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[[Erasmo]] la definirà come quell'armonia tra la ''summam morum innocentiam'' e l<nowiki>'</nowiki>''eruditionis et sapentiantiæ arcem''.
Questa formazione aperta e tollerante permise al giovane allievo di farsi l'idea che le opinioni, al di là che possano apparire divergenti, in realtà si possono combinare e le dottrine filosofiche non debbano obbligatoriamente escludersi.
Lo storico [[Aldo Stella (storico)|Aldo Stella]] definiva la ''forma mentis'' del cardinale Contarini: ''"nonostante fosse stato quasi un autodidatta in teologia, ebbe sempre come norma di comportamento quella di cercare ciò che univa, anziché gli spunti di attrito e di astiosa polemica".''<ref>A. STELLASella, "Spunti di teologia contariana e lineamenti di un itinerario religioso" in ''Gasparo Contarini e il suo tempo'', Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1985, p. 96.</ref>
[[Giorgio Valla]], inoltre, fece entrare il giovane Contarini nel circolo della ''"bottega''" d'[[Aldo Manuzio]] e del suo dinamismo intellettuale, culturale e editoriale.<ref>Tutta la corrispondenza tra Contarini e Aldo Manuzio è conservata alla [[Biblioteca Ambrosiana]] di [[Milano]] (E.32 e Q 123).</ref> In questa occasione, Contarini fece conoscenza con gli ellenisti dell'epoca: [http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-cipelli_(Dizionario_Biografico)/ Giovanni Battista Egnazio], [http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-canal_(Dizionario-Biografico)/ Paolo Canal], [[Marco Musuro]], e altri intellettuali occupati a correggere o rivedere le opere che uscivano dalla stampa. Molto probabilmente, si può presumere che il giovane Contarini abbia potuto incontrare [[Erasmo]] durante il soggiorno di quest'ultimo nella casa di [[Aldo Manuzio]] tra aprile e dicembre del [[1508]].<ref>{{fr}} J.-C. MARGOLINMargolin, ''Érasme'', Paris, Robert Laffont, coll. "Bouquins", 1992, "Preface", p. I-XIV. Cf. A. RENAUDETRenaudet, ''Érasme et l'Italie'', Genève, Droz, 1998, p. 156-162.</ref>
In seguito, secondo [[Ludovico Beccadelli]]<ref>L. BECCADELLIBeccadelli, ''op. cit.'', f. 2: "[...] come quello che l'animo volto haveva a' studi gravi, s'applicò per entrare nella Philosohpia alle lettioni di Logica, la quale intese in Venetia dalli magnifici messer Antonio Justiano et messer Bragadino".</ref> e Franz Dittrich<ref>{{de}} F. DITTRICHDittrich, ''Gasparo Contarini, 1483-1542. Eine Monographie'', Braunsberg, Druck und Verlag des Ermländischen Zeitungs und Verlagsdruckerei, 1885. Ristampa anastatica, Nieuwkoop, 1972.</ref>, a causa della morte del suo maestro Giorgio Valla nel gennaio [[1500]], Contarini avrebbe assistito alle lezioni di logica di [http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-giustinian_(Dizionario-Biografico)/ Antonio Giustinian] e [http://www.treccani.it/enciclopedia/lorenzo-bragadi_(Dizionario-Biografico)/ Lorenzo Bragadin] alla Scuola di Rialto. Quest'ultima rappresentava la tendenza filosofica aristotelico-averroistica, naturalistica e scientifica della cultura veneziana ed era in netta contrapposizione con l'orientamento platonico, umanistico-filosofico e moralistico-religioso della scuola di S. Marco.
Nel 1501 si recò a completare la sua formazione a [[Padova]]. L'iscrizione di Contarini all'[[Università di Padova]], è bene documentata negli ''Acta Graduum Gymnasii patavini'', dove il futuro diplomatico e cardinale, segue delle lezioni alla facoltà delle Arti, malgrado la volontà del padre di destinare il suo primogenito al commercio come di tradizione a Venezia.<ref>L. BECCADELLI, ''op. cit.'', f. 2.</ref>
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