Repubblica di San Marco: differenze tra le versioni

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Radetzky allora, contando sull'immobilismo di Carlo Alberto, decise di lasciare Verona con il grosso del suo esercito, 30.000 uomini e 124 cannoni, per marciare verso Vicenza e sedare definitivamente la resistenza della città. A Vicenza era restato Durando con 11.000 uomini e 36 cannoni. Il 10 giugno gli austriaci [[Battaglia di Monte Berico|attaccarono sui colli Berici]]. Dopo un iniziale resistenza i volontari italiani furono infine sopraffatti anche perché Durando nella fase critica della battaglia decise di non inviare rinforzi.<ref name=GNS268>{{cita|Ginsborg|p. 268}}</ref>
 
Alle due del pomeriggio le forze pontificie comandate dai colonnelli [[Enrico Cialdini]] e [[Massimo d'Azeglio]] tentarono di contrattaccare ma furono respinti con gravi perdite.<ref name=GNS268/> Durando con le truppe restanti cercò di opporre un ultimo tentativo di resistenza ma furono costretti a ritirarsi dentro la città. Durando fece issare allora bandiera bianca sulla torre in [[Piazza dei Signori (Vicenza)|piazza dei Signori]].<ref name=GNS269>{{cita|Ginsborg|p. 269}}</ref> La guardia civica voleva però continuare a difendere la cittàcombattere e sostituì la bandiera con una rossa.<ref name=GNS269/> Gli austriaci bombardarono allora la città per tutta sera e al fine anche la popolazione comprese che non vi era altra possibilità che la resa. Le trattative furono condotte da Durando che ottenne che l'esercito pontificio potesse abbandonare la cittàVicenza con gli onori delle armi a patto che avrebbero interrotto ogni azione contro gli austriaci per tre mesi. Queste concessioni furono generose ma giustificate dal fatto che Radetzky aveva fretta di rientrare a Verona prima che Carlo Alberto decidesse di attaccarla.<ref name=GNS269/>
 
[[File:Ritratto del generale Carlo Zucchi.jpg|thumb|Ritratto del generale [[Carlo Zucchi]].]]