Design italiano: differenze tra le versioni
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m →1985 - 2010: smistamento lavoro sporco e fix vari |
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Dopo la [[Crisi energetica (1979)|crisi petrolifera]], la struttura territoriale dell'industria italiana subisce varie modifiche: il [[triangolo industriale]] non è più l'unico protagonista assoluto dello sviluppo economico, ma piccole e medie imprese di [[Marche]], [[Toscana]], [[Emilia-Romagna]] e [[Triveneto]] iniziano ad introdurre lavorazioni moderne che vanno a miscelarsi con la tradizione artigianale. In questo periodo aumenta il numero di lavoratori del [[settore terziario]], che per la prima volta va superare quello degli addetti dell'industria (46% contro 40%<ref>{{cita|Vercelloni, 2008|p. 139}}</ref>). L'[[inflazione]] scende dal 21,1% del [[1980]] al 4,6% del [[1987]] e si ha un rilancio dell'attività industriale. È in questo contesto che il ''made in Italy'' diventa il protagonista del nuovo sviluppo economico: sui mercati internazionali la moda, il design e gli arredamenti italiani diventano il ''must'' del gusto.
Ma realizzare buoni prodotti non bastava più: diventò necessario spettacolarizzare l'immagine aziendale. È così che nascono cataloghi e pubblicità che spesso tentano di trasformarsi in veri e propri [[periodico
Nel [[1985]] [[Enrico Baleri]] introduce il designer [[parigi]]no [[Philippe Starck]] (il più noto designer di fine millennio) ad aziende come [[Driade (azienda)|Driade]], [[Flos]] e [[Kartell]]. E Driade sarà tra le prime aziende italiane del ''forniture design'', insieme a [[Baleri Italia]], a darsi un carattere internazionale<ref>{{cita|Vercelloni, 2008|p. 141}}</ref> grazie ai contributi di designer di tutto il mondo. Sono di Starck la lampada ''Ara'' del [[1988]] disegnata per [[Flos]] e lo spazzolino per [[Fluorcaril]] del [[1989]].
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