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Quando il Parlamento inglese si oppose alla restaurazione cattolica voluta dal re, il Partito dei [[Whig_(Regno_Unito)|Whig]] prese contatto con la primogenita Maria e suo marito, progettando di esautorare il Re Giacomo II e di porre sul trono la figlia. Ai tentativi del Re si contrapposero azioni anche militari dell' esercito dei Whig e si giunse alla minaccia che Guglielmo d' Orange aveva preparato un esercito nei Paesi Bassi per correre in soccorso del Parlamento inglese. Il Re Giacomo II decise di fuggire in Francia alla corte di suo cugino Luigi XIV (Il Re sole) con la moglie e il figlio Giacono Francesco al fine di impedire che venissero uccisi. La fuga del Re fu un esilio definitivo e a nulla valsero i tentativi di riconquistare il trono con un esercito francese partendo dalla cattolica Irlanda. Intanto il Parlamento aveva nominato Maria II Stuart regina d' Inghilterra e aveva accettato di far condividere il potere anche a suo marito Guglielmo d' Orange. Maria regnò dal 1689-1694. Quando morì le successe il marito Guglielmo III d' Orange (1689-1702). Le lezioni del 1702 stabilirono una preponderante maggioranza del partito Whig e per questo un consolidarsi del potere nelle mani dei protestanti inglesi. Alla morte di Guglielmo il Parlamento accettò che Anna fosse la regina di Inghilterra (1702-1714) e durante il suo regno si combatte la '''''[[Guerra_di_successione_spagnola|Guerra di successione spagnola]]''''' (1701-1715).
 
Ora se passiamo ad esaminare la Francia, possiamo vedere come questo periodo coincida con il regno del Re Luigi XIV. [[Luigi_XIV_di_Francia|Luigi XIV]] fu un sovrano che agì, durante il suo regno, senza pensare alle conseguenze che la ricerca della potenza e dell' ampliamento dello Stato avrebbero potuto determinare. In lui si trovano le caratteristiche tipiche della forza di uno Stato che identificandosi con la sua persona, opera secondo le regole della ragion di Stato, per diventare più potente e più forte a spese di coloro che in Europa cercano di ostacolarne l' ascesa. Questo fenomeno storico-politico fu definito età dell' [[Assolutismo_monarchico|assolutismo]]. La sua ascesa al trono avvenne all' età di 5 anni. La madre [[Anna_d%27Asburgo_(1601-1666)|Anna d' Asburgo]] e il Cardinale [[Giulio_Mazzarino|Giulio Mazzarino]] (1602-1661) sino alla morte, esercitarono la reggenza sino al compimento della maggiore età. Per cui il Cardinale Mazzarino fu colui che decideva le sorti della Francia mentre il Re avvallava tutte le scelte del cardinale. Dal Mazzarino a Luigi XIV si incominciò a delineare una politica di potenza che si opponeva ai tentativi di limitazione dell' Impero e dei vicini confinanti: Spagna, Regni italiani, Principati tedeschi legati all' Impero. Il Re intendeva allargare i territori francesi annettendosi le terre a Nord che confinavano con i possedimenti spagnoli (Olanda e Belgio attuali), e desiderava allargarsi anche in Alsazia, Lorena e altri Principati che erano confinanti come la Baviera. A questa opera si aggiunse una azione sistematica diretta a conquistate un Impero coloniale di tutto rispetto. I Francesi attraverso le loro ''Compagnie commericialicommerciali''<ref> Le Compagnie favorite e sviluppate da [[Jean-Baptiste_ColbertJeanBaptiste_Colbert|Jean-Baptiste Colbert]] sono: [[Compagnia_francese_delle_Indie_orientali|Compagnia delle Indie orientali]] per il commercio con l' India e la Cina, [[Compagnia_francese_delle_Indie_occidentali|Compagnia delle indie occidentali]] per l' America, [[Compagnia_del_Levante|Compagnia del Levante]] per il Mediterraneo e l' Impero ottomano, la Compagnia per l' Africa e quella per i mari del nord.