Dynamics Explorer: differenze tra le versioni

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== Struttura ==
I due satelliti avevano una forma cilindrica, con un diametro di 137 cm e un'altezza di 115 mcm. Il satellite DE 1 fu dotato di antenne triassiali che si estendevano per 200 m da punta a punto sul piano x-y e per 9 m sull'asse z mentre le antenne triassiali del DE 2 erano invece tutte uguali e misuravano 23 m da punta a punta su ogni asse. Il DE 1 aveva poi due prolunghe di 6 metri di lunghezza su cui erano montati strumenti che dovevano rimanere distanziati dal corpo centrale del satellite; differentemente, il DE 2 aveva era dotato di una sola prolunga.
 
Entrambi i satelliti erano dotati di pannelli solari che fornivano una potenza di 68 W nel caso del DE 1 e di 115 W nel caso del DE 2, per ricaricare gli [[Accumulatore nichel-cadmio|accumulatori nichel-cadmio]] dei due satelliti.
 
Nel caso del DE 1, una volta messo in orbita, il satellite era stabilizzato utilizzando la tecnica della [[stabilizzazione di spin]], una tecnica di stabilizzazione passiva nella quale lintero veicolo ruota su se stesso in modo che il suo vettore di momento angolare rimanga pressoché fissato nello spazio inerziale.<ref name="ciani">{{Cita web|url= https://www2.units.it/atmocube/theses/controllo_assetto_Ciani.pdf|formato=pdf|p=14|accesso=6 dicembre 2017|nome=Manuela|cognome=Ciani|titolo=Studio del sistema di assetto del satellite AtmoCube tramite attuatori magnetici|editore=Università degli studi di Trieste|data=2003}}</ref> Il movimento di rotazione è stabile se il
satellite gira attorno allasse che ha momento dinerzia massimo.<ref name="ciani"/> Nel caso dello DE 1, tale asse era perpendicolare al piano orbitale e la velocità di rotazione era pari a 10&nbsp;[[Giri al minuto|rpm]].<ref name="nssdc-desc1"/> Per quanto riguarda invece il DE 2, esso era stabilizzato attraverso il metodo della [[stabilizzazione a gradiente di gravità]], un metodo passivo basato sulla distribuzione di massa del corpo e sul campo gravitazionale terrestre, con l'asse di imbardata rivolto verso il centro della Terra. La completa stabilizzazione triassiale era poi raggiunta attraverso un rotazione attorno ad un asse perpendicolare al piano orbitale alla velocitò di un solo giro per orbita.<ref name="nssdc-desc2">{{cita web |url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1981-070B|titolo=Dynamics Explorer 2|sito=[[National Space Science Data Center]] |editore=NASA |accesso=11 gennaio 2018}}</ref>
 
== Strumentazione ==