Alfonso Ollearo: differenze tra le versioni

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==Biografia==
NatoNacque a San Salvatore Monferrato ([[Provincia di Alessandria|Alessandria]]) il 16 dicembre 1885, figlio di Giovanni e Carolina Coggiola,. siSi dedicò alla carriera militare per tradizione di famiglia., Preseprendendo parte alla [[Guerra italo-turca|conquista]] della [[Libia]] combattendo con il grado di [[tenente]], in forza al 26º [[Reggimento]] [[Artiglieria|artiglieria da campagna]], distinguendosi in due distinti combattimenti avvenuti nel corso del [[1913]],<ref name=D1p235>{{Cita|Del Boca 2011|p. 235}}</ref> tanto da essere decorato con una [[Medaglia d'argento al valor militare]].
 
A partire dal maggio [[1915]] prese parte alla [[prima guerra mondiale]], dove venne decorato con una seconda [[Medaglia d'argento al valor militare]] nel [[1918]] a Ridotta Tolmezzo, operando in seno al 1º Raggruppamento Artiglieria da Montagnamontagna Specialespeciale.
 
Promosso [[Colonnellocolonnello]] nel [[1934]] assunse il comando del 5º Reggimento d'artiglieria, partecipando poi alla [[Guerracuerra d'Etiopia]] come [[colonnello]] di stato[[Stato maggiore]], del comando Colonna operante "Agostini", e durante il conflitto ottenne una [[Valor militare|Medaglia di bronzo al valor militare]] per il comportamento tenuto a Pian di Gregorio tra il 22 e 23 gennaio del [[1936]].<ref name="Regno d 1939">''Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia'' n.12 del 16 gennaio 1939.</ref> Fu promosso [[Generalegenerale di brigata]] il 1º gennaio [[1937]], e nello stesso anno prese servizio presso il [[Ministero delle Colonie]]. Il 31 luglio [[1939]] venne insignito della [[Ordine militare di Savoia|Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia]].
 
All'atto dell'entrata in [[seconda guerra mondiale|guerra]] del [[Regno d'Italia 1861-1946)|Regno d'Italia]], il 10 giugno 1940, assunse il comando della [[2ª Divisione fanteria "Sforzesca"]],<ref name=P0p104>{{Cita|Pettibone 2010|p. 104}}</ref> inquadrata nel [[IV Corpo d'armata (Regio Esercito)|IV Corpo d'armata]] (gen. [[Camillo Mercalli]]) operante in seno alla 4ª [[Armata]] del generale [[Alfredo Guzzoni]]. La divisione ricevette il difficile compito di [[Battaglia delle Alpi Occidentali|attaccare]] il 21 giugno i forti Janus e Gondran posti sulla strada per [[Briançon]]<ref group=N>Il dominante [[Forte dello Chaberton]] italiano (3.136 m), equipaggiato con carte dello Stato maggiore non aggiornate sui forti francesi in attività, riuscì a colpire nelle tre ore di tiro incrociato tra le [[nebbia]] soltanto il forte Janus, venendo a sua volta quasi distrutto dal tiro del forte Gondran.</ref> dopo la proclamazione dell'[[Armistizio di Villa Incisa|armistizio]] con la [[Francia]],<ref name=P0p104/> la divisione<ref group=N>Formata dal 53º e 54º Reggimento di fanteria e dal 17º Reggimento di artiglieria contraerea.</ref> partì per il [[Campagna italiana di Grecia|fronte greco-albanese]] nel gennaio del [[1941]], andando a costituire con altre unità<ref group=N>Si trattava del Gruppo Alpini "Signorini" e del Raggruppamento [[Camicie Nere|CC.NN.]] "Galbiati".</ref> il XXV Corpo d'Armata del Generalegenerale Rossi, schierato in posizione di riserva nel settore sud del fronte intorno alla zona di [[Tepeleni]]. Il 13 febbraio 1941 l'[[esercito greco]] attaccò violentemente, per nove giorni consecutivi, tutto il fronte tra il Trebescines, lo Scindeli e il Golico. I sanguinosi scontri vennero caratterizzati da continui capovolgimenti di fronte per la conquista di pochi metri di terreno, ma gli attaccanti non riuscirono ad andare oltre Quota 1.178 del versante occidentale dello Scindeli.<ref group=N>Tale vetta venne persa e riconquistata per ben tre volte, e il 15 febbraio il [[53º Reggimento di fanteria "Umbria"]] vi perse oltre 700 uomini tra morti e feriti.</ref> Solo l'arrivo al fronte, su ordine diretto del Capo di Stato Maggiore Generale [[Ugo Cavallero]], della 3ª [[Divisione (unità militare)|Divisione]] [[Alpini|alpina]] [[Brigata alpina "Julia"|"Julia"]] impedì la definitiva rottura del fronte.<ref>Vittorio Luoni, ''Cavalieri del fango. Racconti di guerra in Francia, Albania e Russia 1940-1943'', Parma, Ermanno Albertelli Editore, anno 1999.</ref> Al termine delle operazioni belliche in [[Albania]], nel luglio 1941 la "Sforzesca" venne fatta rientrare a [[Novara]].
 