</ref> riuscirono a instaurare rapporti continui con l' Impero cinese. Ottennero una base con territorio in India a [[Pondicherry_(territorio)|Pondicherry]]. Per quanto riguarda l' America, a seguito delle esporazione della fine del XVI secolo, divenne importante lo stanziamento di coloni francesi nella regione dei Grandi laghi (Canada) [[Acadia_(Nuova_Francia)|Acadia]] che fu la base per la colonizzazione di quello che attualmente è chiamato di [[Québec_(provincia)#Storia|Quebec]]. Da questa zona, partendo dai grandi laghi parti l' esporazione del corso del [[Mississippi_(fiume)|Mississippi e di tutto il suo bacino di [[René_Robert_Cavelier_de_La_Salle|René Robert Cavalier de la Salle]] che nel 1682 raggiunta quella che diverrà la città di New Orleans, dichiarò quel territorio proprietà della corona di Francia e lo chiamò Luisiana (1682). da queste imprese il re Luigi XIV acquisì un territorio coloniale molto più vasto di quello della corona inglese e con un vantaggio: il re francese governava tutto il bacino dei [[Geografia_del_Canada#I_Grandi_Laghi_ed_il_bacino_del_fiume_San_Lorenzo|grandi laghi canadesi]] e si estendeva pure al bacino del MisssipiMississipi che confinava ad est con le colonie inglesi mentre ad ovest poteva estendersi per tutto il West, allora terra selvaggia e territorio dei nativi. Attraverso i suoi governatori e con gli ufficiali che comandavano le truppe stanziate nella regione i Francesi fecero alleanze militari con la maggioranza delle tribù indiane della regione rendono la loro potenza in loco molto più consistente di quella degli stessi coloni inglesi e delle truppe della corona inglese stanziate nelle 13 colonie e nelle piccole fortezze canadesi<ref> Si veda [[Guerra_della_regina_Anna| la Guerra della regina Anna]]</ref>. I Trattati di [[Trattato_di_Utrecht|Utrecht]] (1713) e di [[Pace_di_Rastatt|Rastatt]] (1714) determinarono un nuovo assetto delle colonie americane suggellando la fine del predominio francese nella regione.
 
Il Re Luigi XIV fu il secondo attore di questo periodo storico, alla morte del Mazzarino, si dedicò ad una profonda riforma dello Stato per arrivare ad una forma di monarchia assoluta che accentrasse nella sua persona tutto il potere. Se da un lato egli si professava sostenitore delle arti, della scienza ed incentivava la ricerca scientifica, dall' altro si prodigò per il superamento definitivo dei privilegi medioevali ancora esistenti. Prima di tutto accentrò nella sua Corte la nobiltà in modo da allontanarla dai loro possedimenti e di permetterne la vita a spese dell' erario dello Stato attorno alla sua Reggia costruita per questo: [[Reggia_di_Versailles|Versailles]]. Univa ad esso una politica diretta a formare i quadri dell' esercito che aveva permanentemente creato alle sue dipendenze con nobili che, per capacità e per attitudine, fossero dei buoni comandanti. Si diede da fare perché, non solo, gli Arsenali militari, ma anche le officine private producessero tutte le armi di cui doveva disporre l' armata. Sotto consiglio di [[Jean-Baptiste_Colbert|Jean-Baptiste Cobert ]] riuscì a formare una nuova classe di imprenditori che permettessero alla Francia la produzione di tutte le cose che necessitavano in modo da ridurre la dipendenza dai prodotti realizzati all' estero. Purtroppo, essendo la Francia ancora contadina, Luigi XIV non superò mai la servitù della gleba, ma attraverso i suoi funzionari, nelle provincie, ridusse moltissimo l' arbitrio e le discriminazioni dovute al potere dei nobili sulla conduzione dei possedimenti agricoli. In breve la Francia ebbe a disposizione il più potente esercito dell'Europa. Introdusse la leva per creare un esercito permanente seguendo i consigli di [[François_Michel_Le_Tellier_de_Louvois| Fracois Michel Le Tellier]] Marchese di Louvois a cui aveva affidato la formazione, l' organizzazione e il comando centrale dell' esercito e della Marina. A questo ultimo si devono le innovazioni tecniche che resero la Marina da guerra e quindi anche quella commerciale competitiva rispetto alle marine olandesi e inglesi.
