Forma (filosofia): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Concetto generale nella storia della filosofia: risolta disambigua |
|||
Riga 19:
La Potenza, (in [[lingua greca antica|greco]] δύναμις = dynamis) che si riferisce alla natura ontologica delle cose, riguarda il problema dell'oggettivo divenire del mondo, cioè la possibilità di realizzazione in atto, insita in un oggetto.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/potenza_%28Dizionario-di-filosofia%29/ Potenza in ''Dizionario di filosofia'' Treccani (2009)]</ref>
Per [[Aristotele]] l'essere in potenza è inferiore all'essere in atto: il primo è da lui designato come [[materia (filosofia)|materia]], il secondo come forma. In seguito tuttavia, con l'avvento della [[neoplatonismo|filosofia neoplatonica]], che verrà inglobata dalla nuova concezione [[cristianesimo|cristiana]] dell'essere, la potenza o ''dynamis'' subisce un capovolgimento di significato, passando a indicare l'infinita energia spirituale creatrice dell'[[Uno (filosofia)|Uno]], nel quale anche l'[[Infinito (filosofia)|infinito]] riceve una connotazione di superiorità rispetto al finito.<ref>Dario Antiseri,Giovanni Reale, ''Storia della filosofia: Dal cinismo al neoplatonismo'', volume 2, Giunti, 2014.</ref> Secondo il Lloyd si tratterebbe di un concetto di potenza attiva anteriore allo stesso Aristotele e restaurato da [[Plotino]].<ref>Anthony C. Lloyd, ''Neoplatonic Logic and Aristotelian Logic'', in "Phronesis", 1 (1955), pp. 58-72.</ref>
La concezione della potenza come potere attivo di sviluppo, anziché pura possibilità logica, permeerà i diversi esponenti della filosofia occidentale che si richiameranno direttamente o indirettamente al neoplatonismo.<ref>Francesco Romano, R. Loredana Cardullo, ''Dynamis nel neoplatonismo'', La nuova Italia, 1996.</ref>
|