Smetto quando voglio - Masterclass: differenze tra le versioni
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L'operazione sembra procedere bene, e la banda comincia a individuare e neutralizzare lo spaccio di diverse smart drugs. Pietro deve fingere di essere ancora in carcere, cosa che non gli riesce con Giulia, il che, durante i mesi di gestazione del bambino, darà vita a una serie di scene comiche e grottesche.
Tra tutte le sostanze che vengono scoperte, ce n'è una in particolare che Alberto non riesce a definire: il cosiddetto Sopox. Avendo provato tutte le teorie, i test chimici e le ricerche, un esasperato Alberto trasgredisce la promessa fatta a Pietro e prova lui stesso la sostanza per tentare di identificarla. Entrato in un trip psichedelico che gli fa ricordare vari momenti del passato, a partire da quando - finito a lavorare in un ristorante cinese nonostante la laurea - era stato contattato da Pietro ed era diventato un membro della "banda dei ricercatori", Alberto rivive infine l'episodio dell'incrocio con il furgone con il cromatografo durante la sera dell'incidente. Rinvenuto dal trip, Alberto è ora convinto che proprio quell'apparecchiatura abbia a che fare con la realizzazione del Sopox
Dopo l'avventurosa operazione di recupero dell'ultima sostanza, la missione della banda arriva al termine. La Coletti è pronta a firmare il documento preparato dall'avvocato Vittorio che assicura ai componenti della banda i vantaggi pattuiti. A questo punto però, il commissario Galatro, superiore della Coletti e unico altro funzionario pubblico a sapere della missione segreta, ricorda alla Coletti che la banda, pur avendo neutralizzato le trenta sostanze richieste, non è riuscita a scoprire la provenienza e la tipologia del Sopox. La Coletti strappa il documento datole dall'avvocato e si reca nuovamente nel rifugio-laboratorio dei ricercatori. Dice loro che devono fare ancora uno sforzo per ottenere la fedina penale pulita: scoprire la provenienza del Sopox.
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