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==Antefatto==
La città di Shusha/Shushi allo scoppio della guerra aveva perso anche l'ultima parte residua della componente etnica armena ed era rimasta abitata esclusivamente da azeri. Collocata in altura, tra i 1400 e i 1800 metri, era divenuta quindi una importante roccaforte militare dalla quale controllare le vallate sottostanti e in particolare la piana dove sorgeva, a circa cinque chilometri di distanza in linea d'aria, [[Step'anakert|Stepanakert]]. Sicché, ancor prima dell'inizio del conflitto<ref>''La stessa giornata del [[Referendum in Nagorno Karabakh del 1991| referendum del 10 dicembre 1991]] fu funestata da lanci di [[BM-21|missili Grad]] che causarono oltre una ventina di vittime fra la popolazione civile che si recava ai seggi''</ref>, cominciò un incessante bombardamento contro infrastrutture militare armene ma anche abitazioni ed edifici civili.
Con l'intensificarsi dei bombardamenti, almeno 20.000 abitanti su una popolazione di circa 70.000 fuggirono, mentre i restanti vivevano rifugiati negli scantinati.<ref>''Si calcola che fino alla presa di Shushi, quasi duemila abitanti di Stepanakert abbiano perso la vita a causa dei bombardamenti azeri e la quasi totalità degli edifici distrutta''</ref>
Inoltre dalla montagna di Shushi era sotto controllo e sotto tiro il cosiddetto [[Corridoio di Laçın|Corridoio di Lachin]], ossia il punto più vicino tra la neonata repubblica del Nagorno Karabakh e l'Armenia; questo impediva agli armeni rifornimenti di armi e beni di prima necessità.
Forti di questa posizione dominante gli azeri tentarono di conquistare la capitale Stepanakert. Il 26 gennaio 1992 le forze azerbaigiane di stanza a Shusha circondarono e attaccarono il vicino villaggio armeno [[Karintak]] (che si trova sulla strada da Shusha a Stepanakert) nel tentativo di catturarlo. L'operazione fu condotta dall'allora ministro della difesa dell'Azerbaigian, Tajedin Mekhtiev, e avrebbe dovuto preparare il terreno proprio per il futuro attacco a StapanakertStepanakert. L'operazione tuttavia fallì, gli azeri persero circa settanta uomini, Mekhtiev lasciò Shusha e fu destituito come ministro della Difesa.
 
==Preparazione della battaglia==
La pianificazione per l'operazione militare iniziò sotto gli auspici del colonnello generale Gurgen Dalibaltayan con la guida di Arkady Ter-Tadevosyan. Tutti i fattori militari erano a favore dell'esercito azero. Gli azeri avevano infatti un vantaggio in termini di quantità e qualità delle attrezzature militari, avevano una superiorità numerica e occupavano le alture così che, a causa della sua posizione strategica, la città poteva essere facilmente difesa. Pertanto, un attacco diretto delle forze armene non era un'opzione praticabile per Dalibaltayan. Inoltre, secondo le convenzioni e le pratiche militari, affinché l'operazione avesse successo, la parte attaccante avrebbe dovuto essere almeno tre o quattro volte più numerosa dei difensori. Quindi, in collaborazione con il comandante che avrebbe poi guidato le truppe in Shusha, Arkady "Komandos" Ter-Tadevosyan, fu escogitata una strategia di lancio di diversi attacchi diversivi contro i villaggi adiacenti per attirare i difensori della città.
Prima che venisse lanciata l'offensiva contro la cittadella di Shusha, le forze di Ter-Tadevosyan lanciarono inoltre raffiche di artiglieria da diverse direzioni per diverse settimane al fine di "ammorbidire" le difese della città. Dalla fine di febbraio, le forze armate azere avevano rafforzato il crinale e le munizioni di Shusha e stavano facendo la spola con elicotteri per evacuare la popolazione civile della città.
 
==L'attacco==
L'attacco doveva iniziare il 4 maggio, ma per vari motivi (mancanza di munizioni, condizioni meteorologiche avverse, ecc.) fu ritardato. L'8 maggio, le forze armene avevano ammassato una forza di quasi 1.000 combattenti per assaltare Shusha