Charles Darwin: differenze tra le versioni

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Mentre nell'edizione originale del 1859 Darwin non menzionava il Creatore, nelle successive edizioni lo aggiunse come inciso nella penultima frase dell'Origine: "Nella vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse ''dal Creatore'' in poche forme, o in una forma sola, vi è qualcosa di grandioso; e mentre il nostro Pianeta ha continuato a ruotare secondo l'immutabile legge di gravità, da un semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano ad evolversi". Interrogato sull'uso del termine “creatore”, Darwin rispose: “Mi sono a lungo pentito di aver ceduto all'opinione pubblica, e di aver usato il termine pentateucale di creazione, con il quale intendevo in realtà dire “apparso” per qualche processo interamente ignoto.”<ref>[http://www.apologeticspress.org/APContent.aspx?category=9&article=1111 apologetics press]</ref>
 
Nonostante le teorie di Darwin vengano comunemente ritenute un'alternativa alla presenza di un Creatore all'origine della vita (anche se la Chiesa accetta le evoluzione, senza considerare però la casualità il motore dell'evoluzione e credendo che l'anima infusa nell'''homo sapiens'' sia diversa da quelle dei suoi predecessori), Darwin stesso appare come un uomo che continua a porsi domande - sia sul piano scientifico che spirituale - piuttosto che come una persona che ha trovato risposte definitive. In una lettera datata 22 maggio 1860 indirizzata al botanico statunitense Asa Gray, coetaneo e strenuo difensore della teoria dell'evoluzione e della selezione naturale, Darwin espone la propria perprlessitàperplessità riguardo all'esistenza di un progetto benevolo, ma conclude: "Non posso per niente accontentarmi di vedere questo meraviglioso Universo e soprattutto la natura dell'uomo e di dedurne che tutto è il risultato di una forza cieca. Sono incline a vedere in ogni cosa il risultato di leggi specificamente progettate, mentre i dettagli, buoni o cattivi che siano, sono lasciati all'azione di ciò che si può chiamare caso. Non che questa opinione mi soddisfi del tutto. Percepisco nel mio intimo che l'intera questione è troppo profonda per l'intelligenza umana. È come se un cane tentasse di speculare sulla mente di Newton, ognuno speri e creda come può".<ref>C. Darwin, The Correspondance of Ch. Darwin, Cambridge UP, Cambridge 1985-1995, pag. 224</ref>
 
Darwin ebbe dunque pensieri piuttosto altalenanti durante la sua vita in merito alla religione e a Dio, e così si espresse nella sua "Autobiografia":