Missione Anthropoid: differenze tra le versioni

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==Trama==
 
Durante l'occupazione nazista in Europa, nel dicembre 1941, due agenti del Governo cecoslovacco in esilio, addestrati dagli inglesi del [[Special Operations Executive]], Jozef Gabčík e Jan Kubis vengono paracadutati nei pressi di [[Plzeň]], vicino [[Praga]]. Josef al momento dell'atterraggio si ferisce alla caviglia cercando di scendere da un albero in cui si era impigliato con il suo paracadute. I due uomini devono trovare il loro contatto in Cecoslovacchia ma vengono scoperti poco dopo da due combattenti della resistenza che si rivelano però traditori. Josef uccide uno dei due ma Jan non riesce a sparare all'altro, insieme rubano il camion dei due traditori e si dirigono a Praga.
 
Qui cercano il loro contatto e vengonoVengono indirizzati al dottor Eduard, un veterinario, che ricuce la ferita di Josef e organizza loro un incontro con altri membri della resistenza, guidati da "zio" Jan Zelenka-Hajský. I due paracadutisti rivelano che la loro missione è l'"[[Operazione Anthropoid]]", ovvero devono assassinare Reinhard Heydrich, uno dei più potenti gerarchi della [[Germania nazista]], uno dei principali responsabili dell'Olocausto, considerato nelle fila nazista il numero tre dopo [[Hitler]] e [[Himmler]].
 
Pur non avendo un'apparecchiatura adeguata e con una scarsa preparazione per un compito tanto arduo, Jozef e Jan devono trovare un modo per assassinare Heydrich, un'operazione che, si spera, cambierà il volto dell'Europa. "zio" Jan li porta dalla Signora Moravcová che li ospita in casa sua insieme al figlio di lei, At'a, un ragazzo che vuole diventare violinista. Con l'aiuto di due giovani donne, Marie Kovárníková e Lenka Fafková di cui i due uomini si innamorano, insieme ad altri compatrioti, viene programmato l'agguato ad Heydrich. Quando si scopre che Heydrich è in procinto di essere trasferito Josef e Jan capiscono che devono agire immediatamente.
 
Il 27 maggio 1942, l'attacco viene effettuato. Quella mattina Heydrich si stava recando, come ogni giorno, dalla sua abitazione (situata a [[Panenské Břežany]], un sobborgo della capitale) al [[Castello di Praga]], sede del governatorato.
Il 27 maggio 1942, l'attacco viene effettuato dal commando composto da [[Adolf Opálka]], [[Josef Valčík]], [[Jan Kubiš]] e [[Jozef Gabčík]]. Quella mattina Heydrich si stava recando, come ogni giorno, dalla sua abitazione (situata a [[Panenské Břežany]], un sobborgo della capitale) al [[Castello di Praga]], sede del governatorato. Josef e Jan lo attendono ad una fermata del tram situata vicino ad una stretta curva nei pressi dell'ospedale Bulovka. Quando la Mercedes decappottabile arriva alla curva rallentando, Josef si piazza davanti al veicolo e tenta di aprire il fuoco col suo mitra Sten che però s'inceppa. La macchina si ferma ed Heydrich estrae la pistola ed alzandosi cerca di uccidere Jozef, Jan allora lancia una granata anticarro verso l'auto che esplode vicino alla ruota posteriore. Schegge metalliche e frammenti del sedile raggiungono Heydrich, Klein (l'autista) e feriscono anche Jan. Heydrich, che apparentemente non sembra ferito gravemente, scende dalla vettura, e tenta d'inseguire Jozef sparando, ma dopo pochi passi crolla a terra. Klein tenta invano di raggiungere Jan, che scappa in bicicletta, così cerca di soccorre Heydrich che gli ordina d'inseguire Jozef. Klein, dopo un lungo inseguimento, viene colpito da Jozef con un revolver e resta a terra ferito. Jozef e Jan sono convinti di aver fallito il colpo.
 
Subito dopo i due si incontrano nella casa dove erano stati ospitati fino al allora. Le forze naziste cercano subito i responsabili dell'attacco rastrellando le strade, Lenka e Marie si trovano in strada e Lenka cerca di fuggire ma viene uccisa. Marie sconvolta torna nel rifugio dei due uomini e piangendo rivela l'accaduto. Josef distrutto dal dolore si accusa della morte di Lenka e Jan cerca di calmarlo. In seguito "zio" Jan li conduce da padre Petrek che li nasconde in una cripta nascosta all'interno della cattedrale dove già si trovano gli altri compatrioti: Adolf Opálka, Jan Hrubý, Josef Bublik, Jaroslav Svarc e Josef Valcik.
 
Padre Petrek informa Josef, Jan e gli altri che Heydrich è morto in ospedale e che i tedeschi per rappresaglia sono andati in un villaggio, Lidice, e hanno ucciso tutti gli uomini al di sopra dei 16 anni, portando donne e bambini nei campi di concentramento radendo poi al suolo il villaggio. Karl Frank, sostituito di Heydrich, proclama un'amnistia: un perdono totale per ogni persona e la sua famiglia in cambio di qualsiasi informazione sugli assassini di Heydrich, con una scadenza di 5 giorni dopo i quali verranno giustiziati 30.000 cechi. Jan propone di andare con Josef in un parco con dei cartelli al collo con su scritto che sono loro gli assassini e di suicidarsi ma la cosa non viene accettata da Opálka che gli ricorda i suoi doveri di militare.
 
Opálka trova una planimetria della cattedrale e scopre che dietro una parete della cripta c'è una fognatura principale che sbocca nel fiume e propone di sfondare la parete e fuggire per farsi trovare dall'esercito inglese.
 
Karel Čurda, uno dei resistenti che all'inizio si unisce a Jozef e Jan ma che poi per paura si tira indietro prima dell'attentato, rivela ai tedeschi la famiglia dove i due uomini si nascondono. La polizia tedesca irrompe in casa della Signora Moravcová e picchiandola le chiedono dove sono nascosti i paracadutisti ma lei non risponde, prima di farsi portare via chiede di poter andare in bagno dove ingoia una capsula di cianuro e si suicida. Nel frattempo Opálka informa tutti che il vescovo Gorazd ha chiesto a padre Petrek di allontanare Jozef, Jan e gli altri perché la loro presenza è pericolosa e padre Petrek ha parlato con Hajsky e hanno ideato un piano per farli uscire. Intanto la polizia tortura At'a per farsi dire dove sono scappati gli assassini di Heydrich e alla fine il ragazzo dice loro che Jozef e Jan si nascondono nella [[Cattedrale ortodossa dei santi Cirillo e Metodio]].
 
Le truppe naziste circondano la cattedrale e i tedeschi cominciano ad entrare e Jan, Opálka e Bublik, che erano di guardia all'interno della cattedrale, li uccidono iniziando così una estenuante conflitto a fuoco. Jozef, Hrubý, Svarc e Valcik si trovano nella cripta. Intanto prima che la polizia tedesca lo raggiunga lo "zio" Jan si uccide con una capsula di cianuro. Opálka ferito gravemente in seguito ad una granata si uccide anch'egli ingoiando una capsula di cianuro e sparandosi in testa davanti ad Jan. Bublik viene spinto oltre una balaustra dallo scoppio di una granata, si aggrappa al bordo e Jan cerca di issarlo ma i tedeschi gli sparano ferendolo ed è costretto a lasciare la presa facendo cadere il compagno. Jan ormai esausto usa l'ultimo proiettile per togliersi la vita.