Giuseppe Nicoletti: differenze tra le versioni
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Ultimo esponente di una antica famiglia aristocratica ternana è stato primo [[sindaci di Terni|sindaco]] di [[Terni]] a partire dal 1861 all'indomani del fatto unitario. I Nicoletti sono presenti a Terni almeno fin dal XV secolo e nel corso dei secoli hanno ricoperto importanti cariche civili e religiose nel territorio di Terni. Giuseppe Nicoletti era figlio di Diego e della contessa Luigia Crespi. Ricoprì la caraica di Anziano della città di Terni e successivamente anche la carica più alta nella magistratura ternana ([[Gonfaloniere]]) sotto lo [[stato pontificio]] negli anni immediatamente precedenti l'Unità d'Italia. Fu inoltre, giovanissimo, [[Guardia nobile]] Pontificia negli anni venti dell'Ottocento, fino a raggiungere il grado di capitano.
Nonostante la sua formazione aristocratica e papalina, Nicoletti aveva aderito alla Massoneria, iscrivendosi alla Loggia "Tacito" di Terni. Si presentò alle prime elezioni dopo l'[[Unità d'Italia]] e venne eletto consigliere da una base elettorale di 338 votanti su una popolazione di circa 10,000 abitanti. In quel periodo l'elettorato si basava sul censo degli elettori: questi erano i cittadini maschi che avessero compiuto i 21 anni di età, che godessero dei diritti civili e che pagassero da almeno sei mesi un certo tributo rapportato alla classe del comune; il sindaco non era elettivo, ma nominato per decreto regio ogni tre anni fra i consiglieri comunali (in pratica era il Ministero dell'Interno che, su suggerimento del prefetto, procedeva alla scelta). Spesso tuttavia il consigliere più votato veniva nominato sindaco. Nicoletti non risultò il più votato (il più votato risultò il commerciante Fongoli), ma il prefetto della Provincia dell'Umbria, a cui spettava la nomina, decise di nominare Nicoletti, essendo questi filo-monarchico ed esponente della aristocrazia locale. Giuseppe Nicoletti non si sposò mai e dovette assistere al tracollo economico della sua antica famiglia con la quasi completa alienazione delle cospicue proprietà immobiliari e terriere di famiglia: rispettato e stimato sia per le sue qualità intellettuali e umane rappresentò nei difficili anni del passaggio politico una scelta che garantiva continuità e rispetto per le istituzioni. La famiglia dei Nicoletti possedeva un Palazzo in Via Fratini, 32 (pesantemente rimaneggiato nel corso dei secoli) ed una villa a Perticara con cappella gentilizia passata alla fine dell'Ottocento alla famiglia Nevi, tuttora proprietaria.
Di posizioni clericali, esponente di quella aristocrazia agraria che fu spazzata via dalla industrializzazione della città e sostituita dalle nuove famiglie legate alla [[Massoneria]] ottocentesca che da li a poco presero il sopravvento in città, morì in Terni senza figli.
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