Piazza Savoia: differenze tra le versioni

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{{citazione|Abolito da Legge IX Aprile MDCCCL il Foro ecclesiastico, popolo e municipio posero IV Marzo MDCCCLIII|Epigrafe sul monumento}}
Il monumento contiene inoltre i nomi degli 800 comuni che sostennero entusiasti l'opera, scolpiti su tutti i lati.
Il giorno della posa della prima pietra, il 17 giugno [[1852]], furono murati nel basamento i numeri 141 e 142 della Gazzetta del Popolo, una copia della legge Siccardi, monete, semi di riso, grissini e una bottiglia di [[Barbera]].
Col significato della [[laicità]] legislativa, esso fu volutamente collocato in una piazza prossima al [[Santuario della Consolata]], sede della principale devozione cittadina, ed a [[Palazzo Barolo]], dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], i combattimenti per le strade cittadine rischiarono di abbattere l'obelisco: combattenti appostati in corso Siccardi, in direzione di [[via Cernaia]], spararono alcuni colpi di mortaio in direzione di piazza Savoia, danneggiando il monumento e facendolo vacillare; rimasto in piedi, esso venne restaurato a guerra terminata.<ref>{{cita libro|Renzo|Rossotti|Le Strade di Torino|editore=Newton Compton Editori|anno=1995|città=Roma|p=580}}</ref>
<br/>Un secondo restauro, nel [[1993]], ne ripulì la superficie e l'ampia gradinata.