===Il rapporto con il cinema, l'architettura e la scultura ===
Ai primi anni dell'[[analisi collettiva]], risale la collaborazione con il regista italiano [[Marco Bellocchio]]. Fagioli e Bellocchio, in particolare, lavorano insieme ai film ''[[Diavolo in corpo]]'' (1986), ''[[La condanna (film 1991)|La condanna]]'' (1991) e ''[[Il sogno della farfalla (film)|Il sogno della farfalla]]'' (1994). ''Diavolo in corpo'', spregiudicato e fortemente critico nei confronti di certi ambienti della sinistra dell'epoca, suscita scalpore; in particolare, Fagioli viene accusato di aver plagiato il regista.<ref>si veda,{{Cita adnews|autore=Anna esempio,Maria Mori A M, "Bellocchio è stato plagiato", in La Repubblica del 31/1/1986 |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/01/31/bellocchio-stato-plagiato.html.|titolo=Bellocchio è stato plagiato|pubblicazione=la Repubblica|data=31 gennaio 1986}}</ref>. Bellocchio, ad ogni modo, rifiuterà sempre le accuse, sostenendo ad esempio: “evidentemente ero tentato da questo azzardo e avrei potuto cavarmela benissimo, ma le mie esigenze più profonde, come le mie pretese più coscienti, mi fecero capire, già in corso d’opera, che non ero in grado di realizzare da solo certe immagini, semplicemente perché non le avevo, non ne avevo l’esperienza, ne avevo alcune, ma me ne mancavano altre e fondamentali, perciò chiesi aiuto a Fagioli, alla sua esperienza e alla sua immaginazione. […] “Diavolo in corpo” si concluse magnificamente, girò il mondo ottenendo dappertutto un grande successo. È un film che ha saputo resistere al tempo e alle calunnie che ci furono solo in Italia”.<ref>Pagani M, “Il cinema come rivolta”, in MicroMega 6/2010.</ref> Anche ''La condanna'' è al centro di aspre polemiche, che arrivano fino alla condanna mediatica di apologia di stupro<ref>si veda, ad esempio, Tarantelli C B, “Ma che fantasia. Così si giustifica lo stupro”, in L’Unità del 12/3/1991 http://www.associazioneamorepsiche.org/archiviostampa/?p=2324.</ref>; in difesa intervengono tanto il regista<ref>si veda, ad esempio, D’Onofrio E, “Assolta “La condanna”. “È un film sulla “seduzione””, in Gazzetta di Firenze del 1/3/1991 http://www.associazioneamorepsiche.org/archiviostampa/?p=2114.</ref> quanto lo stesso Fagioli<ref>Fagioli M, “Ma il potere sull’inconscio non è stupro”, in L’Unità del 14/3/1991 http://www.associazioneamorepsiche.org/archiviostampa/?p=5106.</ref>, mentre il film si aggiudica l’Orso d’Argento al [[Festival internazionale del cinema di Berlino]]. C’è da dire che la partecipazione di Bellocchio all’[[analisi collettiva]] è continuata ben oltre il periodo della triade di film appena menzionati, coincidendo con la realizzazione di molti dei suoi film successivi; in occasione della morte dello psichiatra, il regista piacentino ha inoltre dichiarato "Massimo Fagioli mi ha salvato la vita".<ref>http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/marco-bellocchio-massimo-fagioli-mi-ha-salvato-la-vita/267728/268121.</ref> Il rapporto di Fagioli col cinema, comunque, non si limita alle collaborazioni con [[Marco Bellocchio]]; lo psichiatra firma infatti in prima persona, tra gli altri, [[Il cielo della luna]] (1997 - con musiche dello stesso Fagioli ed [[Enrico Pieranunzi]]<ref>””Il cielo della luna”, il film di uno psichiatra alla scuola di Antonioni”, in Il Giornale del 14/5/1999 http://www.associazioneamorepsiche.org/archiviostampa/?p=3792; http://www.imdb.com/title/tt0204204/?ref_=nm_knf_t3.</ref>), presentato al [[Locarno Festival]]<ref>“Il cielo della luna”, in Catalogo del Festival Internazionale del Cinema di Locarno (agosto 1998) http://www.associazioneamorepsiche.org/archiviostampa/?p=4220.</ref>, ed il docufilm [[La psichiatria esiste?]] (2002), presentato nel 2003 al cinema Farnese di [[Roma]]. In campo artistico, Fagioli si è espresso inoltre anche come scultore - si veda, tra le varie, la “Scultura Blu”, esposta nel 2005 alla Facoltà di Studi Orientali dell'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]<ref>http://video.associazioneamorepsiche.org/2005/11/conferenza-stampa-scultura-blu-universita-la-sapienza-di-roma-22-novembre-2005/.</ref> - e come architetto - Massimo Fagioli e l'architetto Paola Rossi hanno realizzato, con Françoise Bliek, il cosiddetto “Palazzetto Bianco”, sempre a Roma.<ref>https://docs.google.com/viewerng/viewer?url=http://www.associazioneamorepsiche.org/archiviostampa/wp-content/uploads/2013/02/il-palazzetto-bianco.pdf&hl=it, http://www.openhouseroma.org/2017/sito/palazzetto-bianco.html. Altri progetti in ambito architettonico, ispirati da disegni idee di Fagioli, si trovano in AA.VV., “Il coraggio delle immagini. Progetti realizzati da un gruppo di architetti italiani su idee e disegni di Massimo Fagioli 1986 - 1995”, Nuove Edizioni Romane, Roma, 1995.</ref>
=== Massimo Fagioli e la politica ===
|