Decimo Valerio Asiatico: differenze tra le versioni
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Sotto Claudio partecipò alla [[Conquista della Britannia|campagna]] in [[Britannia]], e fu console per la seconda volta nel 46.
Visse a Roma presso una sontuosa residenza ricavata dai [[Horti Lucullani|giardini di Lucullo]], che lui trasforò edificandovi un sontuoso ninfeo. La residenza era così sfarzosa (il monumentale [[ninfeo]] e i giardini erano destinati anche all'uso pubblico) da rivaleggiare con le più grandi strutture dell'[[Roma|Urbe]]. Al suo interno vi si trovava anche il [[tempio di Fortuna]], il cui culto era implicitamente associato alla sua persona, ricollegandosi alla [[dinastia giulio-claudia]] (già Tiberio aveva tentato di radicare questo culto, vincolandolo alla tradizione imperiale).
La proprietà di tale residenza, nonché di larghi possedimenti fondiari in [[Italia (provincia romana)|Italia]], Egitto e [[Gallia]] testimoniano la sua grande ricchezza.<ref name=P.Lond.III894>[http://www.uni-koeln.de/phil-fak/ifa/zpe/downloads/1989/079pdf/079194.pdf P.J. Sijpesteijn, ''Another οὐσία of D. Valerius Asiaticus in Egypt'',aus: Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 79 (1989) 194–196]</ref> Alcuni papiri, tra cui uno in particolare rinvenuto in [[Egitto (provincia romana)|Egitto]] datato al 24 gennaio [[39]]-[[41]] che riferisce di una sua proprietà a Euhemeria, attestano di sue residenze e terreni (οὐσίαι) in Egitto.<ref>P. Lond. III 894; anche P. Schøyen MS 244/9, P.Mich. inv. 876</ref> Uno dei suoi latifondi in Egitto parrebbe essere stato acquisito, dopo la sua morte, da [[Seneca]].<ref name=P.Schøyen>[http://www.uni-koeln.de/phil-fak/ifa/zpe/downloads/2000/130pdf/130197.pdf Gabriella Messeri, Rosario Pintaudi, ''Proprietà imperiali e tasse in un papiro della collezione Schøyen'', aus: Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 130 (2000) 197–200]</ref>
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