Prepara, dalla fine del [[1838]] al [[1840]], una ''Storia della filosofia epicurea, stoica e scettica'' come tesi per la sua laurea ma, data la vastità dell'impegno, la interrompe; così si laurea in filosofia il [[15 aprile]] [[1841]] nell'Università di [[Jena]] con una tesi sulla [http://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1841/4/demoep.htm ''Differenza fra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro]''. Di essa, vale la pena citare i passi finali della prefazione:
{{quote|«La filosofia [...] griderà sempre agli avversari con [[Epicuro]]: ''empio non è colui che nega gli dèi del volgo, ma colui che attribuisce agli dèi i sentimenti del volgo''. La filosofia non fa mistero di ciò. La confessione di [[Prometeo]]: ''francamente, io odio tutti gli dèi'' è la sua propria confessione, la sentenza sua propria contro tutte le divinità celesti e terrestri che non riconoscono come suprema divinità l'autocoscienza umana. Nessuno può starle a fianco. Alle tristi lepri marzoline, che gioiscono dell'apparentemente peggiorata condizione civile della filosofia, essa replica quanto Prometeo replica al servo degli dèi [[Ermete]]: ''io, t'assicuro, non cambierei la mia misera sorte con la tua servitù. Molto meglio lo star qui ligio a questa rupe io stimo, che fedel messaggero esser di [[Giove (divinità)|Giove]]''. Prometeo è il più grande santo e martire del calendario filosofico».}}