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Dopo questo successo Luigi XIV si impegnò nella [[Guerra_di_devoluzione|guerra di devoluzione]] (1667-1668) perché pretendeva le città di confine fra i Paesi Bassi meridionali e la Francia a quel tempo ancora sotto il dominio spagnolo. La paura di tutti gli altri Stati europei sulla potenza della Francia, il pericolo di scoppio di una guerra europea in cui la Francia sarebbe stata sola, e la rabbia degli Olandesi allora coinvolti nella guerra per l' atto di navigazione con l' Inghilterra fecero in modo che Luigi XIV desistesse dalla sua impresa. Con il [[Trattato_di_Aquisgrana_(1668)|Trattato di Aquisgrana]] l' attuale Belgio rimase alla Spagna, mentre tutto quelle terre che erano contigue alla Franca Contea e la stessa furono attribuite definitivamente al re Luigi XIV. Se dalla parte militare era stato un successo, sui mari e nelle colonie gli Inglesi e gli olandesi iniziarono a boicottare il commercio francese come ritorsione per questa vittoria militare.
A seguito di queste azioni Luigi XIV iniziò una guerra contro le Provincie Unite denominata dagli storici [[Guerra_d'Olanda|Guerra franco-olandese]] (1672-1678). La Francia non si trovò di fronte solo l' esercito olandese ma anche una coalizione di eserciti europei: Principato del Brandeburgo, Impero, Spagna, Danimarca. Dopo i primi avvi della guerra la Francia fu affiancata dalla Svezia e dai vescovati di Munster e di Colonia. La guerra si concluse con la Pace di Nimega in cui fu stabilito che la frontiera fra gli attuali Paesi Bassi e la Francia era costellata di minori enclave olandesi. Alla Franca Contea veniva unificata l' Alta Alsazia, mentre a Luigi XIV veniva riconosciuta la città di Friburgo in Bresgovia. PoichèPoiché il duca di Lorena non accettò le condizioni del Trattato determinò la occupazione definitiva del suo ducato da parte francese. La Francia poi obbligò la Danimarca e il Brandeburgo a riconsegnare i territori conquistati alla Svezia sua alleata.
 
Il re Luigi XIV decise di affrontare gli altri stati al nord della Francia in modo da sistemare e accrescere le conquiste territoriali, forte del fatto che in Francia aveva abolito l' editto di [[Editto_di_Nantes|Nantes]] (1598) con l' Editto di Fontainebleau (1685) in cui si vietavano le altre religioni e si stabiliva che la sola religione praticabile in Francia doveva essere la Religione Cattolica. Per questo sia i Protestanti sia gli Ebrei furono costretti ad emigrare in massa e così aveva raggiunto una maggiore coesione interna che gli altri Stati europei non avevano ancora ottenuto (in quegli anni Giacomo II d' Inghilterra era stato costretto a fuggire e chiedeva sostegno al Re francese per ritornare sul trono inglese). Fu così che il Re Luigi XIV ingaggio' una guerra nel nord Europa diretta a ingrandire i suoi territori detta [[Guerra_della_Grande_Alleanza|Guerra della lega di Augusta]] (1688-1697). Gli schieramenti erano quanto mai variegati. La Francia appoggiò Giacomo II d' Inghilterra gli fornì un esercito e lo fece sbarcare in Irlanda con l' obbiettivo di marciare su Londra e riconquistare il trono a quel tempo affidato alla di lui figlia Maria. Dalla parte opposta si trovavano gli alleati contro la Francia l' Inghilterra, i sostenitori di Guglielmo e di Maria, le Provincie unite, l' Impero, i Regni di Spagna, di Danimarca, di Svezia e il Ducato di Savoia. Iniziata con l' invasione Francese del