Guerra romano-siriaca: differenze tra le versioni
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== Contesto storico ==
{{Vedi anche|Repubblica romana|Dinastia seleucide}}
Nel [[218 a.C.]] si affacciavano sul [[mar Mediterraneo]] cinque grandi potenze che si trovavano in equilibrio politico tra loro:<ref>Ernst Badian, ''Rome and Antiochos the Great - A Study in Cold War'', in ''Classical Philology'' 54 (1959), pp. 81–99.</ref> si trattava delle tre dinastie dei [[diadochi]], [[dinastia seleucide|quella seleucide]] (padrona dei territori che dall'[[Asia minore]] si estendevano fino alla [[Siria]], [[Mesopotamia]] e [[Persia]]), di [[Dinastia tolemaica|quella tolemaica]] (sull'[[Antico Egitto|Egitto]]), di [[Dinastia antigonide|quella antigonide]] (in [[antica Grecia|Grecia]] e [[Regno di Macedonia|Macedonia]]),
Una serie di conflitti, tuttavia, alterò gli equilibri iniziali. Prima di tutto la [[seconda guerra punica]] tra Cartagine e Roma ([[218 a.C.|218]]-[[201 a.C.]]), diede una netta supremazia in Occidente a quest'ultima, mentre Cartagine fu relegata ad un ruolo marginale, ormai prossima ad essere sottomessa definitivamente (come accadde nel [[146 a.C.]]). In parallelo, Roma dovette combattere sul fronte orientale contro [[Filippo V di Macedonia|Filippo V]], che aveva concluso un'alleanza con la stessa Cartagine, nella [[prima guerra macedonica]] ([[215 a.C.|215]]-[[205 a.C.]]). Sebbene Filippo fosse riuscito a resistere all'attacco di Roma, che a sua volta aveva trovato dei validi alleati nella [[lega etolica]], nel [[regno di Pergamo]] ed in quello di [[Rodi]], tuttavia aveva permesso in questo modo ai Romani di occuparsi delle questioni greche. Questo errore quarant'anni dopo costò molto caro all'indipendenza del suo Regno, che fu annesso anch'esso al potere di Roma (dopo la [[battaglia di Pidna]] del [[168 a.C.]]).
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