Semiosfera: differenze tra le versioni
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La
Per analogia con la
== Definizione ==
Secondo Lotman, studioso di
Con l’introduzione della semiosfera, risalente al 1984 nel saggio omonimo, Lotman difende la necessità di un approccio olistico alla cultura che dia precedenza al rapporto intero/insieme (ovvero la semiosfera stessa) sulle singole parti. In questo senso, Lotman, che si rifà agli studi dello scienziato russo Vernadskij, si pone in aperta polemica nei confronti di tutta una tradizione, che, in accordo con la terza regola del
Un approccio del genere si basa sul presupposto che l’oggetto isolato possa costituire un modello di tutte le qualità del fenomeno più complesso a cui l’analisi dovrebbe pervenire. Ma questo secondo Lotman non è possibile nel caso dello studio della cultura, perché un fenomeno in isolamento non è in grado né di funzionare né di produrre nuova informazione, quindi non può essere assunto come modello della cultura cui appartiene.
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Un sistema di segni isolato, per quanto ben strutturato, non può funzionare da solo. Per questo deve essere preso in considerazione all’interno dell’analisi della semiosfera di cui è parte:
Se la semiosfera è lo spazio necessario alla vita di una determinata cultura, i suoi tratti salienti saranno la delimitazione, ovvero la presenza di un
Si vede quindi come il modello di Lotman riunisca in sé tratti contraddittori: da una parte omogeneità e chiusura, tratti garantiti dalla presenza di un confine, e dall’altra apertura e eterogeneità, dati dalla possibilità di dialogo e di traduzione. La cultura, secondo Lotman, vive quindi di una continua tensione tra processi di innovazione e processi inversi di omogenizzazione.
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Il confine della semiosfera funge quindi da membrana con duplice funzione: da una parte serve a delimitare un interno da un esterno e a limitare la penetrazione di testi estranei, dall’altra a filtrare e trasformare ciò che è esterno in interno.
Il confine, da questo secondo punto di vista si definisce come un vero e proprio spazio, un luogo in cui la commistione dei linguaggi, passando attraverso una loro destrutturazione e primitivizzazione, porta a processi di creolizzazione
=== Meccanismi traduttivi ===
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La metafora usata da Lotman per descrivere lo spazio interno alla semiosfera è quella di una sala di museo: la presenza di elementi estremamente eterogenei, come testi appartenenti ad epoche diverse, scritti in lingue diverse, persone provenienti da diversi background culturali, produce una sorta di irregolarità strutturale, o irregolarità semiotica, che costituisce una riserva inesauribile per i processi dinamici e traduttivi.
Un buon esempio portato da Lotman è il caso dei
Un’idea centrale nella semiotica di Lotman è che la comunicazione è in sé di natura traduttiva: lo scambio comunicativo e il dialogo da un soggetto A ad un soggetto B non sono mai passaggi di informazione inerti. Visto che due soggetti non possono essere uguali (perché avranno vissuto esperienze almeno parzialmente diverse, avranno memorie diverse) rimarrà nel loro scambio almeno una piccola percentuale di incomunicabilità. È proprio questa asimmetria, per quanto minima, che produce nuova informazione nello scambio comunicativo. Di qui è evidente la natura eminentemente dialogica e plurilinguistica che guida la concezione di Lotman:
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=== Biosemiotica ===
Il concetto di semiosfera, nato per studiare fenomeni nell’ambito della cultura, si è rivelato di interesse anche per campi ibridi come la
Alla fine degli anni '90 Kalevi Kull, docente di biosemiotica all’ateneo tartuense,
Il nodo principale dell’argomentazione di Kull si basava sulla distinzione tra organismi viventi e non viventi presentata da
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== Bibliografia ==
* Kalevi Kull, "On Semiosis, Umwelt, and Semiosphere", in
* Annamaria Lorusso,
* Jurij Lotman,
* Jurij Lotman,
== Voci correlate ==
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