Leone Fortis: differenze tra le versioni

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Nel 1866 Leone Fortis lanciò a Padova "La Nuova Venezia"; a Roma, a ottobre 1870, "La Nuova Roma" (che nel 1872 fu assorbita dalla "Gazzetta di Roma") e nel 1873 "[[Il Popolo romano]]": fogli non così contrari al governo, e forse garantiti da fondi segreti del Ministero dell'Interno. Nel 1893 Fortis fu coinvolto nell'[[Scandalo della Banca Romana|inchiesta sulla Banca romana]]. L'editore [[Emilio Treves]] lo chiamò per aprire sull'«[[L'Illustrazione Italiana|Illustrazione italiana]]» una rubrica di cronache di cultura e costume. Da quel momento Fortis si firmò "Doctor Veritas".
[[File:Depretis Illustrazione Italiana 1885.jpeg|thumb|Depretis sulla copertina dell'Illustrazione Italiana (1885).]]
 
===''Conversazioni della domenica''===
A ottobre 1873 iniziarono le ''Conversazioni'' di Leone Fortis, che furono poi raccolte in cinque volumi, pubblicati dal 1877 e il 1890. Uscivano ogni settimana, su "Illustrazione italiana", poi su "Pungolo della domenica", quindi su "Le Conversazioni della domenica". Leone Fortis colloquiava con una lettrice immaginaria, facendo la rassegna critica della vita sociale: teatro, poesia, musica, letteratura. Attaccato alla tradizione romantica, rifiutava mode straniere e contestava ogni sperimentalismo. Apprezzava Prati e il drammaturgo [[Paolo Ferrari (commediografo)|Paolo Ferrari]], tollerava Aleardi, Fusinato in poesia, [[Pietro Cossa]] e [[Giuseppe Giacosa]] in drammaturgia, apprezzava [[Edmondo De Amicis]]; ma esecrava il verismo di [[Giovanni Verga]] e di [[Luigi Capuana]] e soprattutto [[Gabriele D'Annunzio]], esempio di vita sessuale disordinata, e riduceva [[Giosuè Carducci]] a imitatore dei classici latini. Si scagliò contro [[Olindo Guerrini]] e i versi del suo ''[[Postuma]]'', sostenendo che erano eccessivamente scollacciati. Alle critiche di Fortis, Guerrini rispose con ''[[Nova polemica]]'', in particolare nel lungo ''Prologo''.
Contro il verismo in letteratura, il positivismo in filosofia e il socialismo in politica, Fortis rievocava sempre il Risorgimento di Cavour: la Destra e il Re erano per lui lo scudo alla visione socialista della Sinistra di [[Agostino Depretis]] prima, poi di [[Francesco Crispi]]. Col passare del tempo le cronache di Fortis, non adeguandosi al mutare della scena politica, smisero di influenzare l'opinione pubblica.
 
===Ultimi anni===
Nel 1893 si trasferì a Roma, come condirettore della "[[Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia]]". L'anno dopo rivalutava in parte, in un articolo, Francesco Crispi, per essersi convertito alla monarchia e aver positivamente operato in campo internazionale. Dopo il 1890 pubblicò sulla "Rivista delle tradizioni popolari italiane" e su "La Vita italiana", riviste dirette da [[Angelo De Gubernatis]], e su "Natura ed arte". Morì cieco. Il suo immane archivio è andato perduto.
Tra le opere di Leone Fortis, i ''Drammi'', in 2 volumi, Milano, 1888 e ''Ferrari: ricordi e note'', Milano, 1889.
 
===Curiosità===
Si racconta che qualcuno, per fare un complimento a [[Cesare Cantù]], gli abbia detto: «Nessuno, in questo scorcio di secolo, ha scritto tanto quanto lei!» «Non è esatto - avrebbe risposto Cesare Cantù - chi ha scritto di più di tutti noi è stato Leone Fortis. Ai bei tempi era capace di scrivere da solo l'intero numero di un giornale e con tale chiarezza da farsi comprendere da tutti.»
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Mario Menghini, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/leone-fortis_(Enciclopedia-Italiana)/ FORTIS, Leone]» la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Volume 15, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
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* Fausta Samaritani, ''Almanacco de "Il Pungolo" per l'anno 1858. Annata letteraria 1857 nel Lombardo Veneto: alba della Scapigliatura'', in: "Idioma" (edita dalla Haute Ecole Francisco Ferrer di Bruxelles), n. 16, ottobre 2004 Italianissime. Mélanges offerts à Michel Bastiaensen, a cura di Philippe Anckaert e Edmond Hoppe, pp.&nbsp;245–260.
* AA. VV., «[http://www.treccani.it/enciclopedia/leone-fortis_(L'Unificazione)/ FORTIS, Leone]» in ''L'Unificazione'', Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
 
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