Palatinato, la guerra si protrasse con alterne vicende che però determinarono la sconfitta in Irlanda di re Giacomo II. Con il [[Trattato_di_Rijswijk|Trattato di Rijswijk]] furono definite le rispettive posizioni anche perché la Francia del Re sole aveva chiesto di arrivare alla pace perché era stremata da tutte queste guerre e dalla mole dei debiti sottoscritti per portarla avanti. L' Inghilterra ottenne la promessa del Re che non avrebbe più fatto delle azioni contro il Regno di Maria e Guglielmo d' Orange e riconosceva conclusa la quastione giacobita. L' Olanda otteneva un nuovo accordo commerciale e restituiva alla Francia Pondichery (India). La Spagna riottenne i territori della Catalogna attorno a Barcellona che l' Esercito francese aveva occupato. Venivano ritornate alla Spagna il Lussemburo e il Brabante (ora Belgio e Lussemburgo) e veniva riconosciuta alla Spagna la conquista di una parte di Hispanola colonia di San Domingo. Al Vescovo di Liegi Dinant e l' Isola di Ponza al Ducato di Parma e Piacenza. L' Impero asburgico ricevette indietro tutti i possedimenti conquistati dal Luigi XIV ad eccezione della Alsazia e della città di Strasburgo.
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[[file:Principales ciudades de el imperio otomano.png|thumb|left|Impero Ottomano 1700]]
Il nostro scrittore non aveva dimenticato che i Principi Spagnoli del Nord (Pirenei) e quelli Francesi del versante nord occidentale si erano misurati con gli eserciti dei vari califfati spagnoli dalla [[Battaglia_ di_Poitiers|battaglia di Poitiers]] (732 d.c.) sino agli anni attorno al 1492. Questo periodo, chiamato nella storia spagnola della ''Reconquista'', segnò la fine della presenza del potere politico mussulmano nella Europa occidentale. Invece la storia della Europa orientale fu diversa.
Alla fine del 1299, essendosi indebolito il potere di Bisanzio, molti dei sultanati dell' Anatolia (attuale Turchia) si dichiararono indipendenti dall' Impero Romano d' Oriente (Bizantino). Uno di questi Osman I, con capitale [[Eslisehir]] nell'Anatolia occidentale, asserendo di aver avuto un sogno premonitore che lo rendeva padre di un grande impero, incominciò a conquistate i sultanati vicini e in breve tempo conquistò tutta l' Anatolia. Alla sua morte nei primi anni del 1300 d.C., i suoi successori continuarono questa politica di espansione e di sottomissione di quello che restava dell' Impero BuzantinoBizantino, almeno per quello che riguarda la storia della Europa orientale. Conquistata Costantinopoli nel 1453 e liquidato l' Impero romano d' Oriente, l' Impero ottomano si estese in tutta la Europa orientale e arrivò lambire la capitale dell' Imperio Asburgico Vienna. Solimano il Magnifico riuscì nel suo intendo di conquisitareconquistare l' Ungheria nel 1541 e arrivò a minacciare la città di Vienna. In queste vicende si sperimentò l' alleanza Francia-Impero Ottomano. Gli Ottomani favorirono e protessero la Francia che occupò militarmente la città di [[Assedio_di_Nizza_(1543)|Nizza]] (1543) e conquistò la Corsica (1553). Francesco I e Solimano il Magnifico si aiutarono anche nella lotta contro l' Imperatore Carlo V, di cui abbiamo già scritto, al punto che Solimano il Magnifico riuscì a conquistare la città di Esztergom (Ungheria) sul Danubio e sede del vescovo primate di Ungheria (1547). Per questo Ferdinando I d' Asburgo altro non potèpoté che riconoscere il dominio ottomano sull' Ungheria.