Per i meriti conseguiti sul fronte albanese il 15 novembre dello stesso anno fu insignito del titolo di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia. Il 29 ottobre [[1942]] fu promosso al grado di [[Generalegenerale di corpo d'armata]], e contemporaneamente assunse il comando del XXII Corpo d'armata<ref name=S0p133>{{Cita|Schreiber 1990|p. 133}}</ref> che aveva [[Quartier generale]] ad [[Hyères]],<ref name=S0p133/> nei pressi della città di [[Tolone]], inquadrato nella 4ª Armata del generale [[Mario Vercellino]].<ref name=S0p133/> All'atto dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre [[1943]] la 4ª Armata si trovava in fase di rientro in Italia, con i due Corpi d'armata costieri (il I e il XV) posizionati nel [[Provincia di Cuneo|cuneense]]. La Grande Unità si disintergròdisintegrò rapidamente, e molti soldati ed ufficiali aderirono alla formazioni partigiane.
 
Con il grado di [[Generale di corpo d'armata]],Egli fu tra i trecento ufficiali generali che aderirono alla neocostituita [[Repubblica Sociale Italiana]].<ref name=P0p45>{{Cita|Pettibone 2010|p. 45}}</ref>
Dal 31 dicembre 1943 al 25 giugno 1944<ref name=M5p150>{{Cita|Murgia 1975|p. 150}}</ref> ricoprì l'incarico di Sottosegretario<ref name=M5p150/> all'[[Esercito Nazionale Repubblicano]],<ref name=P0p45/> organizzandone la sede a Roma, con il Capo di gabinetto colonnello Vittorio Nebbia. Alla fine del 1943 la sede del Sottosegretariato venne trasferita dalla capitale ad [[Asolo]] ([[Provincia di Treviso|Treviso]]).<ref name=P0p45/> Dopo la fine della guerra fu sottoposto a procedimento di epurazione. Si spense ad [[Alessandria]] il 28 novembre [[1957]].
 
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|collegamento_onorificenza=Valor Militare
|motivazione=''Per la perizia, la calma, e il sangue freddo con cui condusse la propria sezione isolata e ne diresse il fuoco, mostrando ardire speciale nel riconoscere una posizione in zona esposta al fuoco nemico. Zauia Tert, 27 giugno 1913 – Nel combattimento di Zauia Feldia (18 luglio 1913) dava pure prova di grande energia e fermezza nel comando della sezione al fuoco''
|luogo=
|data=
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|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor Militare
|motivazione=''Addetto al comando della colonna operante nella zona del Daua Parma, durante le vittoriose azioni svoltesi nei pressi di Pian di Gregorio per infrangere la resistenza di numerose forze avversarie, si portava volontariamente e ripetutamente nei punti dove più ferveva la mischia per meglio assolvere i suoi compiti, dando costante esempio di sprezzo del pericolo e di alto sentimento del dovere. Pian di Gregorio (Daua Parma), 22-23 gennaio 1936-XIV''.
|luogo=''Pian di Gregorio (Daua Parma), 22-23 gennaio 1936-XIV.''
|data=Regio Decreto 26 luglio 1938<ref name="Regno d 1939"/>
}}
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|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza=Valor Militare
|motivazione=''Approntava in zona di frontiera la propria divisione con fede vivissima ed alacrità incessante e la conduceva attraverso quattro giornate di duri combattimenti al di là del confine, costringendo l'avversario a ripiegare dalle posizioni avanzate sulla linea di resistenza. Monginevro, 20-24 giugno 1940-XVIII''.
|luogo=''Monginevro, 20-24 giugno 1940-XVIII.''
|data=
}}
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==Note==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>
 
=== Fonti ===
<references/>
 
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[[Categoria:Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Grandi ufficiali dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Decorati con l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
[[Categoria:Ufficiali dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]