCLC=955649855|ISBN=9788862070119}}</ref>
 
Nel 2014 la rivista inglese [[The Guardian]] ha stilato una classifica delle dieci più belle piscine naturali situate in Italia: Candalla è stata posizionata al quinto posto.<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Michele|cognome=Tameni|url=http://www.theguardian.com/travel/2014/apr/25/top-10-wild-swimming-locations-in-italy|titolo=Top 10 wild swimming locations in Italy|pubblicazione=The Guardian|data=2014-04-25|accesso=2017-12-11}}</ref>
 
Nel 2017, dato l'incremento turistico in questa zona segreta, ormai diventata sapere di tutti, l'amministrazione ha dovuto mobilitare una navetta affinché diminuisse il flusso di macchine che mandava letteralmente in tilt i piccoli paesini Lombrici e Casoli e affinché non ci fossero più le soste lungo la via, già tremendamente stretta, che talvolta hanno impedito il regolare traffico automobilistico.

Purtroppo Candalla è una strada stretta e senza uscita, dove l'ingorgo è assicurato e il progetto di farci un parcheggio impossibile da realizzare. Nell'estate 2017 i problemi sono stati soprattutto relativi al passaggio dei mezzi di soccorso. <ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2017/07/19/news/multe-e-carroattrezzi-alle-pozze-di-candalla-serve-una-navetta-1.15633256|titolo=Multe e carroattrezzi alle pozze di Candalla «Serve una navetta» - Cronaca - il Tirreno|pubblicazione=il Tirreno|data=2017-07-19|accesso=2017-12-11}}</ref>
 
Il 15 agosto 2017 Candalla è stata inserita da [[Il Tirreno]] nelle possibili dieci mete per passare un Ferragosto alternativo in [[Toscana]] insieme all'altra piscina naturale della [[Versilia]], Malbacco. E' stata definita un'idea fresca ed originale per chi è stanco del mare ma che dell'acqua proprio non può farnefare a meno!<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2017/08/15/news/le-piscine-naturali-a-malbacco-e-candalla-1.15737851|titolo=Le piscine naturali a Malbacco e Candalla - Cronaca - il Tirreno|pubblicazione=il Tirreno|data=2017-08-15|accesso=2017-12-11}}</ref>