Con la [[Battaglia_di_Vienna|Vienna]] (1683) ci fu una strenua prova di forza fra il mondo cristiano e quello mussulmano rappresentato dall' Impero Ottomano. L' Imperatore ottamanoottomano Mehemed IV aveva deciso di riaprire le ostilità con l' Impero asburgico è mandò un suo potente esercito al assediare Vienna. Il fatto si svolse all' interno di una rivolta ungherese contro il potere degli Asburgo e una alleanza con alcune fazioni ucraine che non volevano essere alleate dei russi e per questo avevano chiesto aiuto e alleanza all' Imperatore ottomano. L' esercito imperiale asburgico e i suoi alleati tra cui l' esercito polacco guidato da Giovanni Sobieski (1674-1696) sconfissero l' esercito ottomano lo ricacciarono in Ungheria e di lì lo costrinsero a ritirarsi in Serbia. Si deve poi ricordare che dopo la battaglia di Lepanto (1571) l' impero Ottomano non aveva mai più tentato di ottenere la supremazia marittima né tanto meno opporsi alla espansione delle potenze marinare del tempo nel Mediterraneo: Portogallo, Spagna, Francia, Inghilterra, Olanda, a cui si aggiungevano Venezia e il Regno di Napoli. L' Impero ottomano sviluppò un insieme di traffici marittimi con vari porti del Mediterraneo meridionale e con il Mar Nero e tollerò che sulle stesse rotte le potenze europee facessero navigare le loro navi mercantili e da guerra. Una forma di convivenza si stabilì senza che venisse eliminata la presenza mussulmana che rimase tale sino alla fine della seconda guerra mondiale.
Il Quadro che abbiamo ricordato era quello che fu studiato dall' Abate di Saint-Pierre. Le varie Monarchie presenti, tutte monarchie assolute come quella francese del Re sole, poiché facevano coincidere la persona del monarca con lo Stato, erano di per se stesse la personificazione del potere statuale. Se esaminate in rapporto fra di loro, non si differenziavano allo '''Stato di natura''', come gli studiosi accademici francesi indicavano. Nelle loro relazioni politiche reciproche, però, vigeva l' anarchia, assenza di leggi, assenza di un potere riconosciuto che si imponesse sui contendenti ed una forma del diritto che fossero norme giuridiche effettive impossibili da eludere, in cui i precetti contenuti diventassero obbligatori per i consociati. Questi consociati erano per Saint-Pierre le Monarchie europee. Sui trattati l' Abate ebbe il coraggio di scrivere che essi erano una forma molto debole di normativa delle relazioni fra gli Stati. Infatti la loro durata era molto breve, il suo contenuto non era obbligatorio e poteva essere eluso dagli stessi sottoscrittori in ogni momento. Per cui il tempo privo di guerra era solo una tregua fra diverse guerre che si susseguivano. La verità constatabile era che la comunità delle monarchie europee viveva un uno stato di anarchia internazionale, i suoi membri possedevano la sola forza quelle delle armi per risolvere le loro controversie e il tutto era affidato all' equilibrio di potenza che i vari Stati e le loro alleanze determinavano. Per cui il quadro tracciato dai trattati di Westfalia era quello reale della situazione storica delle Monarchie europee a lui contemporanee. Inoltre la politica delle alleanze aveva fatto in modo che uno Stato come la Francia si fosse alleata sia con i mussulmani e sia con gli eretici (protestanti) per determinare, nella bilancia del potere europeo, una reale supremazia che permettesse la vittoria bellica sugli altri che la avversavano.
