Utente:Old Dick/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 708:
{{Trattato
|Nome = Trattato di Rastatt
|Immagine = Western Europe Utrecht Treaty.jpg|thumb|lef
|Didascalia = L'Europa nel 1713 come disegnata dal trattato di Utrecht
|Dimensione immagine = 280px
Riga 735:
Se lo scopo dell' opera dell' Abate era quello di rendere possibile la costruzione della '''''Pace Perpetua''''', per lui si doveva partire dalla constatazione che allo stato dei fatti non vi era nulla di sopraordinato a questi Stati. La situazione della comunità internazionale era tale che la costruzione di una autorità sopraordinata non era mai stata all' ordine del giorno. Se questo era il dato di partenza, lui stesso non potè negare che Pierre Dubois, William Penn avessero scritto dei libri con questo intento, purtroppo non andato a buon fine<ref>Per questi autori invitiamo a legge i capitoli precedenti a loro dedicati.</ref>. Ma una nuova suggestione gli giunse dalla lettura delle memorie del Duca di[[Massimiliano_di_Béthune#Il_progetto_di_pace_europeo|Sully]] segretario e Ministro delle finanze del Re Enrico IV di Francia (1553-1610) che gli suggerì una strada nuova sino allora mai perseguita. Il Duca di Sully scrisse che prima del 1610 anno dell' assasinio del Re da parte di un fanatico cattolico che voleva così vendicare l' emanazione del Trattato di Nantes, di aver ricevuto dal Re l' incarico di trattare a livello delle monarchie europee per arrivare ad una nuova forma di trattato che avrebbe dovuto costituire una forma di organizzazione assembleare fra tutti i Principi cristiani anche quelli considerati eretici e stabilire un potere democratico di governo degli stessi. Il sicario aveva però posto fine a questo progetto.
Charles-Irenée de Saint-Pierre comprese che la strada era questa indicata dal Sully. Se un Monarca si impegnava per costruire una società pacifica, se la politica si poneva come il più importante obbiettivo la costruzione della pace, si poteva realizzare un '''''Diritto positivo cosmopolitico''''' nel quale dovevano trovare posto le norme per istituire quella che noi chiamiamo la organizzazione internazionale diretta a mantenere e far prosperare la pace. Questo diritto non si limitava alla disciplina delle Ambasciate e degli ambasciatori ma richiedeva di sostituire una consuetudine risalente al diritto romano, per far posto a norme positive che dovessero diventare quello che è una '''costituzione''' per uno Stato: norme fondanti e difese da una corte arbitrale che ne sostenesse l' imperatività e le difendesse dalle violazioni. Per l' abate si trattò di mettere le fondamenta di una vera e propria forma di unione che a sua volta doveva generare una vera e concreta interdipendenza fra gli Stati membri. L' organismo che lui chiamò confederale senza sapere che cosa fosse in realtà, avrebbe dovuto possedere delle funzioni che gli Stati come membri le avrebbero affidate come l' esercito comune, la moneta, il potere di fare la guerra e redigere la pace con gli Stati esterni, mantenere la pace fra i membri attraverso la Corte arbitrale e poter intervenire a sostegno delle forme di vessazione che i sudditi potrebbero subire dalle singole monarchie. La sede avrebbe dovuto essere una '''città della pace''' costruita nuova e in un luogo diverso dalle capitali a lui contemporanee e doveva essere la sede di una assemblea sovrana della Confederazione composta da Senatori eletti dai singoli Stati membri della confederazione. Questo governo avrebbe dovuto gestire l' esercito comune, decidere le scelte di politica estera e interna per tutti.
E' chiaro che l' Abate prefigurò una Stato di grado superiore a quelle che sono le monarchie europee del momento, mandando in soffitta le politiche di espansione e di annessione territoriale che invece la Monarchia francese aveva perseguito sino alla reggenza di Luigi XV, fanciullo di 5 anni, succeduto al nonno Luigi XIV, e affidato alla reggenza di Filippo II d' Orleans allievo di Saint-Pierre e esponente di quella casata a cui l' Abate doveva tutta la sua carriera. Le sue idee erano così rivoluzionarie che [[Voltaire]]<ref> si Veda '''Voltaire''', ''Della pace perpetua''. In ''Scritti politici'', Torino, Utet, 1976 p. 834-837.</ref>, \[[Gottfried_Wilhelm_von_Leibniz|Leibniz]]<ref>Nei suoi ''Scritti politici e di Diritto naturale.'' Torino Utet, 1965 si veda il saggio Elementa iuris naturalis</ref>, [[Jean-Jacques_Rousseau|Jean Jacques Rousseau]]<ref> Si vedano le pagine su Saint-Pierre e sul Contratto sociale nelle Confessioni di Rousseau.</ref> lo criticarono e lo considerarono un utopista. Cinquanta anni prima della Rivoluzione americana egli riuscì a prefigurare la soluzione di un problema che sembrava insoluto. Recenti riscontri sugli archivi di Alexander Hamilton e James Madison hanno dimostrato che entrambi avevano studiato l' opera di Saint-Pierre, ma memori della sua indicazioni cercarono nel concreto di trovare la soluzione istituzionale che facesse diventare realtà le idee di Saint-Pierre.
 
Saint-Pierre non si fermò qui, prima di tutto ipotizzo l' estensione del ragionamento ai regni dell' India, allora colonia francese, anche se menomata dal trattato di Utrecht che le aveva trasferite all' Inghilterra e all' Impero cinese con cui il re Luigi XIV aveva rapporti e stretta amicizia. Fu fermato dai più stretti amici che lo consideravano una operazione azzardata che avrebbe potuto compromettere lo status dell' Abate già in odore di avversario per la Reggenza.