Paolo Scheggi: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nato a Settignano (una frazione del comune di Firenze) nel 1940, si forma all'Istituto Statale d'Arte ed all'Accademia di Belle Arti della città. Nel 1960 fonda la rivista d'arte e letteratura ''Il malinteso''. Si trasferisce a Milano nel 1961 dove entra a far parte del mondo culturale milanese. Le sue ricerche, fortemente interdisciplinari, sono rivolte a problematiche legate alla percezione visiva, all'integrazione tra spazi reali e spazi virtuali. Suoi compagni di sperimentazioni sono, tra gli altri, [[Vincenzo Agnetti]], [[Agostino Bonalumi]], [[Enrico Castellani]], [[Dadamaino]]. Scheggi rielabora lo [[Movimento spazialista|Spazialismo]] di [[Lucio Fontana]] che nel 1962 lo presenta alla mostra tenutasi alla Galleria Il Cancello di Bologna. Importanti sono anche gli scambi e le collaborazioni con gruppi internazionali (Gruppo Nul, Gruppo Zero, Nove Tendencjie). Nel 1965 entra nella redazione della rivista ''[[Marcatré]]''. La sua attività si alterna tra le prime pitture-oggetto a elementi modulari e le ''Intersuperfici curve'' o ''a zone riflesse'', utilizzando per tutta la sua ricerca il monocromo. Nel 1966 è presente alla XXXIII [[Biennale di Venezia]] dove presenta quattro ''Intersuperfici curve'' dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu, e al XXI Salon de Réalités Nouvelles al Musée d'Art Moderne di Parigi. Importanti sono anche le ambientazioni, che lo portano a collaborare con il mondo della moda, del teatro, del cinema: in esse la modularità dei suoi quadri viene estesa allo spazio come accade, per esempio, nell<nowiki>'</nowiki>''Intercamera plastica'' allestita alla [[Galleria del Naviglio]] di Milano nel 1967. Nello stesso anno espone a Foligno nella rassegna ''[[Lo spazio dell'immagine]]''. Negli ultimi anni della sua vita, oltre a proseguire le ricerche verso una sempre maggiore programmaticità dell'opera (è il periodo delle lamiere modulari), Scheggi si accosta all'ambito teatrale e performativo, partecipando a manifestazioni pubbliche e facendo proprie le sperimentazioni concettuali. Nel 1969 gli viene assegnata la cattedra di Psicologia della forma all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. Nel 1970 partecipa alla collettiva ''Amore mio'' organizzata da
Nel 2000 dalla collaborazione tra la [[Galleria d'arte Niccoli]] di Parma e gli eredi Scheggi, nasce l'Archivio Paolo Scheggi.
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