 
Questa visione era quanto mai rivoluzionaria per il fatto che essendo lui, uomo di Chiesa, non era concepibile per gli ambienti ecclesiastici e curali romani, che potesse sostenere delle idee distruttive delle fondamenta della '''Communitas cristiana''' <ref>Si veda sul punto nella voce [[Comunità_internazionale|Comunità internazionale]] e pure [[Comunità_internazionale#Il_problema_dell'origine_e_il_declino_della_Communitas_Christiana]]</ref>a cui il Papa sempre anche velatamente faceva riferimento. Nel concreto se era esistito il modello di Comunità internazionale detto Comunitas Cristiana, per l'Abate di Saint-Pierre, questo era definitivamente tramontato con le guerre di religione e i trattati conclusivi di Westfalia. Di questo egli invitava i contemporanei a prendere atto se volevano operare per la fondazione di una '''pace perpetua'''.
Una prima cosa rilevava per l' Abate. Per prepararsi alla guerra il Monarca doveva fare in modo che tutto il suo regno fosse una solo ''uomo'' con il re e che le sue risorse fossero tutte nelle mani del funzionari del Re che gestivano le casse dello stato. Di qui veniva conseguente che per assecondare la ''Ragion di Stato'' il Monarca dovesse essere titolare di un potere assoluto al quale nessuno si poteva opporre. Mentre i sudditi, messi nella condizione di essere come '''cose''' possedute dal monarca non potevano dissentire, ma dovevano pagare le tasse fissate da lui, dovevano fare il servizio militare e morire in guerra, lasciando vedove le mogli e orfane i figli. Se alcuni come già avveniva, pensavano di indirizzare la Francia su una strada come quella dell' Inghilterra che aveva aperta una prospettiva democratica incarnata nel potere sovrano del Parlamento, l' Abate rispose alla luce di queste deduzioni, che la via era preclusa per il semplice fatto che gli '''stati''' sociali (nobili, ecclesiastici, e terzo stato) non erano stati corrotti nella loro monolicitàforma monolitica da una mobilità sociale seppur minima e la rappresentanza sociale, riconosciuta all' inizio del regno di Luigi XIV, con le assemblee degli stati e dall' Assemblea comune degli stati generali di Francia si erano progressivamente diradate e eliminate dalla politica di assolutismo perseguita dal re. Nonostante tutto, anche l' aver riconosciuto alle colonie lo status di estensione del territorio nazionale altro non avavaaveva fatto che riproporre la situazione interna in esse facendo in modo che la struttura sociale della società francese fosse tutta protesa alla funzione di servire la ragion di Stato.
Una seconda cosa erano le debolezze delle teorie economiche a lui contemporanee. Si riferiva alle idee di [[Jean_Baptiste_Colbert|Jean-Baptiste Colbert]] che essendo un [[Mercantilismo|mercantilista]] sosteneva che le colonie e lo svolgimento delle attività commerciali e il finanziamento delle stesse, specialmente nei traffici da e per le colonie, fosse a sostegno della potenza dello Stato. Per l' Abate se lo Stato doveva agire per mantenere la sua potenza anche nelle colonie non poteva prescindere dal creare in patria dei potenti epifici (grandi fabbriche), che permettessero la produzione degli armamenti, ne studiassero e portassero in produzione le innovazioni per una loro maggiore efficenza e che queste attività si dovessero applicare anche ai cantieri di armamento delle navi da guerra al fine di avere una marina da guerra di tutto rispetto. Poiché queste spese non producevano un effettivo ritorno, l' Abate scoprì che esse erano la ragione principale del debito della corona francese e che questo aumentava al prolungarsi della guerra. Infatti l' Aja ed Utrecht furono condizionate grandemente dalla fretta per arrivare alla tregua a causa dell' insopportabile debito contratto dalla Francia.
