Pascasio Radberto: differenze tra le versioni
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== Le opere ==
Le sue opere comprendono un ''Commento al libro delle Lamentazioni'' e la più nota ''De Corpore et Sanguine Domini'' ([[831]] - [[844]]): scritta per istruzione dei monaci sassoni, rappresenta la prima monografia dottrinale sull'[[eucaristia]]. Sostiene Pascasio che nel [[pane]], dopo la consacrazione, è veramente presente Cristo col suo corpo storico
Il Cristo che patì fino alla morte di croce e risorse nella celebrazione eucaristica si moltiplica grazie all'opera miracolosa di Dio onnipotente, poiché in ogni singola particella della specie del pane e vino consacrato è sempre presente l'intero Corpo di Gesù Cristo. Secoli più tardi, [[Tommaso d'Aquino]] sviluppò questo tema nel ''De venerabili sacramentu altaris''.
Pascasio insiste tuttavia sul fatto che nell'[[ostia (liturgia)|ostia]] è presente il vero corpo di Cristo e dunque il Suo corpo spirituale che, unendosi con il comunicato, ne «...nutre l'anima ed eleva la carne stessa all'immortalità e all'incorruttibilità».
Nello stesso tempo, afferma l'identità col Corpo storico (terreno) di Cristo, che viene a coincidere col Suo corpo spirituale: nella [[Trasfigurazione di Gesù]] sul monte Tabor mostra un Corpo spirituale che media l'apparizione di Elia e Mosè. Dopo la resurrezione, mostra all'apostolo Tommaso il corpo terreno coi segni dei chiodi della croce e della lancia che gli trafisse il costato.
Questa concezione fu attaccata da [[Ratramno di Corbie]] che nel suo scritto, che porta lo stesso titolo, considera invece l'eucaristia una semplice commemorazione della Passione di Cristo, e da [[Rabano Mauro]], per il quale invece il corpo presente nell'ostia non è il corpo storico di [[Gesù]] ma un corpo prodotto dalla consacrazione dello [[Spirito Santo]].
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