Carlo Maratta: differenze tra le versioni

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Nella bottega del [[Andrea Sacchi|Sacchi]] restò a lungo, dagli undici anni fino ai venticinque ([[1661]]); dal maestro fu introdotto alla pittura di rigorosa accademia sulle orme auliche di [[Raffaello]]. La sua cultura artistica si formò anche sugli esempi dei bolognesi, in particolare [[Giovanni Lanfranco]] e [[Guercino]]. Nei fatti fu il vero fondatore di quell'Accademia romana che in seguito impose un indirizzo classicheggiante alla cultura del secondo Settecento.
 
La produzione del Maratti anteriore al 1647 si pensava perduta, ma tra il 1970 e il 1990, grazie ad accurate ricerche<ref>Le ricerche furono effettuate dalla storica dell'arte Stella Rudolph</ref> gli furono attribuite alcune opere<ref>Si tratta della pala dell'altare maggiore della chiesa delle clarisse di Nocera Umbra e della pala della chiesa parrocchiale di Camerano, in precedenza assegnata alla sua scuola</ref> e dell'''Assunta'' dipinta per la chiesa di [[Circoscrizioni di Ancona#Frazione di Massignano|Massignano]] fu trovata un'incisione che la riproduce<ref>L'opera è un'Assunta. Vedi [http://www.corriereproposte.it/index.php?option=com_eventlist&view=details&id=index.php?view=details&id=4880:carlo-maratti&idprov=AN biografia del Maratta] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160306152347/http://www.corriereproposte.it/index.php?option=com_eventlist&view=details&id=index.php%3Fview%3Ddetails&id=4880%3Acarlo-maratti&idprov=AN |data=6 marzo 2016 }}</ref>. Tra i primi dipinti si possono così ora segnalare un affresco nel battistero lateranense a [[Roma]], condotto su cartone del [[Andrea Sacchi|Sacchi]], una pala d'altare dipinta per Taddeo Barberini e destinata a [[Monterotondo]], anch'essa di gusto sacchiano, e una pala a [[Camerano]], con richiami a [[Tiziano]], conosciuto direttamente dalle opere che l'artista veneto aveva lasciato ad [[Ancona]], e alla coeva pittura bolognese, specialmente quella dell'[[Francesco Albani|Albani]].
 
===Il soggiorno ad Ancona===
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===Gli anni delle commissioni prestigiose===
La fama del pittore si accrebbe dopo la salita al soglio pontificio di [[papa Alessandro VII]], della famiglia Chigi (1655), tanto da diventare il massimo pittore di Roma della seconda metà del Seicento, principe degli [[Accademia di San Luca|accademici di San Luca]]<ref name=Zampetti/>. Come direttore dell'Accademia, promosse lo studio dell'arte dell'antichità classica, attraverso la pratica del disegno. [[Papa Alessandro VII|Alessandro VII]], essendo senese, gli commissionò due dipinti per la cappella Chigi del [[Duomo di Siena]]. A Roma lasciò nella [[chiesa di Sant'Isidoro a Capo le Case]] un intero ciclo pittorico: gli oli ''Immacolata Concezione'', ''Sposalizio della Vergine'' ''Transito di s. Giuseppe'', ''Fuga in Egitto'', le due lunette ad affresco ''Sogno di s. Giuseppe'' e ''Adorazione dei pastori'' e infine l'affresco della cupola con la ''Gloria di s. Giuseppe con angeli e santi''<ref>Alcune delle opere di Sant'Isidoro furono trafugate nel periodo francese e sostituite da copie</ref>; a Sant'Isidoro il giovane Maratta mise in luce le proprie superiori capacità tecniche ed espressive e le fonti testimoniano la grande risonanza suscitata dalle opere che vi lasciò. Fu proprio in questa occasione che ebbe origine il legame tra il pittore e [[Giovan Pietro Bellori]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-maratti_(Dizionario-Biografico)/L. Bortolotti, voce ''Carlo Maratta sull'Enciclopedia Treccani] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160324044449/http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-maratti_%28Dizionario-Biografico%29/L./ |data=24 marzo 2016 }}</ref>.
 
I dipinti di Sant'Isidoro e la ''Visitazione'' di [[Santa Maria della Pace, Roma|Santa Maria della Pace]] sono le opere che segnano la piena maturità artistica del Maratta.