Una ulteriore riflessione venne da lui fatta sulle confederazioni del tempo quella Svizzera e quella delle Repubbliche unite<ref>Sul punto si veda sopra i capitoli dedicati ad entrambe.</ref>. Essendo entrambe delle democrazie sicuramente avevano dei freni istituzionali che impedivano al Governo delle stesse di percorrere delle vie di potenza militare. Purtroppo la Confederazione delle Repubbliche unite, che era una potenza coloniale, dimostrò che all' aumentare dell' impegno bellico andava diminuendo il grado di democrazia interno. Anche se l' Abate di Saint-Pierre non conosceva bene le due Confederazioni si deve a lui l' aver scoperto la dipendenza interna dello Stato dai condizionamenti della politica estera. Infatti oggi sappiamo che una situazione di crisi internazionale, economica, politica, militare, può condizionare la vita politica interna e anche far collassare il sistema dello Stato. Di fatto con lo svilupparsi della ricerca scientifica e delle invenzioni militari la guerra divenne una delle principali cause di questa trasformazione della società di uno Stato. All' Abate di Saint-Pierre deve essere riconosciuto il merito di aver dimostrato scientificamente questa interdipendenza.
Se lo scopo dell' opera dell' Abate era quello di rendere possibile la costruzione della '''''Pace PertetuaPerpetua''''', per lui si doveva partire dalla constatazione che allo stato dei fatti non vi era nulla di sopraordinato a questi Stati. La situazione della comunità internazionale era tale che la costruzione di una autorità sopraordinata non era mai stata all' ordine del giorno. Se questo era il dato di partenza, lui stesso non potè negare che Pierre Dubois, William Penn avessero scritto dei libri con questo intento, purtroppo non andato a buon fine<ref>Per questi autori invitiamo a legge i capitoli precedenti a loro dedicati.</ref>. Ma una nuova suggestione gli giunse dalla lettura delle memorie del Duca di[[Massimiliano_di_Béthune#Il_progetto_di_pace_europeo|Sully]] segretario e Ministro delle finanze del Re Enrico IV di Francia (1553-1610) che gli suggerì una strada nuova sino allora mai perseguita. Il Duca di Sully scrisse che prima del 1610 anno dell' assinioassasinio del Re da parte di un fanatico cattolico che voleva così vendicare l' emanazione del Trattato di Nantes, di aver ricevuto dal Re l' incarico di trattare a livello delle monarchie europee per arrivare ad una nuova forma di trattato che avrebbe dovuto costituire una forma di organizzazione assembleare fra tutti i Principi cristiani anche quelli considerati eretici e stabilire un potere democratico di governo degli stessi. Il sicario aveva però posto fine a questo progetto.
Charles-Irenée de Saint-Pierre comprese che la strada era questa indicata dal Sully. Se un Monarca si impegnava per costruire una società pacifica, se la politica si poneva come il più importante obbiettivo la costruzione della pace, si poteva realizzare un '''''Diritto positivo cosmopolitico''''' nel quale dovevano trovare posto le norme per istituire quella che noi chiamiamo la organizzazione internazionale diretta a mantenere e far prosperare la pace. Questo diritto non si limitava alla disciplina delle Ambasciate e degli ambasciatori ma richiedeva di sostituire una consuetudine risalente al diritto romano, per far posto a norme positive che dovessero diventare quello che è una '''costituzione''' per uno Stato: norme fondanti e difese da una corte arbitrale che ne sostenesse l' imperatività e le difendesse dalle violazioni. Per l' abate si trattò di mettere le fondamenta di una vera e propria forma di unione che a sua volta doveva generare una vera e concreta interdipendenza fra gli Stati membri. L' organismo che lui chiamò confederale senza sapere che cosa fosse in realtà, avrebbe dovuto possedere delle funzioni che legli monarchieStati membrecome membri le avrebbero affidate come l' esercito comune, la moneta, il potere di fare la guerra e redigere la pace con gli Stati esterni, mantenere la pace fra i membri attraverso la Corte arbitrale e poter intervenire a sostegno delle forme di vessazione che i sudditi potrebbero subire dalle singole monarchie. La sede avrebbe dovuto essere una '''città della pace''' costruita nuova e in un luogo diverso dalle capitali a lui contemporanee e doveva essere la sede di una assemblea sovrana della Confederazione composta da Senatori eletti dai singoli Stati membri della confederazione. Questo governo avrebbe dovuto gestire l' esercito comune, decidere le scelte di politica estera e interna per tutti.
