Regionalismo (Italia): differenze tra le versioni

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m L’Emilia era già presente, è la Romagna ad essere stata tracciata in quanto tale
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Quando la Seconda Sottocommissione iniziò ad affrontare l'argomento, si trovò davanti due opzioni distinte: a) un testo, redatto dal Comitato dei Dieci (un comitato di coordinamento), che riproponeva la ripartizione “tradizionale” (quella in uso dall'inizio del secolo e confermata in occasione del Referendum istituzionale del 1946, appena un anno prima l'inizio dei lavori); b) un insieme di mozioni relative all'istituzione di nuove regioni oltre a quelle “tradizionali”. Quelle più consistenti riguardavano<ref>{{cita|Rotelli|p. 355|Rotelli, 1967}}</ref>:
* al Nord: Friuli (si chiedeva l'autonomia dalla Venezia Euganea); Emilia lunenseappenninica (la parte del Ducato di Modena che si affacciava sul mare Tirreno, accorpata alla Toscana dopo l'Unità d'Italia); Romagna (autonoma rispetto all'Emilia);
*al Centro: Sabina (si chiedeva l'autonomia dal Lazio);
*al Sud: il Sannio (si chiedeva l'autonomia dalla Campania); il Molise (autonomo rispetto all'Abruzzo); il Salento (autonomo dalla Puglia).
 
Il risultato fu che, all'elenco delle regioni tradizionali, se ne aggiunsero quattro: Friuli, Emilia lunenseappenninica, Molise e Salento. Inoltre, “Romagna” fu giustapposto ad Emilia per comporre la nuova denominazione “Emilia e Romagna”. Le altre istanze non superarono l'esame del Comitato dei Dieci.
 
Il 31 gennaio 1947 la Sottocommissione approvò la lista delle regioni da inserire nella Carta Costituzionale<ref>{{cita|Rotelli|p. 358|Rotelli, 1967}}</ref> (vedi tabella):
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|Emilia lunenseappenninica
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|Emilia