Dissociazione (chimica): differenze tra le versioni
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* ''i'' = ''n'' '''α''' + (1- '''α''') = 1 + '''α''' (''n'' -1)
Il primo studio sistematico per spiegare tali anomalie venne effettuato da S. [[Svante Arrhenius|Arrhenius]] a partire dal 1887. Arrhenius osservò che i risultati anomali riguardavano solo quelle soluzioni che conducono la corrente elettrica e formulò l'ipotesi che, all'atto della dissoluzione in acqua (o in altri solventi polari), le sostanze aventi caratteristiche elettrolitiche si dissocino in misura maggiore o minore secondo la loro natura, formando ioni positivi ([[catione|cationi]]) e ioni negativi ([[anione|anioni]]). Ioni e molecole non dissociate contribuiscono quindi insieme a determinare i valori della pressione osmotica, causando perciò le apparenti eccezioni alla teoria delle soluzioni diluite. La dissociazione elettrolitica è indipendente dall'[[elettrolisi]], che avviene solo quando si ha il passaggio di corrente elettrica.
La [[legge di Ohm]] è valida non solo per i conduttori elettronici, ma anche per gli acidi, le basi e i sali in soluzione. La conduttività degli elettroliti in soluzione e allo stato fuso è dell'ordine di grandezza di un milionesimo della conduttività del rame; essa aumenta col crescere della temperatura, al contrario di quanto avviene nei [[Conduttore elettrico|conduttori]] metallici. Inoltre, nelle soluzioni elettrolitiche la conduttività a una data temperatura cresce con la concentrazione fino a raggiungere un valore massimo, per poi decrescere. La teoria sviluppata da Arrhenius è fondata sull'ipotesi che il grado di dissociazione '''α''' aumenti con la diluizione fino ad assumere valore unitario (dissociazione completa) nelle condizioni limite di diluizione infinita.
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