E' chiaro che l' Abate prefigurò una Stato di grado superiore a quelle che sono le monarchie europee del momento, mandando in soffitta le politiche di espansione e di annessione territoriale che invece la Monarchia francese aveva perseguito sino alla reggenza di Luigi XV, fanciullo di 5 anni, succeduto al nonno Luigi XIV, e affidato alla reggenza di Filippo II d' OrleanOrleans allievo di Saint_PierreSaint-Pierre e esponente di quella casata a cui l' Abate doveva tutta la sua carriera. Le sue idee erano così rivoluzionarie che [[Voltaire]]<ref> si Veda '''Voltaire''', ''Della pace perpetua''. In ''Scritti politici'', Torino, Utet, 1976 p. 834-837.</ref>, \[[Gottfried_Wilhelm_von_Leibniz|Leibniz]]<ref>Nei suoi ''Scritti politici e di Diritto naturale.'' Torino Utet, 1965 si veda il saggio Elementa iuris naturalis</ref>, [[Jean-Jacques_Rousseau|Jean Jacques Rousseau]]<ref> Si vedano le pagine su Saint-Pierre e sul Contratto sociale.</ref> lo criticarono e lo considerarono un utopista. Cinquanta anni prima della Rivoluzione americana egli riuscì a prefigurare la soluzione di un problema che sembrava insoluto. Recenti riscontri sugli archivi di Alexander Hamilton e James Madison hanno dimostrato che entrambi avevano studiato l' opera di Saint-Pierre, ma memori della sua indicazioni cercarono nel concreto di trovare la soluzione istituzionale che facesse diventare realtà le idee di Saint-Pierre.
 
Saint-Pierre non si fermò qui, prima di tutto ipotizzo l' estensione del ragionamento ai regni dell' India, allora colonia francese, anche se menomata dal trattato di Utrecht che le aveva trasferite all' Inghilterra e all' Impero cinese con cui il re Luigi XIV aveva rapporti e stretta amicizia. Fu fermato dai più stretti amici che lo consideravano una operazione azzardata che avrebbe potuto compromettere lo status dell' Abate già in odore di avversario per la Reggenza.
Il terzo volume, edito nel 1717 era una proposta di trattato istitutivo di questa confederazione. Oltre alle sue norme egli invitava i Monarchi a riunirsi in una conferenza sovrana dei Principi cristiani e a deliberare la formazione di questa confederazione con la firma del trattato proposto. Il tutto fu osteggiato dal Reggente francese Filippo II d' Orleans che vedeva nelle proposte di Saint-Pierre un pericolo al consolidamento della posizione di potenza della Francia in Europa.
 
La goccia che fece traboccare il vaso fu una sua lettura accademica, di fronte a tutta l' Accademia di Francia in cui egli criticò la politica di Luigi XIV ed implicitamente quella del Reggente Filippo II di Orleans. La lezione si intolòintitolò ''De la Polysynodie ou la pluralité des conseils'' (1718), in cui egli applicando le sue deduzioni dimostrò come il re Luigi XIV, ormai deceduto, fosse un giudice ingiusto e non avesse fatto quello che serviva alla Francia per evitare tutte le guerre in cui aveva coinvolto il suo popolo. La lezione fu un attacco alla reggenza e come tale ottenne da questa una dura risposta. Il Reggente emise un ordine di estromissione dell' Abate all' Accademia. Questa riunitasi nella sua Assemblea plenaria, alla unanimità, meno un voto di un amico di Saint-Pierre, lo escuseescluse dai membri togliendogli tutti gli appannaggi di cui aveva goduto. L' Abate anche se continuò a frequentare i salotti letterari fu colpito da una progressiva povertà, e morì dimenticato da tutti (1743). Solo nel 1745 [[Jean_Baptiste_Le_Rond_d%27Alembert|Jean-Baptiste d' Alembert]] si prodigò per una sua riabilitazione postuma e un suo reinserimento nella Accademia Francese.
 
====Federalismo europeo====