Processo contro l'Amistad: differenze tra le versioni

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Nel 1840, un tribunale distrettuale federale aveva rilevato che il trasporto degli africani rapiti attraverso l'Atlantico a bordo della [[nave negriera]] [[Regno del Portogallo|portoghese]] o forse [[Impero del Brasile|brasiliana]] ''[[Teçora]]'' (o ''Tecora'') era stato in violazione delle leggi e dei trattati contro la [[tratta atlantica degli schiavi africani]] da parte di [[Gran Bretagna]], [[Spagna]] e [[Stati Uniti d'America]]. I prigionieri vennero considerati aver agito come uomini liberi quando combatterono per sfuggire alla loro reclusione illegale.
 
La Corte stabilì che gli africani avevano il diritto di prendere tutte le misure legali necessarie a garantire la loro libertà, compreso l'uso della forza. Sotto la pressione internazionale il presidente degli Stati Uniti, [[Martin Van Buren]], ordinò un ricorso alla Corte Suprema la quale però il 9 marzo 1841 - appena iniziata la [[presdenzapresidenza di William Henry Harrison]] - confermò la sentenza del tribunale inferiore e autorizzò il rilascio degli africani, ma annullò l'ordine del tribunale che prevedeva il loro ritorno in Africa a spese del governo.
 
I sostenitori organizzarono degli alloggi temporanei per gli africani a [[Farmington (Connecticut)|Farmington]] e raccolsero fondi per il viaggio di ritorno. Nel 1842 vennero trasportati per nave coloro che volevano tornare in Africa, insieme ad alcuni missionari americani.